Vivere episodi di fame compulsiva, nel quale si mangia spesso con ingordigia e ansia, avvertendo una sensazione di “castigo” e senso di inadeguatezza un attimo dopo, è spesso sinonimo di un disturbo alimentare che si chiama Binge Eating Disorder. L’articolo spiega tutto ciò che devi sapere per riconoscere il disturbo e contrastarlo immediatamente.
INDICE:
- Perché ho la fame compulsiva?
- Mangiare con ingordigia è una malattia?
- Fame compulsiva: come si comincia?
- Lo spettro della dieta restrittiva come causa del BED
- Ho il disturbo da alimentazione incontrollata?
- Fame compulsiva: come la risolvo?
Perché ho la fame compulsiva?
“Sono in preda ad una voce martellante che mi assale e che non mi da scampo. È come se la mia vista si annebbiasse e ci fosse un mostro che mi controllasse, che guidasse i miei movimenti verso la dispensa e il frigorifero. I miei pensieri si perdono, io mi perdo, e mi ritrovo circondata da carte vuote e sporche. E mi sento sporco anche io”. (Andrea S., Cuneo)
Ti sei mai sentito così? Quante volte ti sei ritrovato a dirti “ho mangiato abbastanza”, ma continuando a masticare e ingurgitare cibo? Quando sei riuscito a fermarti?
No, non sei strano, né una persona debole, e neppure una nullità. Sei solo vittima della fame compulsiva, un fenomeno che colpisce circa 2 milioni di persone in Italia. E questo è il numero di quelle dichiarate, perché secondo me sono molte molte di più.
La differenza sta nel fatto che molti non lo denunciano, neppure a se stessi, mentre altri non sanno neppure di avere un disturbo alimentare.
Ho usato una parola precisa, “vittima”, proprio perché la fame compulsiva non è una scelta, ma un disturbo che ci colpisce e che dobbiamo imparare a gestire. Cerchiamo insieme di capire come in questo articolo.


Mangiare con ingordigia è una malattia?
Sì, la fame compulsiva è una vera e propria malattia, che viene chiamata anche disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder o BED (la malattia che ho vissuto anche io per 15 anni) ed è inserita nel DSM-5, il Manuale Diagnostico sui disturbi alimentari che ne individua criteri e specificità.
In pratica, questo disordine alimentare viene diagnosticato in quelle persone che riscontrano i seguenti comportamenti:
- si abbuffano almeno dalle 2 alle 4 volte a settimana;
- mangiano senza controllo;
- non sanno riconoscere il senso di sazietà;
- non riescono a fermarsi dopo aver mangiato;
- mangiano una enorme quantità di cibo in un periodo di tempo brevissimo;
- hanno il pensiero fisso del cibo;
- alternano giorni o periodi di digiuno alle abbuffate incontrollate;
- si vergognano e si sentono in colpa dopo essersi abbuffate;
- evitano le occasioni sociali per paura di doversi rapportare al cibo e agli altri.
Fame compulsiva: come si comincia?
In alcuni casi, le persone semplicemente mangiano troppo per l’abitudine (spesso insensata), di sedersi sempre con un sacchetto di patatine davanti alla TV, specie nelle ore serali o di notte.
Spesso, al contrario, la alimentazione incontrollata è il risultato di problemi emotivi sottostanti. Avere un’immagine del corpo negativa, ad esempio, può giocare un ruolo importante, così vivere una relazione pessima con lo specchio e la bilancia.
Per molte persone, l’eccesso di cibo compulsivo fa parte di un ciclo che inizia con una dieta restrittiva (sì, assurdo!). Possiamo chiamarlo anche il ciclo “mangia, pentiti, digiuna, ripeti”. Una spirale senza fine che può portare all’odio per se stessi.


Lo spettro della dieta restrittiva come causa del BED
Anche la dieta in sé può determinare il nascere di un disturbo alimentare, specie quello collegato alla fame compulsiva.
Iniziare una dieta perché ti senti male per il tuo peso o le tue dimensioni, e scoprire che è troppo difficile da seguire perché troppo restrittiva, infatti, alla lunga può portare il corpo a stancarsi, specialmente se usi il cibo come strumento di coping. Alla fine, dunque, è molto probabile raggiungere un “punto di rottura”, per poi abbuffarti di nuovo di quei cibi “proibiti” durante la restrizione.
Il circolo vizioso restrizione – abbuffate
Dal momento che questo atteggiamento porta con sé annessi il senso di colpa e la vergogna, poi, è probabile che le restrizioni ricomincino fino ad un nuovo punto di rottura. E così via.
Il ciclo può essere difficile da interrompere. Anche le persone che dicono di non essere a dieta spesso hanno idee confuse e radicate su cibi “buoni” o “cattivi”, trasformando il rapporto con il cibo in una vera e propria esperienza di terrore e disgusto.
In tal caso, sono spesso le donne a lottare contro l’eccesso di cibo. Quando vedi una sostanza che è naturalmente attraente, lenitiva e confortante e la rendi off-limits, è chiaro che diventi ancora più attraente… la tua ossessione quotidiana alla quale dare libero sfogo durante l’abbuffata.


Ho il disturbo da alimentazione incontrollata?
Ripensa all’ultima volta che hai mangiato così tanto che ti sei sentito pieno fino a scoppiare.
Stavi divorando una fetta di torta gigante (volendola mangiare tutta) per festeggiare il compleanno di un amico? Oppure eri reduce dall’infinito pranzo di Natale in famiglia? Oppure eri a casa da solo, forse alla fine di una dura giornata, nella quale ti sei sentito stressato o sopraffatto e ti sei “coccolato” con il cibo pensando che fosse l’unica cosa della quale avevi bisogno?
E ora pensa a come ti sei sentito dopo: semplicemente infastidito dal fatto che ti faceva male lo stomaco per aver “esagerato”, oppure tormentato dal senso di colpa o dalla vergogna?
Mangiare tanto vs. Fame compulsiva?
Fare questa distinzione, ai molti del tutto normale, è essenziale per chi soffre del disturbo da alimentazione incontrollata e non lo sa.
Mangiare troppo, infatti, ogni tanto è normale. Come lo è mangiare per motivi emotivi. “Dal momento in cui nasciamo, siamo nutriti con il cibo, ricompensati con il cibo e quindi le connessioni emotive con il cibo sono normali”, ci ricorda Michelle May, MD, autrice di “Eat What You Love, Love What You Eat for Binge Eating”.
Le persone che mangiano troppo in modo compulsivo, tuttavia, possono usare il cibo come unico modo per affrontare le emozioni negative. Di conseguenza, spesso sentono che il cibo che mangiano non è solo un momentaneo conforto ma un vero e proprio aspetto della loro routine alimentare fuori controllo. Pensano sempre al cibo e si sentono in colpa, si vergognano o si sentono depressi dopo aver mangiato. E queste emozioni sono completamente diverse da come si sente qualcuno, ad esempio, dopo aver mangiato tantissimo.
Chi ha sgarrato tanto, infatti, potrebbe sentirsi pieno e rimpiangere di aver mangiato l’ultima fetta di torta, ma non essere consumato dalla vergogna per giorni interi.
Ecco perché la fame compulsiva non va presa sotto gamba ma, anzi, può essere l’inizio di un disturbo alimentare complesso e di difficile soluzione.
Difficile, ma non impossibile ovviamente!
Fame compulsiva: come la risolvo?
Il BED, il disturbo alimentare del Binge Eating Disorder, è un disturbo “relativamente giovane”. E mi spiego meglio.
Seppure esista da tantissimi anni, solo negli ultimi 5 è stato davvero preso in considerazione insieme all’anoressia e alla bulimia nervosa (che condivide con il disturbo da alimentazione incontrollata moltissime peculiarità e iter) come problema alimentare compulsivo a se stante. E non potrebbe essere altrimenti.
Sono circa milioni, come abbiamo visto, le persone che ammettono di soffrire di fame compulsiva e di non sapere come uscirne. E a tal proposito: quali sono le vie d’uscita per chi ne soffre?
Terapie mediche
Esistono tantissime terapie mediche per chi soffre di fame compulsiva, e riguardano il percorso ambulatoriale oppure alcuni trattamenti legati ai meccanismi cognitivo comportamentali (quali la CBT o la EMDR).
Alcune persone in sofferenza, poi, preferiscono ricorrere alla chirurgia nella misura della chirurgia bariatrica, che si occupa del trattamento specifico per persone che soffrono di obesità. Tale soluzione permette di controllare l’ingresso del cibo nello stomaco, creando delle piccole sacche di contenimento nell’organo che si riempiono subito, evitando l’assunzione smodata di cibo nelle fasi acute di fame compulsiva. Seppure tale trattamento può aiutare nella gestione del peso, se non viene associata ad un lavoro psicologico sul rapporto con il cibo può risultare controproducente per chi soffre di disturbi alimentari.
Centri DCA
Un valido aiuto per la lotta contro i disturbi alimentari sono i centri DCA che sono presenti in Italia, con una rete ramificata in tutto il territorio italiano.
Le terapie all’interno di un centro per disturbi del comportamento alimentare sono spesso multidisciplinari e si occupano del recupero sia fisico che psicologico che relazionale dei pazienti.
Di solito la prima accoglienza e la diagnosi vengono svolte da un centro ambulatoriale, che decide anche i successivi interventi in day hospital, di ricovero ordinario o residenziale, in base a tutti gli elementi che emergono dal lavoro con la persona che ha chiesto aiuto.


Terapie di coaching
Può essere difficile smettere di vivere la fame compulsiva da soli, soprattutto se sono coinvolti problemi emotivi profondamente radicati. Ecco perché lavorare con un consulente alimentare può aiutarti a scoprire i trigger psicologici, come pure il rapporto con la tua immagine del corpo, che potrebbero guidare il tuo comportamento compulsivo in relazione al cibo. Ma non solo.
Il percorso di lavoro con un coach sui disturbi alimentari, infatti, si basa proprio dall’assunto che il percorso per la guarigione passi attraverso delle strategie quotidiane da applicare sulla propria routine, sia personale che alimentare, senza liste d’attesa (molto spesso i centri DCA hanno dei lunghi tempi per il ricovero).
Dopo aver lavorato per sradicare le convinzioni insite nella persona, infatti, un lavoro di questo tipo non solo non abbandona mai la persona ma la porta per mano al raggiungere l’obiettivo del controllo della fame attraverso un percorso guidato ma pur sempre consapevole della persona stessa. Responsabilità e resilienza alimentare, dunque, per ricostruire un rapporto sano con il cibo e arrivare ad amarsi.
Soffri di fame compulsiva?
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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