La Grassofobia medica è la convinzione da parte del personale sanitario che i problemi delle persone grasse derivino sempre e solo dal loro peso eccessivo. Parliamone senza paura.


Fat Shame in camice bianco

Esiste uno stigma da parte dei professionisti sanitari poco raccontato, ma che troppo spesso ostacola e peggiora lo stato clinico del paziente. Qualunque sia il motivo di una visita e senza conoscere il paziente, insomma, il medico farà necessariamente cenno al peso come “ingresso prioritario” di ogni problema.

Si chiama “weight bias” ed è la convinzione da parte del personale sanitario che i problemi delle persone grasse derivino sempre e solo dal loro peso eccessivo e, di conseguenza, vengono spesso trattate con meno umanità e discriminate.

A volte , per giunta, tale figure professionali dedicano a queste persone un tempo e una qualità di trattamento inferiore rispetto ai pazienti più magri. 


Vergogna e ritardo della diagnosi

L’obesità è una patologia multifattoriale, riconosciuta dall’OMS, non riconducibile unicamente alle cattive abitudini alimentari o alla pigrizia. 

Tuttavia, ancora troppo spesso e a prescindere dai sintomi e dai motivi che portano un paziente in uno studio medico, il primo commento è riferito al peso e alla forma fisica considerate le cause preminenti di altri malanni. 

Questo comportamento porta le persone a vergognarsi di se stesse e evitare i controlli, non cercando dunque cure per i propri disturbi. 

Ritardi nelle diagnosi, quindi, si registrano persino in situazioni che poco hanno a che vedere con il peso e rientrano nei cosiddetti screening di routine e prevenzione (come tumori al seno, al colon, alle ovaie). 

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Da dove nasce la Grassofobia medica?

Nel corso della storia c’è sempre stata una variabilità dei corpi per forma, dimensione e anche ambizione, anche se oggi abbiamo un aumento rispetto al passato del numero di corpi grassi.

La differenza nel mondo in cui viviamo è che adesso è forte la pressione legata all’immagine e all’ideale di bellezza associato al corpo magro; l’accettazione sociale passa quindi dal peso e dalla taglia che si porta.

Dal concetto, al termine. La grassofobia è, dunque, la stigmatizzazione verso persone in sovrappeso o obese, che deriva dal paradigma corpo sano=magro diffusosi in ogni dove (dalle riviste al web) attraverso la cultura della dieta a tutti i costi. 

La paura di essere grassi e verso i corpi grassi si manifesta quindi in ogni ambito, i social media non sono altro che l’amplificatore di questa fobia dilagante.


La santificazione della Dieta

Il desiderio di non essere grassi e nemmeno sovrappeso per paura di essere esclusi ed emarginati, di non essere all’altezza e di non corrispondere all’ideale di bellezza, di conseguenza, ha fatto nascere l’industria delle diete e del fitness, la martellante centralità del corpo e dell’immagine, la condanna al grasso.

Chi lotta contro la grassofobia, o vive in un corpo obeso, ha sentito svariate volte queste frasi:

“Datti una mossa!”, “Fai movimento e mangia meglio, che ci vuole?”, “Con la forza di volontà raggiungerai i risultati”, “Il grasso fa male alla salute”, “Lo dico per il tuo bene” e via dicendo.

Tuttavia, se è giusto lottare contro l’obesità, non bisogna confonderla con la lotta contro le persone che vivono l’obesità. 

Soprattutto, è necessario avere gli strumenti utili per parlare di determinati argomenti e sapere quali sofferenze provocano alcune considerazioni buttate lì senza troppa importanza. 

La dieta non funziona, ma nessuno lo dice

Eppure, le diete sono fallimentari e rischiose perché provocano un rapporto disfunzionale con il cibo nel 40% dei casi e un disturbo alimentare nel 20% (in particolare il Binge Eating Disorder). 

In Italia il paradigma dominante continua a essere quello focalizzato sul peso e la restrizione calorica, e c’è una forte resistenza al passaggio al nuovo paradigma a causa di una vecchia visione sulla salute corpo-centrica.


Il paradigma Health at every size

Il paradigma Health at every size, con l’obiettivo di rispondere al fallimento dei protocolli basati sulla perdita di peso, si pone come aiuto per le persone che vogliono ritrovare equilibrio e benessere a prescindere dal peso, attivando obiettivi legati alla sfera psicologica e sociale. 

Il punto centrale è l’affermazione per cui non si possa sapere dal peso delle persone se c’è un rischio o meno per la salute, questo perché la salute è un prisma dalle mille facce interconnesse dove c’è bisogno che brillino tutte. E che tutte vengono considerate.

Significativa è la definizione di salute dell’Organizzazione mondiale della Sanità: “La salute è un completo stato di benessere fisico, psicologico, sociale e spirituale”. La salute, quindi, riguarda tutto ed ogni componente è importante che sia in equilibrio con le altre per vivere bene.

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