La Diet Culture e l’industria alimentare che il mondo della dieta dimagrante ha generato fatturano ogni anno circa 3.4 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, 175 miliardi nel mondo. Una fiducia generata nei consumatori che, purtroppo, non corrisponde ad un reale beneficio a lungo termine in termini di perdita e mantenimento del peso corporeo. In questo articolo, andiamo a scoprire e analizzare tutti i dati aggiornati che riguardano il mondo della Diet Culture, tra speranze, promesse infrante e mantenute.
Perdita di peso e dieta: un’industria da 175 miliardi di $
Per diete dimagranti o per il mantenimento del peso si fa riferimento ad a una serie di linee guida dietetiche che consigliano di aiutare le persone a perdere peso o mantenere un peso specifico.
Mentre la perdita di peso si concentra sulla riduzione del peso corporeo, la pratica di apportare modifiche alla dieta e allo stile di vita per mantenere un peso corporeo sano è nota come “gestione del peso”.
In genere, chi fornisce queste diete sono i dietologi e nutrizionisti, raccomandando alimenti da consumare e dimensioni delle porzioni. In base all’altezza, al sesso e all’età di una persona, comunque, la maggior parte dei programmi per la gestione del peso incoraggia una dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico.
Trend principali del mercato nel 2022
- La crescente incidenza dell’obesità è uno dei principali fattori che alimenta l’espansione del mercato delle diete dimagranti. A causa di stili di vita poveri e consumo eccessivo di fast food, d’altra parte, l’obesità è diventata sempre più comune (solo in Italia, sulla popolazione, il 46% degli adulti e il 26,3% dei bambini risulta obeso). Un aumento della prevalenza di condizioni croniche come attacchi di cuore, diabete, ipertensione e disturbi ortopedici è associato all’obesità. Di conseguenza, la domanda di alimenti nutrienti e di una dieta equilibrata sta promuovendo l’espansione del mercato;
- La popolarità dei piani dietetici e delle strutture per il fitness, la crescente domanda di cibo spazzatura, nonché la migliore comprensione delle alternative per la perdita di peso (es. beveroni proteici) e la gestione del peso, stanno contribuendo all’espansione del mercato;
- La quota di mercato globale della dieta per la perdita di peso e la gestione del peso è in aumento a seguito di numerose iniziative di vari governi e organizzazioni a scopo di lucro/senza scopo di lucro per promuovere l’attività fisica e comportamenti alimentari positivi a livello locale, regionale e internazionale. Attraverso incentivi e sforzi per il benessere, i governi e le aziende di tutto il mondo vogliono lavorare per ridurre la prevalenza dell’obesità e delle malattie croniche;
- Un certo numero di importanti produttori ha introdotto integratori alimentari freschi con nuove miscele di fibre, erbe e minerali per aiutare i consumatori a migliorare i loro tassi di metabolismo. Ciò ha avuto un effetto notevole sul mercato delle diete dimagranti a livello globale.
Trend previsti per il 2023
Secondo recenti stime EMR, il mercato della perdita/ gestione del peso dovrebbe crescere dell’8,50% tra il 2023 e il 2028, raggiungendo un valore di 282,53 miliardi di dollari nel mondo entro il 2028.
Per tutto il periodo di previsione, si prevede che il mercato globale della dieta per la perdita di peso e la gestione del peso si svilupperà più rapidamente nel settore delle bevande (sostitutive o integrative).
Le bevande comunemente utilizzate per la perdita di peso e la gestione del peso, tra le altre, includono liquidi a basso contenuto calorico, tisane e frullati proteici.


Osservatorio Nestlé: gli italiani e l’alimentazione per il 2023
La ricerca ha coinvolto duemila persone, rappresentative della popolazione italiana, che hanno risposto a 58 domande sul proprio stile di vita alimentare, per avere un quadro chiaro sullo stato di salute e il livello di soddisfazione circa alimentazione, sostenibilità, umore, emozioni, relazioni e desideri nascosti o profondi del nostro Paese. Ecco i risultati:
- secondo i professionisti che hanno analizzato i risultati della ricerca – il sociologo Paolo Crepet, l’antropologa Marta Villa e il nutrizionista Giuseppe Fatati – gli italiani sarebbero stressati e preoccupati (e spesso confusi e in contraddizione);
- le persone coinvolte hanno affermato di dormire male, non accettare il proprio corpo e di non sapere come gestire le amicizie;
- isolamento e sedentarietà, complici anche i social network, sarebbero la causa di insoddisfazione, obesità e solitudine (tanto che molti rinunciano a qualsiasi tipo di amicizia).
Gli italiani e il rapporto con la dieta
- Nonostante il quadro dipinto dai risultati sembri tetro, gli italiani risultano più consapevoli e attenti circa la propria alimentazione.
- Mangiare sostenibile diventa una priorità, sia dal punto di vista egoistico sia dal punto di vista dell’impatto ambientale. A tal proposito, gli italiani sono disposti a mangiare meno ma con maggiore qualità.
- È aumentato il consumo di frutta (+36%), verdura (+40%) e yogurt (+26%), mentre diminuisce quello di superalcolici, dolci, salumi, pesce e carne (- 48 %), formaggi.
- Il 71% si reputa informato in materia di educazione alimentare, su diversi argomenti e livelli, mentre il 46% conferma di pesare le porzioni di cibo che mangerà.


Il dato interessante
- Sebbene il 49% dei partecipanti alla ricerca ha dichiarato di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata per controllare il proprio peso, la maggior parte di essi dimostra un grado di incoerenza circa i risultati di queste “buone intenzioni”.
- Circa la metà dei rispondenti, infatti, non è soddisfatta dell’aspetto fisico e, nonostante le intenzioni di mangiar meglio e migliorare, un italiano su due afferma di avere uno stile di vita sedentario e di non fare nulla per cambiarlo.
- Solo il 4.6% fa sport di squadra, confermando una tendenza all’isolamento anche nella pratica sportiva.
- Infine, sulla gestione alimentare insieme ai figli, il 93% afferma che la figura dedita è ancora la madre per la quale, però, tale gestione risulta complicata per il 56%.
Perdita di peso e dieta: i dati principali negli USA
Questi dati sono ripresi dalle analisi periodiche dell’International Food Information Council, una risorsa preziosa per estrapolare dati americani e mondiali circa i trend alimentari. La IFIC è un’organizzazione senza scopo di lucro per l’educazione alimentare e la ricerca incentrata su scienza, salute e ambiente. Ecco i principali dati demografici per gli Stati Uniti a fine 2022:
- Il 52% delle persone tra i 18 e i 34 anni ha provato una dieta nell’ultimo anno;
- Il 43% di tutte le donne ha seguito una dieta nell’ultimo anno. Per gli uomini, il dato è del 34%;
- Il 50% degli ispanici ha recentemente fatto una dieta, contro il 34% dei bianchi non ispanici;
- Il 32% degli afroamericani afferma di cercare attivamente benefici per la salute. Solo il 19% dei bianchi non ispanici afferma lo stesso;
- Oltre il 20% di tutti gli intervistati afferma che la perdita e la gestione del peso sono i principali benefici per la salute che ricercano nell’approccio al cibo.
Le motivazioni per la perdita di peso
Obesity Reviews, un altro strumento prezioso per la ricerca, ha anche fornito dati da decine di studi sulla motivazione alla perdita di peso, che possono essere sintetizzati in questo modo:
- Il 95% delle persone desidera perdere peso per il proprio benessere (il 35,3% per migliorare la salute);
- l’84,6% per migliorare la forma fisica;
- il 73,9% per migliorare l’autostima;
- il 71,4% per migliorare l’aspetto;
- Il 46,2% delle persone cerca di perdere peso a causa dei desideri di un partner;
- Il 27,8% per i commenti in famiglia;
- il 40% a causa di una consulenza medica o professionale;
- il 37,8% per migliorare la vita sociale o evitare discriminazioni;
- il 32,2% per migliorare la vita professionale o la vita personale in generale.


Perdita di peso: le tipologie
I seguenti dati, sempre estrapolati da Obesity Reviews, rappresentano i metodi principali con cui le persone hanno cercato di perdere peso, classificati in ordine di rilevanza. Molti degli intervistati, ovviamente, hanno risposto con più di un’opzione:
- il 62,9% delle persone ha cercato di perdere peso facendo esercizio fisico;
- il 62,9% ha mangiato di meno in generale;
- il 50,4% ha aumentato il consumo di frutta e verdura;
- il 44,7% ha cercato di perdere peso bevendo più acqua;
- il 42,7% ha scelto di mangiare meno cibo spazzatura;
- il 38,6% ha dichiarato di consumare meno zucchero rispetto al passato;
- il 35,3% ha scelto alimenti a basso contenuto calorico per perdere peso;
- il 30,4% ha mangiato meno carboidrati;
- il 29,2% ha mangiato meno grassi;
- il 16,4% delle persone ha saltato i pasti per perdere peso.
La Diet Culture e le scelte alimentari
Dato che, per perdere peso, la maggior parte dei tentativi riguarda le scelte alimentari e la scelta della dieta dimagrante, vediamo insieme quali sono le principali decisioni in merito.
- Sempre secondo l’International Food Information Council, il 10% di tutte le persone a dieta utilizza il conteggio delle calorie.
- Quasi il 40% delle persone afferma che il motivo della dieta è “perdere peso”.
- Poco meno del 30% vuole prevenire l’aumento di peso (confermando come la dieta sia ancora una strategia di “recupero” e non “preventiva” per imparare a mangiare).
- Altri dati separati e raccolti con il supporto del Center for Disease Control and Prevention, inoltre, indicano che la dieta più comune è la restrizione calorica.
- Il 15% degli adulti statunitensi utilizza una qualche forma di integratore per la perdita di peso (21% delle donne e il 10% degli uomini).
- Ogni anno vengono venduti 2,1 miliardi di dollari solo di integratori per la perdita di peso.
- La perdita di peso è una delle ragioni principali per l’uso di integratori.
- Per quanto concerne l’aumento di peso, il 22% incolpa lo zucchero, il 20% incolpa i carboidrati, il 14% attribuisce la colpa ai grassi.
A questo punto, andiamo ad analizzare il mondo della dieta nello specifico per capirne i dati riguardanti successi e fallimenti nel breve e nel lungo periodo.
Le mille e una dieta: servono davvero?
Ora diamo uno sguardo ad alcune tra le più famose diete in circolazione, riassumendo le principali caratteristiche, i risultati promessi, l’efficacia nel tempo e i rischi connessi (aiutati anche con la grafica successiva):
- CRONODIETA: si basa sui ritmi biologici del corpo per alimentarsi nelle giuste ore;
- ATKINS: popolare regime alimentare a basso contenuto di carboidrati, strutturato su diverse fasi per la perdita di peso;
- CHETOGENICA: dieta normo proteica a basso contenuto di carboidrati, perché si basa sul principio che ridurre gli zuccheri e permette al corpo di bruciare le riserve di grasso con il rilascio di chetoni;
- DISSOCIATA: prevede l’assunzione di carboidrati, grassi e proteine in momenti diversi della giornata, quindi separati l’uno dall’altro;
- A ZONA: si basa su uno schema preciso. A ogni pasto, dovresti avere davanti a te un piatto composto dal 40% delle calorie derivate dai carboidrati, dal 30% dai grassi e il restante 30% dalle proteine;
- PLANK: regime iperproteico a schema fisso, che elimina quasi completamente i carboidrati e le fibre concentrandosi molto sulle proteine e sul caffè;
- DUKAN: iperproteica e chetogenica (prevede di ricavare energia da proteine e grassi, in carenza di carboidrati) e ipocalorica, che consiste in quattro fasi (attacco, crociera, consolidamento, stabilizzazione);
- DEL GRUPPO SANGUIGNO: basata sull’eliminazione di determinati alimenti o di gruppi di alimenti esclusivamente in base al proprio gruppo sanguigno;
- SIRT: si fonda su alimenti speciali che agiscono nel corpo subito dopo la loro assunzione, attivando proteine specifiche nel corpo chiamate sirtuine (enzimi).


La migliore dieta al mondo: il caso della Dieta Mediterranea
Ogni anno vengono pubblicate le classifiche annuali di U.S. News & World Report dei migliori piani dietetici al mondo. Ancora una volta, la dieta mediterranea, che enfatizza frutta, verdura, olio d’oliva e pesce, ha ottenuto il primo posto, come migliore dieta in assoluto. Del resto, è il sesto anno consecutivo.
Dopo la dieta mediterranea, due regimi alimentari a pari merito si dividono il secondo posto:
- la Dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), che combatte l’ipertensione e enfatizza frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e latticini a basso contenuto di grassi.
- la Dieta flexitariana, che si concentra su frutta, verdura e altri cibi sani ma consente anche carne occasionale.
Come mai? Perché sono dei regimi dietetici che enfatizzano:
- il consumo di alimenti di stagione e non processati;
- il consumo di cereali;
- il consumo moderato di carni rosse;
- nessuna restrizione, varietà a tavola, sorrisi!
Proprio per tali ragioni, questi 3 regimi alimentari rappresentano un modo di vivere salutare e felice, libero dall’ossessione del cibo.
Le peggiori diete al mondo
La classifica appena citata delle migliori diete al mondo conta anche un rovescio della medaglia: le peggiori diete sulle quali fare affidamento!
In tal caso, si mettono a confronto la perdita di peso nel breve periodo, la varietà della dieta, la sostenibilità nel lungo periodo, i dati di recupero del peso perso (se mantenuto o meno), lo sfociare in comportamenti alimentari disordinati (spesso veri e propri disturbi alimentari) e, ovviamente, la soddisfazione generale delle persone che le hanno seguite.
- la dieta Paleo, solo selvaggina, seguendo lo stile alimentare delle popolazioni prima dell’agricoltura;
- la dieta Keto, ricchissima di grassi e povera di carboidrati;
- la dieta Atkins, che elimina frutta e verdura, aumentando il consumo di proteine animali;
- la dieta Optavia, pochi carboidrati e basata quasi esclusivamente su prodotti confezionati;
- la dieta SlimFast, è ad alto rischio di disturbi alimentari;
- la Raw Food Diet (la dieta dei cibi crudi), poco calorica e sostenibile nel lungo periodo.


La questione dei carboidrati
La ricerca mostra che le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere efficaci per la perdita di peso a breve. MA C’È UN GRANDE MA. Come con molte diete intraprese per perdere peso, può essere difficile attenersi a un approccio così limitato – come una dieta a basso contenuto di carboidrati – specie a lungo termine.
È meglio pensare alle diete come cambiamenti dello stile di vita a lungo termine, piuttosto che tentativi veloci e urgenti di perdere peso eliminando alcuni gruppi alimentari (carboidrati e dolci in primis).
D’altra parte, sono spesso le diete povere di carboidrati a scatenare i comportamenti alimentari disordinati (e a riportare il peso a salire presto, come abbiamo visto qualche paragrafo fa!)
I pericoli della dieta: quasi 950 mila decessi annuali in Europa
Come evidenziato dai dati presentati durante la Winter School 2023 di Motore Sanità, scegliere delle diete sbilanciate costerebbe la vita a quasi un milione di persone all’anno nella sola Europa: oltre 950mila, infatti, i decessi accertati ogni anno che vengono attribuiti a regimi alimentari sbagliati.
E in Italia? Nonostante la dieta mediterranea sia la migliore al mondo (lo abbiamo appena visto), il 40 % degli italiani ha abbandonato questo naturale stile di vita alimentare per altre abitudini, spesso restrittive, sbilanciate, iper-proteiche e insostenibili nel lungo periodo.
Per concludere: secondo il Professor Giorgio Calabrese – ricercatore e docente universitario specializzato in Scienza dell’Alimentazione, nonché consulente del Ministero della Salute – la dieta mediterranea fatta su misura (da professionisti preposti) in base al nostro stile di vita e alla nostra condizione di salute sarebbe l’unica in grado di garantire una alimentazione sana e felice nel tempo.
Successi (pochi) e fallimenti (molti) della Diet Culture
Stando alle ricerche dell’Istituto Gallup, comunque, le diete restano da sempre un trend di nutrizione. Tuttavia, i successi nel lungo periodo sono tutt’altro che dietro l’angolo. Ecco alcuni dati interessanti che riguardano gli Stati Uniti, che dimostrano l’inefficacia della dieta restrittiva nel lungo periodo.
Circa l’80% delle persone che perdono peso lo recupera entro 2 anni
Questa statistica è un duro promemoria della difficoltà di mantenere la perdita di peso e sottolinea l’importanza di sviluppare abitudini sostenibili e cambiamenti nello stile di vita che possono essere mantenuti a lungo termine (ben oltre la dieta dimagrante o restrittiva). Un monito per coloro che intraprendono un viaggio di perdita di peso: il duro lavoro di comprensione e creazione di uno stile alimentare sostenibile inizia proprio se e quando viene raggiunto il peso desiderato!
Il 95% delle diete fallisce (si recupera il peso perso entro 3 anni)
95%! La strada da percorrere per il benessere alimentare potrebbe essere lunga e impegnativa, e non sempre la dieta restrittiva o a basso contenuto calorico può supportare durante tutto il cammino.
La dieta più popolare negli Stati Uniti è la dieta a basso contenuto di carboidrati (il 28% di chi le prova)
È l’attuale tendenza nella dieta negli Stati Uniti, ma anche in Italia. Questo dato mostra come la gran parte della popolazione stia cercando attivamente di ridurre l’assunzione di carboidrati, considerato un fattore chiave nella perdita di peso.
Perché la dieta fallisce?
I nostri corpi vivono molti processi naturali e automatici che rendono difficile seguire una dieta restrittiva. Siamo circondati da fattori ambientali che ci spingono a mangiare molto e abbiamo processi comportamentali che influiscono sulla nostra capacità di seguire una dieta a lungo termine.
Inoltre, quando si tratta di apporto calorico o dispendio energetico a lungo termine, generalmente nessuna dieta è più vantaggiosa dell’altra. Molte comportano un dimagrimento veloce, che però si rivela un’arma a doppio taglio per il corpo e la mente.
Tuttavia, i trend dietetici “alla moda” sono generalmente molto restrittivi e, di conseguenza, diventano insostenibili per un lungo periodo, fattore che contribuisce allo stress mentale di “fallire” quando all’inizio tutto procede in maniera fluida.


Il caso della dieta chetogenica
La dieta chetogenica (cheto), ad esempio, è un modello dietetico caratterizzato da un apporto di carboidrati molto basso, e può essere difficile da seguire a causa della sua natura restrittiva. Il tasso di fallimento della dieta cheto, dunque, diventa elevato proprio perché solo il 5-10% delle calorie proviene dai carboidrati.
Eliminando di fatto anche un’ampia varietà di alimenti, inclusi molti cereali integrali, frutta e verdure, va da sé che questo regime alimentare può stressare il corpo fino a chiedere di nuovo – e in maniera violenta – i carboidrati evitati. E non è l’unico sistema alimentare che porta il corpo a questa reazione controproducente.
Una questione di cambiamenti e ciclicità
Probabilmente hai già incamerato questa equazione per la perdita di peso: mangia meno calorie di quelle che bruci e perderai peso. E, in effetti, a livello scientifico funziona esattamente così.
Tuttavia… tuttavia la la maggior parte delle persone sa che non è così facile come sembra! Perdere peso, d’altra parte, può essere difficile a causa delle forze biologiche che sono al lavoro. Secondo il Dr. Traci Mann, autore di Secrets from the Eating Lab, diventa difficile perdere peso e mantenerlo sulla base di moltissimi cambiamenti personali del corpo della mente. Per non parlare del passaggio del tempo e della ciclicità della vita.
In pratica, non siamo mai uguali anno dopo anno: ecco perché non sempre otteniamo gli stessi risultati di sempre con lo stesso sforzo. Cosa ci mette i bastoni tra le ruote?
- Il tuo cervello cambia. Quando sei a dieta, è più probabile che tu noti e risponda eccessivamente al cibo, specialmente a quelli che sembrano appetitosi o”proibiti”. Il valore della ricompensa del cibo aumenta e il cibo diventa ancora più allettante e più difficile da resistere.
- Il tuo metabolismo cambia. Una volta che inizi a perdere peso, la massa corporea diminuisce, così come il tuo metabolismo basale o la velocità con cui il tuo corpo utilizza l’energia per mantenerti in vita. Ciò significa che hai bisogno di meno calorie e, dunque, bruci anche meno calorie quando ti alleni. Ciò può causare un rallentamento o un plateau del tasso di perdita di peso, mandandoti in tilt il cervello. E se sviluppi l’ormone dello stress, il cortisolo, ecco che i tuoi sforzi non saranno gratificati.
- I tuoi ormoni cambiano. Man mano che perdi grasso corporeo, la leptina (l’ormone che ti fa sentire pieno) diminuisce e il tuo cervello pensa che il tuo corpo stia morendo di fame. Nel frattempo, la grelina, l’ormone che ti fa sentire affamato, aumenta durante una dieta restrittiva, intensificando la fame e la voglia di mangiare di più. Il corpo deve avere cibo per vivere, quindi ha senso che questi sistemi complessi esistano come meccanismi di sopravvivenza.
Dieta e disturbi alimentari


Dieta e disturbi alimentari: causa – effetto?
Secondo la NEDA (National Eating Disorders Association), il 35% delle ‘”diete normali” progredisce verso una dieta patologica. Inoltre, dal 20 al 25% di questi individui sviluppa disturbi alimentari a seguito della dieta intrapresa all’inizio (che diventa, appunto, patologica.
L’insorgenza di disturbi alimentari è, del resto, comunemente associata al seguire diete restrittive, in quanto queste ultime diventano un modo per le persone di ossessionarsi con il conteggio calorico, contando anche i grammi di grasso, di limitare o eliminare del tutto tipi e quantità di cibo e di ossessionarsi sulle misure e sul numero sulla bilancia.
Come mangiare, dunque?
Negli anni gli studi hanno dimostrato che non esiste una bacchetta magica quando si tratta di perdita e gestione del peso, né un approccio alla dieta valido per tutti.
Bisogna considerare la persona e il tuo stile di vita, prima di intraprendere qualsiasi tipo di decisione nutrizionale. Per poi valutare anche lo stato di salute e prendere le opportune decisioni.
In generale, comunque, le diete efficaci e di successo non considerano nessun alimento off-limits ma anzi, esaltano le abitudini della persona che le segue!


La buona notizia
Conoscendo i principi di nutrizione, anche quando il nostro metabolismo cambia e ci sembra di non riuscire ad avanzare, è possibile ritrovare un dialogo con il nostro corpo e iniziare un lavoro di consapevolezza e collaborazione. A questo punto, non parliamo più di dieta ma di mangiare consapevole.
Alcune riflessioni utili
- Se sei una buona forchetta e ami mangiare (e NON C’È NULLA DI MALE, ANZI), probabilmente non sarai soddisfatto di una dieta basata su cibi surgelati o pasti liquidi. Evitala! E prova altro!
- Se tagliare i carboidrati ti rende irritabile e risentito, ti consiglio di stare lontano dalle diete a basso contenuto di carboidrati. Semplice? Già!
- Se ami i dolci, eliminarli completamente può portarti quando sei stufo ad abbuffarti proprio di questi cibi che eviti. E non ha senso!
- Pensa a cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato l’ultima volta che ti sei messo a dieta: era troppo restrittiva? Ti rendeva triste? Hai ripreso peso dopo qualche tempo? Se la risposte a queste domande è sempre Sì, che senso ha ricominciare la tiritera?
- Con qualsiasi dieta, chiediti: per quanto tempo posso continuare così? Se poco tempo, cerca un professionista che possa seguirti in uno stile alimentare più vario e sostenibile.
- Conosco il mio senso di fame e sazietà? Spesso mangiamo per noia o per altri motivi (e non per fame): individuare le nostre ragioni e anche come ci relazioniamo con il cibo può aiutarci a gestire al meglio il nostro rapporto con il cibo.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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