I disturbi alimentari colpiscono circa 3 milioni di persone in Italia, mentre l’età di insorgenza si abbassa sempre di più (8 anni): ecco perché l’educazione alimentare nella scuola è un mezzo fondamentale per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare fin dalla tenera età.
INDICE:
- Disturbi Alimentari: i campanelli d’allarme
- I dati sulla diffusione dei disturbi alimentari
- Le iniziative di prevenzione regionali
- Il progetto Foodnet
- Il progetto di Melarossa del 2021
- Prevenzione = soluzione
Disturbi Alimentari: i campanelli d’allarme
I disturbi del comportamento alimentare sono una realtà che oggi in Italia affligge circa 3 milioni / 3 milioni e mezzo di persone, specie nelle accezioni di anoressia nervosa, bulimia nervosa e Binge Eating.
Nonostante le statistiche siano sempre poco incisive, un dato è certo: l’insorgenza della malattia ha ormai toccato gli 8-9 anni di età, con una curva in crescita non solo tra le giovani ragazze ma anche tra i ragazzi (nei quali si diffondono maggiormente l’anoressia maschile e la bigoressia).
Eppure, di educazione alimentare nelle scuole neanche l’ombra. O quasi.
Esistono, infatti, alcuni progetti che coinvolgono associazioni e scuole, e non solo per quanto riguarda l’alimentazione in generale se non anche la prevenzione dello sviluppo dei disordini alimentari tra i piccolini.
Anche perché, da un “impulso” legato alle emozioni, se sviluppato per tanto tempo, un disturbo alimentare può diventare una condizione cronica e compulsiva dalla quale è difficile uscire (vedi la ricerca dell’Università di Bologna al paragrafo seguente).
Ecco, dunque, i progetti per sradicare il problema a monte: l’educazione alimentare nella scuola per prevenire i disturbi alimentari.


I dati sulla diffusione dei disturbi alimentari
Tutti i disturbi dell’alimentazione sono più frequenti nella popolazione femminile che in quella maschile: negli studi condotti su popolazioni cliniche, gli uomini rappresentano il 5-10% di tutti i casi di anoressia nervosa, il 10-15% dei casi di bulimia nervosa.
L’incidenza dell’anoressia nervosa è di almeno 8-9 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi.
Nell’anoressia nervosa, il tasso di remissione è del 20-30% dopo 2-4 anni dall’esordio, 70-80% dopo 8 o più anni. Nel 10-20% dei casi si sviluppa una condizione cronica che persiste per l’intera vita (dati Ministero della Salute).
Per quanto riguarda la bulimia nervosa ogni anno si registrano 12 nuovi casi per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra gli uomini
I progetti di prevenzione regionali
Prima di parlarvi dei progetti di prevenzione e di educazione alimentare nella scuola legata ai DCA, ho navigato online alla ricerca di quelli passati. Come al solito, non ho trovato molto materiale “ufficiale”, vale a dire che ad oggi non sono riuscita a comprendere quanti e quali (se esistono) progetti di prevenzione il Governo Italiano e il Ministero della Salute abbiano messo in atto in relazione ai disordini alimentari.
Diversamente, invece, sono molti i progetti regionali e anche di associazioni private sul territorio legati proprio a questo argomento importantissimo.
Le regioni del Nord Italia sono quelle che, nel corso degli anni, hanno realizzato delle giornate di sensibilizzazione e anche dei convegni dedicati proprio ai disturbi dell’alimentazione che nascono fin dalla tenera età.
Tra gli altri, vi lascio per approfondimento quelli della Regione Emilia Romagna, della Regione Umbria, dell’Unità Funzionale di Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Garda, dell’Associazione Forma Mentis, della Croce Blu di Modena, di alcune Università italiane e dell’Associazione Aba.
Il progetto Foodnet
Diverso e con una diffusione strategica in tutto il territorio italiano il progetto Foodnet, che ha visto coinvolti le Associazioni ARP (Associazione per la ricerca in psicologia clinica) e Mi nutro di Vita, che operano sul territorio per sensibilizzare proprio sui temi dei disturbi dell’alimentazione.
Il progetto consiste nell’“entrare” nelle classi per dialogare con i bambini della scuola primaria circa il rapporto tra cibo e emozioni. Complicato, ma non di certo per i bambini!
Attraverso il confronto con gli organizzatori nei momenti “Conosciamoci attraverso le emozioni”, “A tavola con le emozioni” e “Emozioni e sensazioni”, infatti, i bambini hanno saputo riconoscere quali emozioni principali e sensazioni fisiche il cibo era in grado loro di scatenare. Erano, inoltre, capaci anche di associare ogni cibo ad una percezione precisa, ricostruendo sul corpo il “luogo” dedicato ad un cibo specifico (un approccio basico ma molto efficace per introdurre il mangiare consapevole e anche l’Intuitive Eating innato proprio nei bambini).
Cosa mi ha colpito di questo progetto? La capacità di insegnare ai bambini proprio il delicato – ma innato – legame tra cibo e emozioni… non per forza di cose un legame negativo!


Il progetto di Melarossa del 2021
Molto recente e di grande impatto è il progetto “Alimentazione Sana” della testata “Melarossa”, che ha deciso di portare proprio l’educazione alimentare nelle scuole. L’obiettivo, infatti, è dei più nobili e necessari: prevenire la diffusione non solo dei DCA tra i bambini ma anche dell’obesità infantile.
Come ricorda proprio Melarossa, “il sovrappeso in età infantile è un problema mondiale. Si stimano oltre 40 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni in sovrappeso o addirittura persino obesi”.
E il dato diventa ancora più allarmante se si pensa alla diffusione dell’obesità in Italia.


La diffusione dell’obesità in Italia
Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Malta, Italia, Spagna e San Marino) hanno i più alti livelli di obesità grave, anche superiore al 4%.
Inoltre, tra i 22 paesi coinvolti nello studio, la più alta prevalenza di obesità è stata osservata in Spagna (17,7%), seguita da Malta (17,2%) e poi dall’Italia (16,8%).
In un secondo studio, infine, l’Italia e Malta hanno mostrato la più alta prevalenza di obesità tra i bambini che non sono mai stati allattati al seno (21,2%), seguiti dalla Spagna (21,0%).
Prevenzione = soluzione
Come abbiamo avuto modo di vedere nel corso di questo approfondimento, ai dati allarmanti sulla diffusione dei DCA molti hanno risposto con tentativi più o meno riusciti di progetti dedicati. Nei casi migliori si è cercato di creare non solo consapevolezza alimentare, ma anche un movimento virtuoso di prevenzione dei disturbi alimentari, specie in tenera età.
Ecco perché ritengo che l’educazione alimentare nella scuola sia il segreto per la prevenzione dai disturbi legati all’alimentazione: come ci illustra il progetto Foodnet, del resto, sono i bambini stessi i nostri “insegnanti”.
Fortunatamente, dal 2022 le cose potrebbero cambiare: esisterebbero, infatti, ben 3 PROPOSTE IN PARLAMENTO per ampliare le ore di insegnamento dell’educazione alimentare nelle scuole. Del resto, la cura e l’assistenza per le circa 4 milioni di persone che soffrono di DCA costano allo Stato circa 100 milioni di € l’anno. Una cifra che potrebbe scendere di molto se si praticasse proprio la prevenzione nelle scuole.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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