Temperature roventi, afa, sudore invitano ad indossare pochissimi capi e a lasciare nude molte parti del corpo. Shorts, minigonne, top, canotte sono un must della stagione più calda… ma non per chi soffre di DCA, che rimane vittima di un cortocircuitò e emozionale e comportamentale schiacciante e limitante. Scopriamo insieme tutte le ossessioni che riguardano il rapporto Corpo – Mare, specie per chi soffre di DCA.


INDICE:


Questione di peso

Che valore diamo al nostro peso corporeo? Quanto ci limita o ci condiziona nelle attività di tutti i giorni?

Già quasi tutte le azioni e le scelte della vita ruotano intorno a quanto ci sentiamo “a posto” con noi stessi e con le nostre forme, figuriamoci quanto questo valore diventi rilevante soprattutto in vista dell’estate, quando il corpo viene scoperto “per forza di cose”. 

Temperature roventi, afa, sudore invitano ad indossare pochissimi capi e a lasciare nude molte parti del corpo. Shorts, minigonne, top, canotte sono un must della stagione più calda… ma non per chi soffre di DCA, che rimane vittima di un cortocircuito emozionale e comportamentale schiacciante e limitante.

Specchio e Bilancia: ossessioni del 21º secolo

Specchio e bilancia, specie d’estate, causano molti danni, diventando delle vere e proprie ossessioni. 

Guardarsi allo specchio e non piacersi, accentuando i difetti e non accettando il proprio corpo per quello che è, è la nostra tortura quotidiana. 

La bilancia – una fissa per chi vuole godersi l’estate (e non solo) – è, inoltre, una vera e propria traditrice. Pesarsi più volte al giorno e giudicarsi per i mancati risultati ottenuti con quel dannato numero che non ci abbandona, anche se ha senso dal punto di vista matematico per la perdita di peso, diventa comunque il nostro mantra quotidiano.

Come fare per stabilire, piuttosto, un rapporto più amichevole in cui si applica la gratitudine verso ogni parte del corpo e una sana analisi delle parti che vorremmo migliorare o che accettiamo?

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Ti scopri solo se te lo puoi permettere

Chi è grasso o in sovrappeso non si può “permettere” tutto. Non può vestirsi come vuole anche se è a proprio agio, non può entrare in un negozio e sapere che ci sarà sicuramente la sua taglia.Se ha le braccia grosse, meglio non scoprirle. Idem per le gambe, banditi i capi dal ginocchio in su se non sei snella.

Grasso uguale brutto, insomma, specie in estate, quando il caldo is trasforma in vera tortura. Meglio perdere litri di sudore che non subire la vergogna di essere osservati (col timore di essere giudicati) da testa a piedi.


Costumi e Inclusività: Bikini o Intero?

In tempi recenti, stiamo assistendo ad una sensibilità maggiore di case produttrici e pubblicità verso le cosidette taglie “curvy”. Ecco, quindi, che in tema inclusività qualcosa è cambiato e una taglia 50, ad esempio, può sperare in un ventaglio più ampio di scelta per i costumi. L’enigma, però, resta sempre lo stesso. Per un fisico più rotondo, è meglio indossare un bikini o il costume intero?

Pareri contrastanti, certo è che tra le opzioni non c’è solo lo slip con nastrini laterali e super sgambato ma anche la più vintage mutanda alta, molto in voga e adatta a tutti i corpi. Evviva! Poi però facciamo decidere al gusto e all’istinto, che quelli davvero non sbagliano mai!

Ogni corpo è valido”: lo spot Freeda per l’estate 2021

La pagina Instagram di Freeda ha pubblicato qualche giorno fa un mini-video/spot con una ragazza dalle forme generose che decide finalmente di scoprire le braccia; lo sketch è accompagnato dalla didascalia “Ogni corpo è valido, non lasciamo che nessuno ci dica come dobbiamo vestirci”. Un manifesto della body positivity e del self love in piena regola con tanto di hashtag e una musichetta scanzonata.

Peccato che non manchino, come spesso accade sui social, i commenti sarcastici o supponenti del tipo “È lo specchio a dirci cosa indossare, non ignoriamolo…”.


Il Business del Corpo

Dalla primavera si ripete ogni anno un vero e proprio bombardamento pubblicitario relativo a creme, pillole miracolose, tour de force per prepararsi al meglio all’estate.

Sembra quasi un dovere quello di essere pronti alla fatidica “prova costume”, una sfida da compiere in tempo per essere accettati e accettabili.

Curare e coccolare il proprio corpo è fondamentale e nessuno lo mette in discussione, certo è che la tematica “corpo/immagine” è una gallina dalle uova d’oro che porta molto indotto, una macchina da soldi che non si fermerà mai.

Basta avere pazienza e attendere il prossimo spot. Tanto tra poco arriva Natale!


La Dispercezione corporea

Chiamato anche disturbo dell’immagine corporea, la dispercezione (o body dysmorphic disorder oppure dysmorphophobia) è quella sensazione di essere diversi (spesso più grandi o molto meno in forma) da come si è realmente. 

Una percezione non veritiera di quello che si è nella realtà, un’immagine riflessa allo specchio non fedele ma distorta dalla mente. Riguarda il corpo nella sua totalità ma anche le zone “critiche” di fianchi, addome e glutei per le donne, i capelli per gli uomini, e in generale i tratti del viso come il naso o le rughe, fino ad arrivare addirittura ai genitali.

Una distorsione della propria immagine che compromette le relazioni sociali, le scelte di tutti giorni, diventando una vera e propria ossessione per le imperfezioni e compromettendo la serenità della propria vita. E che in estate diventa un pallino di non poco conto che trasforma le relazioni sociali. 


Odio l’Estate

Con l’estate sembra che tutto il mondo senta la necessità di stare all’aria aperta e di aumentare la socialità. Tutti tranne chi non vive un rapporto sereno con il proprio corpo e preferisce continuare l’isolamento pur di non mostrare quei chili di troppo o quei fianchi molto larghi.

C’è molta gente, del resto, che da anni evita di andare al mare per non sentirsi osservata e giudicata. Bisbigli, paroline non gradite, consigli non richiesti sul proprio fisico sono molto frequenti e provengono proprio dalle persone più vicine.

Sarebbe opportuno non giudicare con troppa leggerezza e mostrare un po’ di tatto ed empatia da una parte, dall’altra iniziare a farsi scivolare addosso le frasi crudeli.

Tanto per l’ignoranza e la cattiveria non c’è davvero alcun rimedio.


Liberi come Ariel

La libertà è un concetto ampio e racchiude vari aspetti della vita di una persona. E’ un diritto, una conquista, la facoltà esprimersi in mille modi e nel rispetto degli altri.

Rivendicare il proprio ruolo e il proprio modo di essere, chiedere rispetto per quello che si è, senza e senza ma, è uno dei temi dominanti della nostra società.

Religione, Sessualità, addirittura colore della pelle, ma anche corpo: c’è ancora tanta strada da fare per l’accettazione piena degli altri e di sé stessi. 

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La metafora della Sirenetta 

Un po’ tutte le principesse del mondo Disney compiono un percorso che le porta a crescere, trasformarsi, evolversi.

La Sirenetta, più di altri, rappresenta a mio avviso la metafora di un individuo che non si sente a proprio agio nella propria condizione, aspira ad un mondo diverso da quello a cui appartiene. Ariel non sogna di essere diversa, vuole finalmente essere sé stessa!

In più s’innamora e questa è la molla per cambiare a tutti i costi e con coraggio.

Trovo molta assonanza con la voglia di tanti di perdere peso non per assecondare gli altri ma per ritrovarsi, rimanendo fedeli a quello che si è nel profondo.

È un lavoro quotidiano e testardo in cui ci siamo solo noi e le nostre frasi motivazionali, la grinta e la resilienza, e la sicurezza di sapere che accettare l’immagine allo specchio è il primo passo per cominciare ad amarsi.


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