La dispercezione corporea – che affligge la maggior parte delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare – è il disturbo dell’immagine corporea legato al vedere e percepire il proprio corpo in maniera alterata rispetto alla realtà. Scopriamo tutto nell’articolo.


INDICE:


Che cosa significa “dispercezione corporea”

Chiamato anche disturbo dell’immagine corporea, la dispercezione (o body dysmorphic disorder oppure dysmorphophobia) generalmente viene percepita come la sensazione di essere diversi (spesso più grandi o molto meno in forma) da come si è realmente. 

Guardandosi allo specchio, in pratica, non si vede riflessa un’immagine veritiera o desiderata, bensì la percezione che la nostra mente ci convince di vedere (appunto, dis-percezione).

La dispercezione corporea non è solo relegata a peso e forma fisica, ma tratta un disturbo molto più ampio che prende in causa l’intero spettro del fisico. Può riguardare, infatti, le classiche zone “critiche” di fianchi, addome e glutei per le donne, i capelli per gli uomini, e in generale i tratti del viso come il naso o le rughe, fino ad arrivare addirittura ai genitali. 

Qualunque sia la percezione distorta, poi, tale disturbo vede sempre e comunque un’ossessione verso quelle che vengono considerate “imperfezioni”, che vanno ad inficiare sulla vita, sulle relazioni e sulle scelte di tutti giorni delle persone che ne soffrono.    

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Immagine corporea e autostima

L’immagine corporea è un insieme di sentimenti, emozioni, sensazioni e convinzioni che una persona possiede riguardo al proprio corpo. É un processo che nasce da un insieme di valutazioni e giudizi che abbiamo acquisito nel corso della vita, in maniera a volte del tutto involontaria ma di certo profonda e radicata nella nostra psiche. 

Se nel corso della nostra veniamo bombardati da immagini di corpi magrissimi, snelli e scolpiti, piano piano si istaura nella nostra mente il meccanismo automatico di ritenere “consono” e “accettato” solo un corpo snello e di considerare, per converso, “sbagliata” qualsiasi forma diversa.

L’immagine corporea, dunque, diventa proprio la percezione (leggi anche valutazione) del proprio corpo paragonata agli standard “ideali”: più grande sarà la differenza percepita, peggiore sarà la valutazione circa la propria immagine corporea. 


Cultura e (dis)percezione 

Le immagini, la televisione, il cinema e le pubblicità, il senso estetico, l’idea personale del bello, gli insegnamenti della famiglia, la cerchia di persone che frequentiamo, i canoni estetici dell’epoca in cui viviamo…

Tutte queste informazioni vengono elaborate dal nostro cervello in modo tale da formare la percezione di un corpo ideale: quanto più l’immagine corporea ideale è distante dalla nostra forma corporea reale, maggiore sarà l’insoddisfazione. Ed è proprio qui – di solito in infanzia e adolescenza – che alcune persone possono cominciare a soffrire di mancanza di autostima, quando vedono che il loro corpo è molto distante da quello che secondo loro  e la società è universalmente “bello” e “accettato”. 

E cosa succede quando manchiamo di autostima? Che tendiamo a chiuderci in noi stessi e a “sfogare” ansie, stress, preoccupazioni e percezioni, guidati dalle convinzioni della nostra mente su cosa è “vero” e “giusto”. In parole povere, diventiamo vittime di noi stessi. 

Nel momento in cui inizia a venire meno la nostra autostima, ecco che si possono instaurare una serie di problematiche, proprio come quelle legate alla fame nervosa o all’ossessione per il cibo.


Percezione “distorta” nei DCA

La percezione distorta della propria immagine corporea è estremamente collegata ai DCA nella misura in cui chi soffre di dismorfismo corporeo diventa talmente “ossessionato” circa la propria forma fisica dal cercare di migliorare e controllarla attraverso il legame con il cibo.

La percezione distorta dell’aspetto fisico può portare a vivere forti stati di ansia, stress, depressione, disagio ed incapacità ad affrontare gli altri; di conseguenza queste emozioni, se non convogliate e gestite nella giusta maniera, potrebbero essere precursori ed instaurare i disturbi del comportamento alimentare. 

Bulimia nervosa, binge eating e anoressia vedono tutti e tre una distorsione dell’immagine corporea, la cui tendenza è quella di avere un rapporto estremamente conflittuale con la propria accettazione corporea.

Astensione da cibo, meccanismi di compensazione autoindotti (quali il vomito o la restrizione), utilizzo di lassativi, controllo ossessivo per calorie e misure, lavoro maniacale su forma e grandezza dei muscoli… ognuno di questi comportamenti è legato non solo alla disperazione corporea ma anche ad un disturbo alimentare singolo.


Dispercezione corporea e anoressia

Tra tutti i disturbi del comportamento alimentare, la dispercezione corporea e l’anoressia hanno un legame estremamente profondo, indissolubile e molto complesso.  

Le persone che sono affette dal disturbo alimentare dell’anoressia nervosa, infatti, non solo sono ossessionate dall’idea di prendere peso ma vivono costantemente una drammatica situazione di dispercezione corporea.

La percezione del proprio corpo è completamente diversa dall’immagine che gli altri vedono: le persone anoressiche si vedono sempre in uno stato di sovrappeso anche nel momento in cui è evidente una situazione di eccessiva magrezza o sotto nutrizione

Se ci pensiamo bene, tale condizione è anche uno dei circoli viziosi dai quali è più difficile uscire. Tanto è vero che la dispercezione corporea è notoriamente un pensiero e una condizione che può rimanere anche in situazione di remissione dei disturbi del comportamento alimentare.

La disperazione corporea è il più importante fattore di mantenimento, rischio, ricaduta e cronicizzazione nei DCA, se non affrontata per modo giusto!   


Il movimento “positive body”

Il “Positive Body” è un movimento sociale e culturale nato tra il 2010 e il 2011 e fondato da alcune donne considerate “oversize” (o plus size), che hanno iniziato a postare sui social network immagini del loro corpo morbido accompagnate dall’hashtag #BodyPositivity. 

Questa iniziativa è andata ben oltre l’idea della donna curvy, diventando una auto proclamazione della persona, un elogio alla diversità qualunque essa sia e qualunque forma abbia, senza alcun tipo di distinzione di forma, razza, sesso o scelta. 

La Body Positivity ha messo in moto la normalizzazione del corpo, qualunque esso sia: magro o formoso, grande o piccolo, di statura bassa o alta, col seno piccolissimo o grande, con calvizie o capelli folti e indomabili, dai denti storti e nasi pronunciati… ecc. ecc.

L’influenza di questo movimento è arrivata molto lontano, tanto che diversi marchi di moda (e non solo quelli) hanno abbracciato la normalizzazione del corpo promuovendo battaglie e sartorializzando i propri servizi per tutti i tipi di corpo. 


10 consigli per la body positivity (secondo la NEDA)

Un elenco non può dirti automaticamente come trasformare i pensieri negativi del corpo in un’immagine corporea positiva, ma può introdurti a modi più sani di guardare te stesso e il tuo corpo. Più pratichi questi nuovi modelli di pensiero, meglio ti sentirai riguardo a chi sei e al corpo che hai naturalmente.

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  • Apprezza tutto ciò che il tuo corpo può fare. Ogni giorno il tuo corpo ti porta più vicino ai tuoi sogni. Celebra tutte le cose straordinarie che il tuo corpo fa per te: correre, ballare, respirare, ridere, sognare, ecc.
  • Tieni un elenco delle prime dieci cose che ti piacciono di te, che non sono correlate a quanto pesi o al tuo aspetto. Leggi spesso la tua lista. Aggiungi altre cose che ti piacciono di te man mano.
  • Ricorda a te stesso che la “vera bellezza” non è solo superficiale. Quando ti senti bene con te stesso e con chi sei, ti comporti con un senso di fiducia, accettazione di sé e apertura che ti rende bello senza sforzo. La bellezza è uno stato d’animo, non uno stato del tuo corpo.
  • Guarda te stesso come una persona intera. Quando ti vedi allo specchio o nella tua mente, scegli di non concentrarti su parti del corpo specifiche. Vedi te stesso come vuoi che gli altri ti vedano e come tu guardi gli altri: come una persona intera.
  • Circondati di persone positive. È più facile sentirsi bene con se stessi e con il proprio corpo quando si è in presenza di altri che sono di supporto e che riconoscono l’importanza di piacersi proprio come lo sei naturalmente.
  • Spegni quelle voci nella tua testa che ti dicono che il tuo corpo non è “giusto” o che sei una persona “indegna”. Puoi sopraffare quei pensieri negativi con quelli positivi. La prossima volta che inizi a buttarti giù, ricostruisciti con alcune brevi affermazioni che funzionano per te.
  • Indossa abiti che siano comodi e che ti facciano sentire bene con il tuo corpo. Lavora con il tuo corpo, non contro di esso. E non focalizzarti sulle taglie o sui numeri… che non contano nulla e cambiano da marca a marca!
  • Diventa uno spettatore critico dei messaggi sui social e sui media. Presta attenzione alle immagini, agli slogan o agli atteggiamenti che ti fanno stare male con te stesso o con il tuo corpo. Confrontati con questi messaggi: scrivi una lettera all’inserzionista o rispondi all’immagine o al messaggio che non ti piace.
  • Fai qualcosa di carino per te stesso e per il tuo corpo, qualcosa che gli faccia capire che lo apprezzi e lo ringrazi. Fai un bagno con le bollicine, trova il tempo per un pisolino o trova un posto tranquillo fuori per rilassarti.
  • Fai qualcosa per gli altri. Usa il tempo e l’energia che potresti aver speso preoccupandoti del cibo, delle calorie e del tuo peso per fare qualcosa per aiutare gli altri. A volte entrare in contatto con altre persone può aiutarti a sentirti meglio con te stesso e può apportare un cambiamento positivo nel nostro (e nel tuo) mondo.
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