In occasione della Giornata Mondiale sui Disturbi Alimentari del 2 Giugno, Keanu Reeves e la sua co-protagonista Lily Collins – assieme alla troupe del film “Fino all’osso” – dedicano un video sulle 9 verità da conoscere sui disturbi alimentari. Eccole qui.
Una giornata d'”azione” per combattere i DCA
In onore della Giornata Mondiale sui i Disturbi Alimentari del il 2 giugno, il video del cast “Fino all’Osso” sta già ottenendo riconoscimenti in ogni dove.
“È emozionante sentire i membri di questo cast straordinario leggere questi messaggi accuratamente realizzati” – ha detto all’Huffington Post la Dottoressa Lauren Muhlheim, PsyD e direttrice della Terapia dei disturbi alimentari di Los Angeles.
L’aggiunta di voci delle celebrità con questo video sulle 9 verità sui disturbi alimentari, infatti, amplierà il pubblico circa le problematiche alimentari che ogni anno affliggono milioni di persone ne mondo (in vertiginoso aumento a partire dalla pandemia da Covid 19).
Basato sul libro della Dott.ssa Cynthia Bulik, dunque, il video spera di diffondere consapevolezza e conoscenza sulla causa e sensibilizzare più persone possibili circa i DCA.
1. Molte persone con i disturbi alimentari sembrano perfettamente in salute, anche se magari estremamente malate
Anche se i media, i film e le serie tv sui disturbi alimentari hanno tentato di raccontarli in un modo molte, troppe volte tendente allo scheletrico, una persona con disturbi alimentari non è riconoscibile dal suo peso.
Anzi, molto spesso sono proprio le persone normopeso con i DCA a nascondere i segreti più intimi circa le condotte alimentari disordinate.
2. Non bisogna dare la colpa alle famiglie, che possono diventare l’alleato migliore per suggerire un trattamento
Quando ascoltiamo le storie e le testimonianze delle persone che lottano ogni giorno per combattere i disturbi del comportamento alimentare, potremmo aspettarci quasi sempre il racconto di una infanzia difficile tra le quattro mura di casa, se non degli esempi di condotta alimentare disordinata o compulsiva vicini alla persona.
Anche se spesso è così, non è detto che la famiglia sia la responsabile dello sviluppo tardivo o precoce di un DCA. I disturbi alimentari, del resto, sono causati da una complessa trama di fattori genetici e ambientali. Sicuramente, tuttavia, l’appoggio della famiglia per la cura di un disturbo alimentare può fare la differenza.
3. La diagnosi di un DCA diventa una crisi che può modificare il funzionamento di una intera famiglia
Le maggiori crisi per chi vive i disturbi alimentari in famiglia avvengono a tavola: il momento del pasto, infatti, diventa quasi sempre una arena di dolore, sofferenza, rancore e consigli arronzati nella quale la persona si sente incompresa e spalle al muro.
Ecco perché, d’altra parte, nel trattamento per il recupero di un DCA sono comprese delle terapie familiari volte a riequilibrare il delicato tetris familiare e relazionale.
4. I DCA non sono scelte, ma malattie seriamente influenzate dalla biologia
Lo abbiamo ripetuto moltissime volte in questo blog e negli articoli di approfondimento: i disturbi alimentari non sono una scelta, e possono nascere in qualsiasi momento per le cause più disparate.
Considerare la persona debole o “golosa”, “vanitosa” o anche solo incapace di gestire il cibo denota scarsa conoscenza, ignoranza e anche poca sensibilità nel relazionarsi con una materia molto complessa.
5. I disturbi alimentari colpiscono persone di ogni età, genere, razza, etnia, forma del corpo, peso, orientamento sessuale e status socio-economico
Tra le 9 verità sui disturbi alimentari, questa è una delle più importanti nella battaglia di sensibilizzazione.
Non solo le adolescenti, bianche e di fascia medio alta soffrono di DCA! L’abbiamo detto tantissime volte quando abbiamo parlato di disturbi alimentari negli adulti e negli uomini: i DCA non guardano in faccia a nessuno.
Ecco perché una diagnosi attenta è fondamentale, poiché va ad abbracciare tantissime realtà di solito ignorate dall’opinione pubblica e anche da una certa classe di professionisti, anche per i tabù che le accompagnano.
6. I disturbi alimentari portano un incremento del rischio di suicidio e di complicazioni mediche
Non sono “innocui” e non sono poco diffusi: i disturbi alimentari, per chi li conosce da vicino, comportano una serie di conseguenze fisiche, emotive e psicologiche molto sedimentate, spesso cronicizzate.
Per non parlare, poi, della qualità della vita, che diventa completamente ingestibile, tanto che spesso molte persone che soffrono di DCA arrivano alla morte (come è successo recentemente per Lorenzo Seminatore, del quale vi ho raccontato la storia qui) anche causata da suicidio.
7. La genetica e l’ambiente giocano un ruolo importante nello sviluppo della malattia
Le persone che soffrono di disturbi alimentari vivono un deficit a livello dei neuro-trasmettitori del cervello, responsabili tra gli altri del buonumore e della produzione di serotonina e dopamina, che regolano il senso di fame e sazietà.
A determinate circostanze e sotto l’influenza di fattori ambientali o eventi imprevedibili, dunque, gli individui predisposti geneticamente possono sviluppare un disturbo alimentare nella misura del 40-60% del rischio (per anoressia, bulimia e binge eating).
8. I geni da soli non possono prevedere chi svilupperà un disturbo alimentare
Lo abbiamo appena visto: pur essendo una parte attiva delle cause di un disturbo alimentare, la sola genetica non implica la sicura resa ad un DCA.
Per far sì che il DCA avvenga, infatti, esiste una concatenazione di cause molto complesse, intricate e imprevedibili. Ovviamente, i primi sintomi, se percepiti in tempo, possono diventare un promotore di guarigione molto importante.
9. Una guarigione completa dai disturbi alimentari È POSSIBILE. Scovarli e intervenire il prima possibile è fondamentale.
L’ho sempre detto e lo ripeterò sempre: GUARIRE DA UN DCA PER SEMPRE È POSSIBILE.
Logicamente, senza una strategia multidisciplinare basata sul lavoro in un percorso che racchiuda Corpo, Mente e Anima della persona che ne soffre non si va molto lontano.
Ecco perché, in qualità di coach per i disturbi alimentari, suggerisco sempre di chiedere aiuto il prima possibile, facendo attenzione al tipo di terapia che si raggiunge.
Pillole miracolose, rimedi immediati e a breve respiro, lo si comprende bene, NON POSSONO rappresentare una soluzione duratura. Così come le diete lampo o troppo restrittive non aiutano affatto, scatenando ancora di più nella persona che ne soffre senso di ansia, impotenza e anche “costrizione”.


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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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