Fino a pochissimi anni fa si pensava che i disturbi alimentari colpissero solo ed esclusivamente le donne, ignorando completamente i disturbi alimentari maschili. Fortunatamente, oggi sempre più uomini che soffrono di disturbi dell’alimentazione si stanno aprendo. E i numeri continuano ad aumentare.


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DCA maschili: un trend in crescita

Anche se una volta si pensava fossero esclusivamente malattie alimentari femminili, è noto che i disturbi alimentari affliggono persone di tutti i sessi. I disturbi alimentari, infatti, oggi più che mai vengono diagnosticati nei maschi di tutte le età, dai bambini agli anziani. 

Molti ricercatori, inoltre, ritengono che i disturbi alimentari maschili che stiamo vedendo oggi siano solo la punta dell’iceberg di altri comportamenti che non hanno ricevuto attenzione fino a poco tempo fa. 

Eppure, la storia recente parla molto chiaro.

La storia dei DCA maschili 

I primi disturbi alimentari sugli uomini furono scoperti nel 1689 da un medico inglese che diagnosticò due casi – uno maschile e uno femminile – di “consumo nervoso” legato al cibo, in seguito nominato come “anoressia nervosa”. 

Dopo questi primi casi chiave i maschi con disturbi alimentari furono emarginati per molti secoli, poiché considerati “rari”, e dimenticati fino al 1972, quando Peter Beaumont e colleghi studiarono l’anoressia nervosa in soggetti maschi in una famosa ricerca.

Nonostante iniziarono ad essere sottoposti a studio altri casi di disturbi alimentari maschili, essi rimasero comunque relegati, dal momento in cui uno dei criteri diagnostici era la presenza di amenorrea (ovvero la mancanza di mestruazioni), che ovviamente è una prerogativa fisiologica esclusivamente femminile. La stesura del più recente DSM 5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, recupera l’attenzione sui disturbi alimentari maschili. 

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I dati attuali negli Stati Uniti

Nel 2018-2019 gli Stati Uniti hanno stimato 4,39 milioni di casi di donne con disturbi alimentari e 1,09 milioni di casi di uomini – in pratica, 1 caso su 5 coinvolge una persona di sesso maschile negli USA. 

La prevalenza complessiva una tantum dei disturbi alimentari è stata stimata all’8,60% tra le donne e al 4,07% tra i maschi. 

I dati attuali in Italia 

 Secondo i dati in possesso dal Ministero della Salute, gli uomini rappresentano il 5-10% di tutti i casi di anoressia nervosa e il 10-15% dei casi di bulimia nervosa

Continuando con l’analisi dei dati, poi, possiamo notare come l’incidenza dell’anoressia nervosa sia di almeno 8-9 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini l’anoressia maschile è compresa tra i valori 0,02 e 1,4 di nuovi casi sempre su 100mila persone – in pratica, 1 caso su 7-8 coinvolge una persona di sesso maschile in Italia


La difficoltà della diagnosi

Il fatto che si pensasse che i disturbi alimentari fossero prerogativa femminile è dovuto alla somma di molteplici cause, che hanno portato fino a poco tempo fa ad escludere in maniera quasi totale lo studio dei disturbi alimentari maschili.

La causa principale, comunque, è di fattore socio-culturale. 

La preoccupazione e la cura rivolta al corpo, del resto, sono sempre state considerate appannaggio femminile e, nel momento in cui anche l’uomo mostrava interesse in tal senso, veniva subito additato e giudicato come “debole”.

Ciò non ha aiutato la ricerca professionale sui DCA in ambito maschile, non avendo neppure numeri rilevanti dalla loro parte. 

Pregiudizi socio-culturali e professionali 

Vediamo insieme nel dettaglio i pregiudizi socio-culturali che hanno portato all’ignorare completamente i disturbi alimentari maschili, sia nell’opinione pubblica che tra i professionisti del settore:

  • L’omissione degli uomini dalla ricerca sui DCA;
  • Il mancato riconoscimento dei sintomi del disturbo alimentare da parte dei soggetti e dei familiari;
  • Gli errori da parte dei professionisti, che hanno portato ad una minore probabilità di diagnosi di disturbo alimentare maschile;
  • Lo stigma associato agli uomini che cercano aiuto, per quella che è stata principalmente vista come una “malattia femminile”;
  • L’esclusione “naturale” degli uomini dai centri di trattamento dei disturbi alimentari;
  • Il marchio fortemente femminile dei centri di trattamento (ad esempio, decorazioni in rosa e fiori, pochissime immagini maschili sui siti Web e materiali di marketing);
  • I differenti sintomi e l’attenzione inadeguata ai comportamenti trigger;
  • I criteri diagnostici influenzati dal genere, che hanno reso più difficile l’individuazione di un comportamento alimentare disordinato negli uomini.
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Differenze tra disturbi alimentari maschili e femminili 

Una delle motivazioni della difficoltà di diagnosi dei disturbi alimentari maschili sta proprio nel fatto che i sintomi sono estremamente diversi rispetto a quelli femminili. 

Gli uomini che soffrono di disturbi alimentari, in primis, hanno un età maggiore rispetto a quella delle donne, con una concomitanza di fattori psichici del mondo adulto. Si è notato, infatti, che i disturbi alimentari maschili sono più frequentemente associati a stati importanti di ansia, depressione e comportamenti auto distruttivi. 

Gli uomini che hanno sofferto in precedenza di sovrappeso o obesità, inoltre, hanno una probabilità maggiore di sviluppare disturbi dell’alimentazione nel corso degli anni.

Gli uomini che soffrono di DCA, poi, hanno anche la caratteristica di mettere in atto meno comportamenti compensatori rispetto alle donne; quando sono presenti, d’altra parte, tali comportamenti sono principalmente incentrati sull’attività fisica e sportiva estrema.

Gli uomini, infine, tendono a non cercare aiuto né ad intraprendere una strada di guarigione per i disturbi alimentari, alimentando e cronicizzando una situazione di disordine alimentare già compromessa, per timore di ricevere un rifiuto ancora più grande da parte dei cari e della società. 


Anoressia maschile

L’anoressia maschile è un problema che riguarda sempre più giovani maschi, in una fascia d’età che va dagli 8-9 anni come esordio precoce fino in media all’età adolescenziale, coinvolgendo in maniera importante la fascia d’età più avanzata.

Il problema più grande e maggiormente riscontrato nell’anoressia maschile sta nel fatto che difficilmente viene diagnosticata e riconosciuta, anche dalla persona stessa che ne soffre. 

Negli uomini e dagli uomini e anche dagli stessi medici, del resto, l’anoressia viene molto spesso confusa e giustificata con altre patologie di tipo fisico, metabolico e funzionale, portando così ad una diagnosi e riconoscimento del DCA estremamente tardivi.    

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Bulimia maschile

Ancora peggio dell’anoressia, la bulimia è ancor più difficilmente diagnosticata negli uomini, poiché i suoi sintomi sono più facilmente camuffabili dal normo peso, destando in tal senso molta meno preoccupazione ed attenzione. 

Nel caso di bulimia maschile, oltre a prevedere l’autoinduzione di vomito, i comportamenti compensatori tendenzialmente vedono un’implicazione dello sport e dell’esercizio fisico molto importante. Nelle persone fit e sportive, di conseguenza, tale condotta alimentare  desta ancor meno preoccupazione, poiché celata dietro alla pratica sportiva “sana” e “naturale”. 


Bigoressia maschile

Il disturbo alimentare più frequente per quanto riguarda la popolazione maschile é proprio quello della bigoressia, definito anche come “anoressia inversa”.

Al contrario dell’anoressia, infatti, la bigoressia è il disturbo che provoca in chi ne soffre l’errata percezione di vedere se stessi sempre troppo magri o troppo poco muscolosi, anche nei casi in cui è assolutamente evidente che non sia così. 

Anche il comportamento vigoressico è estremamente complicato da diagnosticare, perché nascosto dietro pratiche considerate sane e salutari, quali ad esempio l’esercizio fisico costante e l’integrazione alimentare con cibi sani dai giusti nutrienti.  

Un recente studio ha evidenziato che, nel mondo del body builder, più del 53% delle persone soffre di bigoressia.

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La Dispercezione corporea negli uomini 

La bigoressia negli uomini è accompagnata molto spesso dalla problematica della dispercezione corporea, ovvero il disturbo dell’immagine corporea che dà la sensazione e la convinzione di avere un corpo o una forma fisica completamente diversa da quella che si ha in realtà. 

Queste due problematiche, bigoressia e dispercezione corporea, possono portare l’individuo adulto di sesso maschile ad avere condotte alimentari disordinate e reiterate nel tempo, incorrendo molto facilmente nello sviluppare disturbi alimentari importanti quali l’ortoressia nervosa con conseguenti episodi di alimentazione incontrollata.

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Disturbi alimentari maschili: come uscirne

Uscire dai disturbi alimentari è sempre molto complicato e difficile: eppure, anche se può sembrare impossibile, non è assolutamente così. E ciò è ancora più vero e reale se un bambino, un ragazzo o un adulto di sesso maschile si accorge di soffrire di disturbi alimentari e chiede aiuto immediato.

Essere uomini e avere delle difficoltà alimentari, infatti, non deve diventare una condanna che noi stessi scegliamo di vivere per paura di parlarne o sembrare deboli.

Il primo passo da fare, dunque, è quello di riconoscere di avere un problema, anche se è difficile e lima l’autostima maschile.

Immediatamente dopo bisogna cercare aiuto senza timore: parlarne con qualcuno che conosca il problema senza giudicare (un professionista, ma anche dei membri della community maschile dei DCA), infatti, è la cosa migliore da fare per garantire alla persona la possibilità di guarigione che merita.

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