Tutti gli approcci multidisciplinari e gli strumenti pratici per guarire dai disturbi alimentari e dal Binge Eating Disorder.
INDICE:
- Un approccio multidisciplinare
- Biologia: bassi livelli di serotonina e dopamina
- Nutrizione: liberarsi dei comfort food
- Mindful Eating: trovare un equilibrio alimentare
- Disturbi alimentari e Psicologia
- Mindfulness: spezzare la catena del Binge qui e ora
- Energia: se stessi prima del cibo
- Life Coach: un nuovo stile di vita
- Strumenti pratici per il Binge Eating
Un approccio multidisciplinare
Il Binge Eating è un disturbo molto complesso che mette in campo tantissime battaglie in una. La persona che ne soffre, infatti, pur combattendo contro il cibo, sta in realtà vivendo una serie di conflitti che nemmeno sa di avere dentro di sé:
- non sa come eliminare la fame nervosa e come combatterla
- soccombe alla abbuffata compulsiva;
- odia se stesso per non riuscire a vincere la battaglia;
- non conosce la sensazione di sazietà;
- è vittima di negatività e disgusto per se stesso;
- è attaccato dai suoi fantasmi;
- si sveglia al mattino e va a dormire senza speranza.
Di fronte a questo quadro deprimente – che sotto le feste diventa ancora più nero e aggressivo – quali sono i meccanismi vincenti per riuscire a trasformare la propria esistenza in una vita piena e degna di essere vissuta?
Questo articolo mira proprio a questo: a consegnare tutti gli strumenti per poter vincere la battaglia, attraverso un approccio multidisciplinare che abbraccia e risolve uno ad uno le componenti del Binge Eating: biologia, nutrizione, psicologia, mindfulness e meditazione, life coaching, coaching alimentare, energia ed esercizi pratici. Scopriamole una ad una nei prossimi paragrafi!
Biologia: bassi livelli di serotonina e dopamina
Una storia di fluttuazione di peso alle spalle può lanciare un campanello d’allarme nelle famiglie: siamo di fronte ad un individuo con probabili disturbi alimentari. Del resto, il disturbo da alimentazione incontrollata non dipende sempre da noi o da particolari traumi (anche se questi ultimi possono scatenarlo): la ricerca, infatti, suggerisce una possibile connessione tra disturbo da alimentazione incontrollata, irregolarità ormonali e mutazioni genetiche specifiche della dipendenza da cibo. Uno studio Journal of Psychiatric Research, inoltre, ha rivelato un legame tra bassi livelli di serotonina, dopamina e comportamento da alimentazione incontrollata.
Cosa succede in pratica? Che un cervello che manca di serotonina e dopamina – quello della persona che soffre di Binge Eating Disorder, ad esempio – andrà sempre alla ricerca di qualcosa che possa compensare questa mancanza, soprattutto alcuni cibi in particolare. Cioccolato, dolci, biscotti… sono proprio questi i cibi “incriminati”, che innalzano il livello di serotonina e dopamina, compensando le smanie del cervello difettoso.
Considerare la biologia come meccanismo scatenante del nostro disturbo del comportamento alimentare, dunque, può liberarci una volta per tutte dal senso di colpa che ci attanaglia ogni volta che mangiamo. Ma, d’altra parte, ci mette di fronte ad un bivio: ignorare queste componenti o cercare di fare qualcosa a riguardo?


Nutrizione: liberarsi dei comfort food
La dieta è sempre al centro di una persona che soffre di anoressia e bulimia, ma anche e soprattutto di fame compulsiva. Dalla dieta si parte e alla dieta si torna, in un andirivieni tra abbuffate, regime restrittivo, equilibri precari e ricadute. D’altro canto, il cibo è il meccanismo compensatorio ed emozionale più “fedele” al Binge Eater, che quasi mai mangia per fame.
Facci caso: ti ricordi la sensazione di non pensare al cibo? Quando qualcosa o qualcuno ci appassiona e ci dà linfa vitale, il cibo improvvisamente sparisce dai radar del nostro cervello. Siamo completamente presi da altro, pieni di voglia di fare, mentre le farfalle nello stomaco riempiono la fame e il nostro costante desiderio di essere saziati. Siamo nel qui e ora. Un istante nel quale il cibo non viene contemplato e non rappresenta una minaccia. Questo passaggio dell’occupare il nostro tempo con qualcosa che non sia cibo ci dà l’idea di ciò che realmente succede dentro di noi. Così come le farfalle nello stomaco riempiono il vuoto della fame, allo stesso modo il cibo che mangiamo in maniera compulsiva riempie il VUOTO DENTRO DI NOI. Mangiamo per tanti motivi, ma mai quando abbiamo fame.
- Mangiamo quando ci annoiamo.
- Mangiamo quando siamo arrabbiati.
- Mangiamo quando qualcuno ci fa del male.
- Mangiamo quando ci sentiamo soli.
- Mangiamo quando veniamo ignorati.
- Mangiamo quando ci manca una direzione nella vita.
- Mangiamo quando ci manca il senso di sapore e gusto.
- Mangiamo quando ci manca la forza di volontà.
- Mangiamo quando non abbiamo amore nella nostra vita.
Ancor prima di ingurgitare il primo boccone, in pratica, ci manca fisicamente qualcosa. Un qualcosa che non ha a che fare con il cibo. Quella che ha il Binge Eater è fame di vita. Come possiamo risolvere questo meccanismo?
Mindful Eating: trovare un equilibrio alimentare
Come ho detto più di una volta, il complicato rapporto con il cibo e con le abbuffate compulsive si risolve in primis con una disciplina: il Mindful Eating.
Molte persone con disturbo da alimentazione incontrollata riportano una lunga storia di diete, spesso risalente alla loro adolescenza. La dieta – e la restrizione del cibo – possono innescare segnali di fame, spesso lasciando la persona vulnerabile al Binge Eating. Inoltre, la pressione sulla dieta e il mantenimento dell’apporto calorico specifico possono produrre travolgenti sensazioni di stress, ansia e vergogna che possono spesso innescare il soccombere della fame nervosa.
Il mangiare con consapevolezza, al contrario, lavora proprio nella costruzione di un rapporto “intuitivo” con il cibo (chiamato anche Intuitive Eating) per il quale si mangia quando si ha fame e si assecondano le voglie di uno specifico cibo per evitare di trasformarlo nella mela dell’Eden e di desiderarlo più del normale. Il Mindful Eating è una disciplina affascinante ma molto complessa, che richiama anche il momento del pasto rendendolo speciale, rituale, unico e consapevole. Senza un approccio maturo al cibo e al ricorso ad una alimentazione sana, dunque, un Binge Eater fa molta più fatica a continuare nella sua retta via, tornando inevitabilmente a cadere.
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Disturbi alimentari e Psicologia
In un individuo la cui autostima è facilmente dettata da influenze esterne può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo da alimentazione incontrollata. Ciò può includere persone – spesso adolescenti – oggetto di frequenti commenti negativi, bullismo o senso di vergogna indotto circa il proprio corpo, nonché preoccupazioni relative all’immagine corporea o la scarsa fiducia in se stessi in gran parte guidate dagli esempi visivi che ritroviamo nei media. Molto spesso i malati di Binge Eating si sentono inutili quando si confrontano con l’attenzione della società sulla magrezza e sugli ideali irrealistici di perfezione e bellezza, cadendo nell’episodio di Binge che segue il “tanto ormai”.
In questo caso interviene la psicologia alimentare, una disciplina fondamentale per permettere alle persone di distinguere gli impulsi della fame reale da quelli che scaturiscono da traumi emotivi e personali avvenuti in varie epoche. Ecco perché una terapia psicologica è fondamentale: perché attraverso lo psicologo dei disturbi alimentari possiamo cercare di individuare le abbuffate compulsive e come uscirne, ma anche debellare i fattori scatenanti.
Anche se la reputo una strategia importantissima, personalmente la trovo molto “lunga” e non sempre efficace al 100 %. Con questo non voglio dire di non farla – io stessa ho fatto ricorso allo psicologo nutrizionista per più di 1 anno – ma ritengo non sia una scelta unitaria da prendere da sola. Mi spiego meglio: una terapia psicologica o psicoterapeutica andrebbe affiancata con ulteriori strumenti che agiscono nel breve periodo, in maniera tale da fronteggiare al meglio il Binge Eating oggi, da casa, mentre pian piano cerchiamo di eliminare le cause alla radice.
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Mindfulness: spezzare la catena del Binge qui e ora
Come accenno anche nel mio libro “BED LIONS: come guarire dal Binge Eating Disorder”, combattere il Binge Eating significa spezzare la catena che porta all’abbuffata compulsiva QUI E ORA. Mi spiego meglio.
La dimensione temporale è quella più importante per il Binge Eater. Pensiamo al cibo continuamente, il nostro è un pensiero fisso e martellante, viviamo in un eterno presente fatto di ossessione, vergogna, disgusto e abbuffata. Per riuscire a combattere la battaglia proprio quando si presenta, dunque, é essenziale conoscere e riconoscere la catena del Binge Eating – fatta di momenti emozionali e di azioni – per arrivare al controllo e alla guarigione della malattia stessa.
Le tecniche di Mindfulness e Meditazione consigliano proprio il lavoro sul momento presente, sull’istante del qui e ora, dove avviene la guerra contro la alimentazione incontrollata. La scienza, d’altra parte, sta già confermando il risultato sorprendente della pratica di meditazione consapevole applicata al cibo: uno strumento potente per ottenere una relazione più razionale con il cibo che mangiamo.
Una revisione sistematica pubblicata su Eating Behaviors nel 2014 da Katterman et al. conferma che la meditazione consapevole può aiutare gli individui a ridurre il consumo emotivo e gli episodi di abbuffata. Le pratiche di consapevolezza vengono integrate con i modelli terapeutici esistenti, come la terapia cognitivo-comportamentale, per raggiungere grandi traguardi.
Perché un tale metodo, considerato ancora “sperimentale” in Italia, è invece così efficace? Vediamolo insieme!
Allontana il giudizio su se stessi
Molte persone che soffrono di disturbi alimentari come il Binge Eating o il mangiare emotivo provano sensi di colpa e vergogna dopo episodi di alimentazione compulsiva, per non parlare dei perenni problemi di autostima. Questi sentimenti di giudizio negativo innescano la continuità dei modelli alimentari in quello che può sembrare un ciclo infinito che si autoalimenta e al quale non c’è rimedio.
La meditazione consapevole, al contrario, promuove un’osservazione non giudicante della realtà. Una mentalità comprensiva – persino compassionevole – che aiuta le persone ad abbracciare una varietà di emozioni, compresi i sentimenti negativi, senza cercare attivamente di sopprimerli o sostituirli con il cibo.
Crea una nuova abitudine
La Mindfulness è un ottimo strumento per riconoscere dei comportamenti che altrimenti sarebbero automatici. Quando i mangiatori emotivi usano ripetutamente il cibo per far fronte alle emozioni, i centri di ricompensa nel loro cervello vengono stimolati attraverso un aumento della dopamina e della serotonina (lo abbiamo visto qualche paragrafo fa). Anche il ricordo della ricompensa viene rafforzato più volte, portando alla creazione di un comportamento abituale. Questo modello è particolarmente pronunciato quando coinvolge cibi altamente appetibili che sono carichi di zucchero, sale e grassi, alimenti che compromettono la regolazione dell’appetito e creano dipendenza. Una volta creata l’abitudine, dunque, anche il mangiare emotivo diventa automatico, generando la sicurezza che non ci sia un’alternativa valida a quel comportamento deviante.
La consapevolezza, al contrario, è un potente alleato nella lotta per interrompere questo ciclo e riportare l’ascolto e la comprensione di ciò che accade all’interno di un comportamento alimentare corretto.
Rende più chiari i segnali fame e sazietà
Quando un evento innesca un’emozione, i “mangiatori di emozioni”, invece di mangiare cibi gratificanti con il pilota automatico, possono imparare a fermarsi, osservare la situazione e scegliere di reagire in modo diverso nel qui e ora.
La consapevolezza delle sensazioni corporee può aiutare i Binge Eater a riconoscere gli spunti di fame e sazietà, rendendo più facile per loro riconoscere immediatamente quando stanno per mangiare per ragioni che non sono legate alla fame fisica.
Inoltre, esercizi consapevoli e lenti possono aiutare a interrompere il ciclo di “reazioni” alimentari innescate da stress o nervosismo. Questo può anche avere benefici per le persone che vogliono lavorare per la perdita di peso, perché un’alimentazione lenta fornisce al corpo quei 20 minuti necessari per inviare il segnale di sazietà al cervello, rendendo più facile il non mangiare troppo.




Energia: se stessi prima del cibo
Ansia, attacchi di panico, forme più o meno lievi di depressione… come abbiamo visto in più di una occasione, molto spesso il lavoro da fare parallelamente al costruire un nuovo rapporto con il cibo è il lavoro su se stessi. Io la chiamo Energia, ed è esattamente il modo in cui ci presentiamo al mondo.
Ci hai fatto caso come il tuo umore cambia di giorno in giorno? Hai notato come, a volte, riscuoti un enorme successo tra le persone e altre, al contrario, nessuno si avvicina a te? Il modo in cui il mondo reagisce alla tua presenza non è un caso, e dipende proprio dall’energia che il tuo corpo sprigiona. I nostri corpi sono intelligenti e sanno quando qualcosa dentro di noi non funziona. Ci inviano dei piccoli segnali sotto forma di vibrazioni sia finisce che emotive: un pianto inaspettato, un dolore improvviso, uno scatto di nervosismo, una giornata di apatia totale. Ogni singola decisione che prendiamo dipende dal nostro livello di energia il quale, se troppo basso, può portarci ad isolarci dal mondo e vivere in solitudine… o peggio ancora a vivere con l’unico conforto datoci dal cibo e dal momento dell’abbuffata incontrollata.
Come si risolve tutto ciò? Lavorando l’energia. Così come l’allenamento che facciamo in palestra o da autodidatta, anche l’energia del corpo può essere allenata attraverso una serie di esercizi mirati che puntano alla costruzione di un nuovo rapporto con noi stessi. Portando la nostra energia da un livello basso ad un livello alto, infatti, possiamo sentirci più vitali, generare compassione dentro di noi, creare delle nuove buone abitudini quotidiane che ci aiutano a sentirci meglio e a ritrovare la forza di lottare.
Allontanare il “tanto ormai”, in definitiva, dipende da quanto siamo disposti ad investire sulla nostra energia, per ritrovare la forza di lottare contro il Binge Eating e, stavolta, riuscire a controllarlo una volta per tutte.
Life Coach: un nuovo stile di vita
“Per combattere e vincere il Binge Eating non serve un life coach che si spacci per medico. Solo una vera terapia professionale funziona e non mette a rischio la salute delle persone
Molti Binge Eater disperati e commentatori del blog e dei miei canali social mi scrivono di continuo ripudiando il mio lavoro di informazione sul Binge Eating perché secondo loro “non sono una professionista alimentare”.
Facciamo chiarezza.
Essere seguiti da un medico specializzato e da una serie di professionisti certificati è essenziale per guarire dai disturbi alimentari, e non ho mai detto il contrario. Mai. Del resto, lo scopo di questo articolo è proprio questo: individuare i tanti “mondi” che accompagnano il Binge Eater e che vanno affrontati di concerto. Non in maniera esclusiva, ma INSIEME.
Proprio per questo motivo, dunque, ciò che serve prima di ogni cosa è una persona che lavori insieme a noi, e che è disposta a faticare con noi per impostare ognuno di questi ambiti e fare in modo che proseguano in parallelo. Una persona che unisca il lavoro sull’energia e sulla crescita personale con quello dello psicologo e del nutrizionista, qualcuno che ci dia la forza di lottare quando ci sentiamo giù e che sia la nostra àncora di salvezza quando siamo ricaduti e non riusciamo a rialzarci.
Chi meglio di un life coach, dunque? Un personal coach, un allenatore di vita, in pratica, è la ciliegina sulla torta del lavoro che il Binge Eater fa dentro e fuori di sé con i professionisti e i medici… ecco perché secondo me è imprescindibile.
Molte personalità di successo nel mondo dell’imprenditoria e della politica, del resto, fanno ricorso continuamente a life coach per impostare le proprie strategie di successo e affrontare i propri demoni. Sono tantissime, inoltre, le star di Hollywood che continuano a combattere i disturbi alimentari insieme al proprio coach personale, in un lavoro che non sostituisce i professionisti ma lo AMPLIFICA. L’obiettivo è uno soltanto: la SALUTE e la GUARIGIONE dal Binge Eating dentro un rinnovato stile di vita sano. Vi sembra qualcosa che può “nuocere gravemente alla salute?”.
Strumenti pratici per il Binge Eating
Come ho detto più volte, la cura dei disturbi alimentari passa anche attraverso il diventare RESPONSABILI della propria guarigione. Assieme al lavoro che si fa con i professionisti, infatti, sono molto utili alcuni strumenti da usare nel quotidiano per combattere la fame nervosa all’interno della propria routine. Ecco un elenco di tutti gli strumenti che DEVI ASSOLUTAMENTE INSERIRE all’interno della disciplina del Binge Eating.
Calendario del Ciclo Mestruale
Il Calendario del Ciclo Mestruale è uno strumento importante da utilizzare per segnare cosa ti succede a livello emotivo, spirituale, mentale e fisico ogni giorno del mese. Ogni fase mestruale ha un colore diverso, micro cicli all’interno del macro ciclo di 28 giorni. Saperli riconoscere, dunque, è l’elemento chiave per poter comprendere cosa senti a livello mentale e fisico. Ascolta la tua mente, ascolta il tuo corpo, scrivi senza giudicare. Scoprirai dopo un ciclo di controllo di 2-3 mesi come il percorso è simile mese per mese, anche contando le minime percezioni!
Per gli uomini: anche se non avete il ciclo, è importante utilizzare il calendario come metodo di controllo delle emozioni e delle percezioni corporee… quindi vi invito a farlo usando questo strumento come analisi di voi stessi!
Diario Alimentare
Il Diario Alimentare aiuta a sviluppare una nuova abitudine di godere del cibo intenzionalmente.
Questo strumento, con un ripetuto utilizzo, diventerà il tuo migliore alleato: è lo strumento nel quale dovrai segnare tutto ciò che ti succede in abbinamento al cibo: la sensazione di Craving, la frequenza delle abbuffate, le volte nelle quali hai resistito e controllato il Craving, i cibi che hai mangiato, la quantità ecc. È abbastanza libero, l’importante è essere onesti con se stessi e con le proprie emozioni.
Negli spazi vuoti del Diario, dunque, dovrai inserire cosa hai mangiato in ogni momento e anche la quantità. L’importante è decidere prima cosa mangiare in ogni momento e preparare il piatto con solo quello che hai deciso, per evitare di eccedere e non controllarti.
Risorse gratuite
Ebook su come vincere le abbuffate o libri sul Binge Eating Disorder… studiare è uno dei metodi più efficaci per far fronte alla fame emozionale. Attraverso lo studio, infatti, puoi…
- “collegare i punti”, come diceva Steve Jobs, e comprendere meglio te stesso e la tua malattia;
- sentirti meno solo, scoprendo che tante persone lottano come te ogni giorno;
- imparare a lavorare anche da solo per la tua guarigione.
Cerca spunti online: libri, ebook, articoli sui disturbi alimentari. Leggili, prendi appunti, segui i consigli di personalità che prima di me e te hanno studiato il meraviglioso mondo della mente e dell’ascoltare il corpo. Luminari, anime spirituali che hanno toccato dei punti bassi nella loro esistenza, ma che hanno trovato modi diversi per reagire e per risalire in superficie ancora più forti di prima. E rileggili: saranno la tua bussola quando ti perderai, perché nella rilettura è la chiave per comprenderli a fondo e imparare da essi.
Tutti coloro che sono iscritti alla mia Newsletter e hanno acquistato il video corso BED LIONS avranno in regalo l’e-book sull’alimentazione consapevole “Alla scoperta del cibo”, realizzato in collaborazione con Veronica Pacella. Un modo nuovo di ripensare il rapporto con il cibo in 4 step essenziali; consigli nutrizionali per scoprire un mondo fatto di dialogo e contatto con se stessi in relazione al cibo.
Binge Eating Disorder Test
È un test a risposta multipla che ti consente di valutare il grado di incidenza del Binge Eating sulla tua vita. Questo test per i disturbi alimentari online non è un sostituto per la consulenza medica professionale, diagnosi o trattamento del Binge Eating, ma un modo semplice per iniziare a dialogare con se stessi e aprirsi all’accettazione del proprio disturbo. Fai il Binge Eating Disorder Test, e salvalo per poterlo rifare una seconda volta durante il corso, e alla fine. In questo modo puoi confrontare i tuoi progressi nel corso del tempo e capire quanto sei bravo!
** Questo quiz NON È uno strumento diagnostico. Se cerchi una diagnosi di BED, oltre alla tua, rivolgiti ad un medico o ad un professionista sanitario qualificato.
Il mio metodo di guarigione: BED LIONS
Proprio perché ci tengo alla tua guarigione, dopo 10 anni di studio e 1 di lavoro, ho creato un percorso di guarigione che nasce dalla mia esperienza personale. Soffri di alimentazione incontrollata e non sai cosa fare? Nella mia esperienza c’è la mia chiave personale per Guarire dal Binge Eating imparando a controllare la malattia.
ACCETTARSI, ESSERCI, IMPARARE, GUARIRE, AMARSI. 5 passaggi fondamentali per poter mettere a tacere quell’orribile sensazione di fame, la mancanza di controllo e anche il senso di colpa che nascono dal Binge Eating. Ricordati da dove nasce il Binge Eating e che non dipende da te, ma ricordati anche che controllare la malattia e lottare ogni giorno è compito tuo.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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