Associata all’anoressia nervosa, c’è un altro tipo di anoressia tanto pericolosa quanto la precedente, spesso è soggetta a ignoranza e pregiudizi: l’anoressia nervosa atipica. Chiamata anche “anoressia fantasma”, scopriamo tutto quello che devi sapere in questa mini guida.
INDICE
- Anoressia nervosa atipica: cosa significa
- La differenza con l’anoressia
- I comportamenti tipici dell’anoressia nervosa atipica
- I rischi della mancata diagnosi
- Come uscire dall’anoressia atipica
Anoressia nervosa atipica: cosa significa
Soffrire di anoressia nervosa atipica significa soffrire di un disturbo alimentare identico in tutto e per tutto all’anoressia nervosa “classica”, ma fatta eccezione per un criterio: la perdita esponenziale di peso corporeo.
Sebbene sia un disturbo che colpisce centinaia di migliaia di persone in Italia (dati in aumento dopo la pandemia da Covid 19), l’anoressia nervosa atipica non ha una sua definizione specifica, ma viene comunque considerata tra i disturbi dell’alimentazione sotto soglia.
La differenza con l’anoressia
La differenza sostanziale rispetto all’anoressia nervosa classica è quella che chi è affetto da anoressia nervosa atipica non ha un dimagrimento così evidente.
Questo disturbo alimentare viene definito con caratteristiche anoressiche senza tuttavia l’elemento del basso indice di massa corporeo; la persona, dunque, si presenta con un peso corporeo definibile normopeso (a volte può anche risultare sovrappeso o obesa).

I comportamenti tipici dell’anoressia nervosa atipica
I comportamenti che attuano le persone che soffrono di anoressia nervosa atipica, come abbiamo visto, sono più o meno gli stessi di chi soffre di anoressia nervosa classica. Nello specifico:
- Preoccupazione eccessiva rispetto il corpo e la forma fisica
- Terrore dell’aumento di peso
- Apporto energetico e nutrizionale limitato e insufficiente
- Evitare appuntamenti dove il cibo è il principale protagonista, quali aperitivi pranzi e cene, specialmente con persone conosciute o vicine
- Seguire un programma alimentare estremamente rigido
- Eliminare dalla propria alimentazione intere categorie di alimenti
- Soffrire di una dispercezione rispetto al proprio corpo: credere di dover indossare taglie più grandi di quelle che calzano realmente o vedere il corpo come non è in realtà
- Vestirsi con abiti molto coprenti e larghi
Tutti questi comportamenti vengono messi in atto proprio alla finalizzazione della perdita di peso, che però in chi soffre di anoressia nervosa atipica non diventa un’ossessione.
Una tale scelta inconsapevole, però, non fa che aumentare la frustrazione nelle persone che ne sono affette, proprio perché a fronte della restrizione calorica non c’è un risultato tangibile di perdita di peso.
Anche nel caso dell’anoressia nervosa atipica possono venire adottati comportamenti di compensazione, quali ad esempio sessioni di allenamento estremo, digiuno prolungato, uso di lassativi o purghe e medicinali per il controllo del peso ed anche ricadute nelle abbuffate compulsive.
I rischi della mancata diagnosi
La diagnosi dell’anoressia nervosa atipica spesso è molto più complessa di quello che si possa pensare.
Principalmente la sua difficoltà di individuazione deriva dal fatto che non ci si trova di fronte ad una perdita di peso grave da far scattare l’allarme. Del resto, ci sono ancora troppi pregiudizi nel rendersi conto che non è solo l’eccessiva magrezza che dovrebbe destare preoccupazione quando si parla di disturbi alimentari.
Una condotta alimentare sbagliata con il costante saltare i pasti, il vivere di restrizioni, il cambiamento repentino delle routine e dei rapporti sociali, indicano chiaramente che qualcosa non va, e tali episodi non andrebbero ignorati
Senza contare, poi, che il continuo elogiare la perdita di peso potrebbe, in chi ne soffre, incoraggiare proprio ll persone a reiterare il comportamento senza chiedere aiuto.
Tutti i rischi dell’anoressia nervosa atipica
Una mancata diagnosi di un disturbo alimentare sotto soglia (assieme all’anoressia, infatti, esiste anche la bulimia atipica) può portare a diverse problematiche più o meno gravi:
- frequenza cardiaca e pressione del sangue basse
- ansia e depressione, con episodi ossessivo compulsivi
- sviluppo di gravi disturbi fisici, dovuto ad un’assunzione molto limitata di calorie e nutrienti
- problematiche a livello dei muscoli, degli organi e del sistema immunitario
- densità delle ossa ridotta
- esposizione alle malattie più elevata per via del sistema immunitario compromesso
- ciclo mestruale irregolare o interrotto.
Ogni disturbo dell’alimentazione, infine, può portare a irreparabili danni sia fisici che emotivi – e l’anoressia atipica non fa eccezione.

Come uscire dall’anoressia atipica
Come per tutti i problemi alimentari, è fondamentale agire il prima possibile: in caso contrario la guarigione sarà più lunga e difficoltosa, e in più si correrà il rischio della cronicizzazione della malattia.
Uscire dall’anoressia nervosa atipica, del resto, è un percorso lungo e complicato, ma ci sono alcune soluzioni che vengono adottate con successo per il suo trattamento.
Coaching per i disturbi alimentari
Un coach alimentare è una figura relativamente nuova in Italia, ma che può rivelarsi cruciale nella guarigione dell’anoressia nervosa atipica (e dai disturbi alimentari in generale).
Il Coach alimentare, infatti, accompagna in ogni momento della vita la persona che ne chiede il supporto, aiutandola in ogni suo aspetto: nell’organizzazione quotidiana dei pasti consapevoli, nei metodi da utilizzare quando ci si sente che si sta per ricadere, nella stesura di una routine alimentare e, soprattutto, nell’affrontare tutte le sfide che la vita ci mette davanti con forza e resilienza.
Terapia familiare
Relazioni familiari tese e conflittuali sono spesso il fulcro dell’insorgenza dei disturbi alimentari: è fondamentale, in tal caso, intraprendere un percorso di terapia familiare in modo tale da creare un ambiente casalingo il più sereno possibile e risolvere le problematiche esistenti.
Psicoterapia
La psicoterapia è una terapia importante per quanto riguarda il trattamento dell’anoressia nervosa atipica. Le cause del disturbo, la percezione di se stessi, l’atteggiamento verso le difficoltà della vita e il modo di affrontare problemi e ostacoli… tutti questi punti possono rappresentare il lavoro di un percorso di psicoterapia che favorisce la risoluzione dai disturbi alimentari.
Terapie di gruppo
Di solito i disturbi alimentari isolano chi ne soffre, precludendo e peggiorando le attività sociali e il confronto con le altre persone. La terapia di gruppo, dunque, può aiutare nella conoscenza di se stessi e nella condivisione delle medesime problematiche con altre persone che “ti comprendono”.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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