Sebbene sia normale, in una certa misura, per i bambini manifestare episodi di selettività alimentare, l’alimentazione selettiva (ARFID) assume proporzioni più significative negli adulti, creando sfide sia fisiche che emotive. Scopriamo come comprendere e affrontare l’alimentazione selettiva nelle varie fasi della vita.
L’Alimentazione selettiva nei bambini
La selettività alimentare è una fase comune nello sviluppo infantile, in cui i bambini mostrano preferenze per alcuni cibi rispetto ad altri. Questo comportamento può essere una risposta naturale all’esplorazione del mondo e al desiderio di scoprire nuovi gusti.
Come ricordano Lask e Waugh, gli autori del libro illuminante “Disturbi alimentari. Guida per genitori e insegnanti”, la chiave per distinguere la selettività alimentare normale dall’ARFID sta nella connessione con l’umore.
Nei bambini, infatti, le preferenze alimentari spesso cambiano senza causare cambiamenti emotivi significativi. Ad esempio, un bambino potrebbe amare un cibo oggi e rifiutarlo categoricamente domani senza una reazione emotiva intensa.
Nel caso dell’ARFID, al contrario, la selettività alimentare va oltre la semplice preferenza e si manifesta attraverso un restringimento significativo dell’assortimento alimentare.
La selettività alimentare negli adulti
Gli adulti con alimentazione selettiva (chiamato in questo caso “disturbo evitante/ restrittivo dell’assunzione di cibo” e inserito nel “Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali”, possono avere difficoltà a consumare gruppi interi di alimenti, come le verdure o le proteine.
Questo può portare a carenze nutrizionali e problemi di salute a lungo termine.
Inoltre, il legame tra cibo e cambiamenti emotivi diventa più evidente. Le persone con ARFID possono provare ansia, disgusto o paura nei confronti di cibi specifici, il che può influenzare la loro vita sociale e le attività quotidiane. Ma perché questo avviene?
Sintomi e comportamenti dell’alimentazione selettiva
I sintomi dell’ARFID possono variare da persona a persona, ma in genere includono:
- restrizione alimentare significativa: le persone con ARFID evitano una vasta gamma di alimenti sulla base di fattori come l’aspetto, la consistenza, l’odore o il gusto;
- paura di soffocamento o vomito: alcune persone con ARFID possono temere che certi cibi possano causare soffocamento o vomito, anche se non vi è alcuna ragione medica per tale paura;
- sensibilità sensoriale: le caratteristiche sensoriali degli alimenti, come la consistenza, possono scatenare sensazioni di disgusto estremo;
- impatto sulla salute: la restrizione alimentare può portare a carenze nutrizionali, perdita di peso, problemi di crescita (nei bambini) e affaticamento generale.
- isolamento sociale: la paura di situazioni che coinvolgono il cibo può portare all’evitamento di incontri sociali che includono pasti.
Gestire l’alimentazione selettiva
Superare l’alimentazione selettiva richiede un approccio olistico che coinvolge professionisti della salute mentale e dell’alimentazione. Ecco alcune strategie chiave:
- consulenza psicologica: la terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutare le persone a identificare e affrontare le paure legate al cibo e a sviluppare strategie per affrontarle;
- terapia dell’esposizione: progressivamente, esporre la persona a cibi temuti può aiutare a ridurre l’ansia e costruire gradualmente la tolleranza;
- supporto medico: lavorare con un pediatra può aiutare a sviluppare un piano d’azione equilibrato che soddisfi le esigenze nutrizionali della persona (nel caso dei bambini). Nel caso degli adulti, questa risposta può essere data da un nutrizionista o un dietista registrato;
- supporto familiare: coinvolgere familiari e amici può creare un ambiente di sostegno in cui la persona si sente compresa e accettata. In tal caso, accordarsi sempre per seguire un’unica strategia di soluzione diventa essenziale.
Una linea di condotta comune
Specie nel caso dei bambini: valutare sempre se la scelta di mangiare solo alcuni alimenti sia accompagnata da episodi di sbalzi d’umore, preoccupazione per l’immagine corporea, confronto sociale e poca voglia di uscire di casa. In tal caso, allertarsi consultando un medico è la scelta più importante da compiere.
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Alimentazione selettiva: che cos’è?
L’ARFID è un disturbo alimentare complesso che va oltre la selettività alimentare normale. Mentre nei bambini le preferenze alimentari mutevoli possono essere parte del normale sviluppo, negli adulti l’ARFID può creare sfide significative per la salute e il benessere emotivo.
Con un adeguato sostegno da parte di professionisti della salute mentale, dietisti e familiari, è possibile affrontare la selettività alimentare e sviluppare una relazione più sana e soddisfacente con il cibo.
Mio figlio mangia solo alcuni cibi: quando preoccuparsi?
Se con la selezione alimentare si notano dei cambiamenti dell’umore, preoccupazione forte per l’immagine corporea, paura del confronto sociale e poca voglia di uscire di casa, è importante consultare un pediatra o un medico specializzato nei disturbi dell’alimentazione.
Ecco i sintomi psicologici:
– Drastica perdita di peso;
– Abiti a strati per nascondere la perdita di peso o riscaldare il corpo;
– Costipazione, dolore addominale, intolleranza al freddo, letargia e/o eccesso di energia;
– Problemi gastrointestinali coerenti con il disordina ma vaghi durante i pasti che non hanno una causa nota. Tra questi, “mal di stomaco” e “sensazione di sazietà”;
– Drastica restrizione nei tipi o nella quantità di cibo consumato;
– Mangiare solo determinate consistenze di cibo;
– Paura di soffocare o vomitare;
– Mancanza di appetito o interesse per il cibo;
– Gamma limitata di cibi preferiti che si restringe nel tempo (es. mangiare “schizzinoso” che peggiora progressivamente).
– Nessun disturbo dell’immagine corporea o paura dell’aumento di peso.
– Crampi allo stomaco, altri disturbi gastrointestinali non specifici (stitichezza, reflusso acido, ecc.);
– Irregolarità mestruali o mestruazioni mancanti;
– Difficoltà di concentrazione;
– Analisi anormali (anemia, bassi livelli ormonali e tiroidei, basso livello di potassio, basso numero di globuli rossi, rallentamento della frequenza cardiaca);
– Vertigini con svenimento;
– Mani e piedi freddi e chiazzati o gonfiore dei piedi;
– Problemi di sonno;
– Pelle e unghie secca;
– Diradamento dei capelli sulla testa, che diventano secchi e fragili;
– Debolezza muscolare;
– Scarsa guarigione delle ferite;
– Funzionalità immunitaria compromessa.


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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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