Disturbi alimentari e gravidanza sono un’accoppiata molto diffusa. La bulimia in gravidanza, in particolare, vede numeri sempre più crescenti e preoccupanti. Approfondiamo tutto nell’articolo.


Casistica in aumento

La bulimia in generale colpisce soprattutto le donne che, da sole, rappresentano una percentuale variabile tra l’85% e il 90% dei pazienti; l’età più a rischio è la tarda adolescenza, ma può verificarsi anche in età adulta. 

A maggior ragione, dunque, un periodo complesso come quello della gravidanza è molto “esposto” ai colpi di un disordine alimentare.

Anche se in Italia mancano statistiche ufficiali del Ministero della Salute e degli enti di ricerca (!!!), secondo i dati raccolti da diversi studi anglosassoni circa il 5-8 % delle donne incinta soffre di un disturbo alimentare. E la bulimia in gravidanza continua ad aumentare. 


Gravidanza e bulimia: cosa succede alla mamma?

È frequente che le donne che hanno sofferto di DCA precedentemente o che lo sviluppano in gravidanza, nelle prime settimane di gestazione assistano alla nascita della patologia alimentare legata  all’ossessione del cibo e delle calorie per non prendere troppo peso.

Oltre alla pregoressia, di conseguenza, potrebbe svilupparsi il desiderio di controllare l’aumento di peso ricorrendo al vomito compensatorio, il tipico segnale dello sviluppo della bulimia nervosa. 

Quel vomito che nelle future mamme è un fenomeno del tutto naturale, però, nel caso di donne affette da bulimia potrebbe essere un comportamento indotto o addirittura accentuato per il controllo del peso, capace di creare gravi danni alla salute di mamma e bambino. 


Colpa e Vergogna sociale

In alcune donne che lottano con la bulimia, poi, potrebbero coesistere intensi sentimenti di colpa o vergogna durante la gravidanza: l’ansia di non essere all’altezza nel portare avanti la gravidanza e di non riuscire a prendersi cura della vita che cresce, infatti, porta molto spesso all’isolamento sociale e all’acuirsi del DCA.

Assistiamo, inoltre, ad una nuova ossessione in cui molte donne s’impongono di dimagrire in gravidanza per scongiurare l’aumento di peso.

Sono diversi e importanti i rischi della bulimia in gravidanza, e i numeri parlano di un aumento esponenziale dei casi dovuti anche ad una pressione sociale eccessiva sui corpi e sulle performance.


Bulimia e fertilità

È bene ricordare che ognuno dei comportamenti descritti precedentemente può diventare la causa della perdita della gravidanza stessa.

La bulimia in gravidanza, del resto, può danneggiare anche la fertilità, e non solo perché frequentemente capita che chi vive la bulimia soffra di amenorrea, ovvero cessi di avere il ciclo mestruale, ma anche perché limita le chance del bambino di farcela.

Scientificamente è stato provato che donne che hanno sofferto di bulimia impiegano 6 mesi in più delle altre per riuscire a rimanere incinte.

Il più delle volte il fenomeno è reversibile, ma il ritorno alla fertilità e ad un normale ciclo di ovulazione potrebbe dover richiedere cure specifiche. 


Rimanere incinta se si soffre di bulimia: lo studio

Secondo uno studio condotto dal King College di Londra, chi soffre o ha sofferto di problemi di bulimia può avere serie difficoltà nel rimanere incinta, in quanto la capacità di fertilità per la donna diminuisce fortemente. 

La ricerca – effettuata su un campione di 11.088 donne gravide – ha analizzato anche le condizioni di vita e di famiglia antecedenti alla gravidanza. 

È emerso che circa il 40 % delle donne che soffrivano di bulimia e anoressia aveva impiegato più di sei mesi prima di rimanere incinta, a differenza di chi non aveva avuto disturbi legati all’alimentazione. E di queste donne, infine, circa il 6% era stato costretto a sottoporsi ad un trattamento per la fertilità. 

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