La dipendenza da cibo è assolutamente paragonabile a quella da alcol e droga. Scopriamo insieme le similitudini e anche le possibili soluzioni.
INDICE:
- Dipendenza da cibo: cos’è?
- La Dipendenza da dolci
- Dipendenza da cibo = dipendenza da alcool o droga?
- Dipendenza da cibo: soluzioni
Dipendenza da cibo: cos’è?
Quante volte ti è successo di dire o di sentire in una conversazione sul cibo: “Solo a sentirlo nominare mi dà dipendenza” oppure “Sì, ne sono completamente dipendente”?
Anche se spesso consideriamo queste affermazioni quasi uno scherzo, spesso nelle persone affette da disturbi alimentari tali affermazioni non sono affatto superficiali, bensì una vera e propria ossessione da risolvere.
Davvero si può essere dipendenti dal cibo?
Assolutamente sì, ed è un problema molto più diffuso di quello che si potrebbe pensare, laddove la dipendenza da cibo, nel nostro cervello, funziona esattamente come ogni altro tipo di dipendenza.
Proprio come accade per l’alcol e per la droga, in effetti, per dipendenza da cibo si intende l’atto di consumare il cibo in maniera compulsiva, in un tempo brevissimo e in grandi quantità, senza avere la capacità di controllarne l’impulso. E può capitare con i comfort food – di cui abbiamo parlato – o con i cibi ricchissimi di grassi o zuccheri.
La dipendenza da dolci
Attivando nel nostro cervello il famoso sistema di ricompensa ad opera dei neuro trasmettitori legati al piacere, infatti, alcuni tipi di cibo provocano una dipendenza profonda che ci porta a volerne ancora, entrando così in un circolo vizioso che sembra impossibile da bloccare.
E questo è assolutamente vero per una delle dipendenze da cibo più comuni: la dipendenza da dolci. Il responsabile principale, oltre ovviamente alla banale “bontà” degli alimenti in sé, è lo zucchero raffinato, ovvero il saccarosio, comunemente contenuto in tutte le preparazioni dolci industriali. In questo caso, il legame indissolubile che viene scatenato è di due tipi: quello fisico e quello emotivo.

Dipendenza fisica
La dipendenza fisica è un meccanismo che si innesca nel nostro corpo quando entra in contatto con gli alimenti ricchi di zuccheri; in quel preciso momento, tali sostanze provocano una stimolazione alta e improvvisa al pancreas, che produce insulina.
Immediatamente dopo, il picco di insulina prodotto crolla, portando il corpo in uno stato di ipo glicemia, ovvero una mancanza di zuccheri nel sangue. Questa carenza manderà dei segnali al cervello, che ci “dirà” di mangiare altri zuccheri, innescando così il meccanismo infinito di dipendenza.
Dipendenza emotiva
La dipendenza emotiva, detta anche fame emotiva, è invece regolata dalle nostre emozioni, dalle situazioni esterne e dal modo in cui le affrontiamo. Nel momento in cui una sensazione, un’emozione, un evento problematico diventano ingestibili per noi, ecco che ci rifugiamo in una scorpacciata di cibo.
E se il meccanismo di ingurgitare dolci e cioccolato come soluzione diventa una piacevole scappatoia ai problemi, per cui ci sentiamo meglio anche solo una volta, il nostro corpo riconosce quel comportamento come vincente e innesca una dipendenza naturale per stare sempre meglio.
Dipendenza da cibo = dipendenza da alcool o droga?
La dipendenza da cibo, sia a livello fisico che a livello emotivo, è esattamente uguale alla dipendenza da alcool e droghe. E anche se questa affermazione suscita sempre qualche dissapore, é esattamente così.
Recenti studi americani dell’Università di Yale, infatti, confermano come la dipendenza da cibo possa essere collegata alla dipendenza da alcol e droga (tanto che si chiama proprio Food Addiction) per la metodologia di sviluppo, che vedremo tra poco, e per alcune caratteristiche comuni quali lo squilibrio del sistema della dopamina, la riduzione del recettore D2 e della leptina (l’ormone associato al senso di sazietà).
Il nostro cervello, in pratica, risponde ad uno stimolo esterno quale che sia (cibo, alcool, droga) immesso nell’organismo, generando una serie di sensazioni legate proprio al momento dell’assunzione.
Nel momento in cui finisce l’effetto “piacevole” dello zucchero, dell’alcol o della sostanza stupefacente, il corpo avverte subito un bisogno sia psicologico che fisico di assumerne ancora per poter stare bene, innescando così la dipendenza.

Dipendenza da cibo: soluzioni
Se ti ritrovi in quello che stai leggendo, sicuramente ti stai chiedendo se esista un modo per bloccare il meccanismo di food addiction.
“Come non mangiare più con ingordigia?”.
Ecco 5 soluzioni per iniziare a spezzare la dipendenza da cibo.

1. Accetta di avere un problema
Sia nel libro che nel percorso anti abbuffate BED LIONS, io stessa ho utilizzato la “Serenity Prayer”, la preghiera di serenità e accettazione che utilizzano gli Alcolisti Anonimi, tranquillamente applicabile anche alla dipendenza da cibo. Appurato, infatti, che tale dipendenza non ha nulla di diverso da quella dall’alcol, accettare che questo fatto ci contraddistingua è un passo essenziale per iniziare a guarire.
Senza questa presa di coscienza, del resto, il nostro sistema di resistenza alle false credenze che abbiamo innescato nella mente resta troppo forte per essere sradicato. Abbandonarsi alla accettazione, al contrario, ci rende più vulnerabili ma pronti a lavorare per la nostra guarigione.
2. Crea la tua routine legata al cibo
Non la dieta, non uno schema fisso, non la restrizione ti potranno salvare. Gestire le cosiddette “crisi di astinenza”, infatti, è il lavoro principale da fare per risolvere la tua dipendenza da cibo e anche i disturbi alimentari in generale (specie il Binge eating disorder).
Per fare ciò, l’allenamento é il tuo migliore alleato. Prepara una routine dove programmare i 3 pasti principali – colazione, pranzo, cena – e gli spuntini, compreso quello pre sonno (come lo chiamo io nelle mie Ricette Smart, in regalo a chi lascia la recensione). E non dimenticare mai di inserire i cibi che più ti piacciono, quelli che io chiamo “coccola alimentare”, eliminando per sempre il concetto di sgarro dalla tua vita!
3. Circondati di persone che ti vogliono bene
Ogni volta che senti che stai per cedere alla tentazione di abbuffarti di dolci, chiama la tua amica, passa da tuo cugino, telefona alla mamma. Circondati di persone che ti aiutino a distogliere l’attenzione dal pensiero fisso del cibo.
4. Scopri il Mindful Eating
Gusta i cibi che ti piacciono… ma stando attento a generare bellezza, come insegna il mangiare con consapevolezza!
Durante i pasti, dunque, è importante gustare a pieno tutta la bontà del cibo che si sta mangiando anche con gli occhi! Prepara pietanze colorate e belle esteticamente, senza mai dimenticare di scegliere anche ciotole e piatti “ricercati” e che ti danno felicità.
5. Prenditi del tempo per te stesso
Oltre che delle persone, è importante circondarti delle tue passioni, in maniera tale da riempire le “voglie” con qualcosa che generi solo le dipendenze quelle salutari!
Nel momento in cui arriva quella sensazione di volere assolutamente cibo, sedersi, meditare, rilassarsi, leggere un bel libro, fare un’attività che abbassi i livelli di stress e che distolga l’attenzione dal nostro primo pensiero e’ una delle strategie più importanti che dovrai provare
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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