Come abbiamo visto nell’approfondimento dedicato, l’invalidità per i disturbi alimentari esiste, fermo restando alcune circostanze e valutazioni. Ti racconto la battaglia di Monica, che ho seguito personalmente, e il suo iter difficoltoso affinché le venga riconosciuta.


L’invalidità INPS e l’assegno per i DCA

Quella che ti racconto oggi è la storia dell’iter difficile, non senza ritardi, che Monica sta affrontando affinché le venga riconosciuta l’invalidità per i disturbi alimentari, patologia di cui questa ragazza guerriera vive da più di 20 anni.

D’altra parte, con il mio lavoro di coach specializzato nei disturbi dell’alimentazione, ho ascoltato tantissimi di questi racconti: persone incomprese, ritardi nelle procedure, assenza di assistenza per gli adulti che soffrono di DCA, casi di mala sanità ecc. ecc.

Eppure, i disordini dell’alimentazione sono una realtà che a macchia d’olio continua a diffondersi nei diversi strati della popolazione, lasciando sole milioni di persone in Italia. Ecco perché, dunque, parlare, raccontare e denunciare può fare la differenza.


La battaglia di Monica è la battaglia di ognuno di noi

Conosco Monica sul profilo Instagram di BED LIONS (il mio percorso per vincere i DCA) e mi racconta la sua storia (che al momento, mentre leggi, non si è ancora risolta positivamente).

Ed è qui, con tutte le disavventure, i ritardi e alcune incomprensibili rogne burocratiche, che decidiamo di monitorare e raccontare il suo iter, step by step.

Ecco cosa è accaduto fino ad ora, considerando che aggiorneremo questo racconto giorno dopo giorno, sperando in una risoluzione positiva. La testimonianza di Monica e la sua richiesta per l’invalidità civile per i disturbi alimentari.


La richiesta di Monica per l’invalidità civile e per l’assegno: l’iter aggiornato 2022-2023

  • 7 Giugno 2022 – Mi sono rivolta al medico di base per ottenere l’assegno per la Bulimia nervosa. Gli ho portato una relazione di una psichiatra privata che mi segue da qualche anno. Il medico mi ha detto che “non è sufficiente” e che, quando mi chiameranno, dovrò presentare una relazione certificata Asl oppure da un medico universitario. Entro in panico: non ho nulla di tutto questo, anche se soffro di DCA da più di 20 anni!
  • Dal 2001 sono stata seguita (per pochissimo tempo) da uno psichiatra che si limitò a prescrivermi psicofarmaci quando soffrivo da anoressia. Lui poi mi mandò da un endocrinologo e una ginecologa affinché mi venisse prescritta la pillola per farmi tornare le mestruazioni. Non ho nulla di certificato, però: tra l’altro i medici in questione sono andati in pensione! Da qualche anno sono seguita da una psichiatra nutrizionista, ma è comunque privata anche lei! Che fare???
  • Nel 2007 mi feci seguire da un centro che si chiamava “Psiche”, che ora tra l’altro ha chiuso, che mi seguì per circa un anno per la bulimia, ma comunque era anche quello un centro privato e non ho alcuna certificazione della mia malattia.
  • 9 Giugno 2022: sotto indicazione del medico, mi rivolgo al CAF. La risposta: praticamente su Latina la Asl NON dà assistenza agli adulti che soffrono di disturbi alimentari, ma solo bambini ed adolescenti. E se uno è adulto cosa fa??? Resta solo?
  • Mi rivolgo ai CAF di Roma e Frosinone, ma se non si ha la residenza non possono aiutarti! Non ha senso tutto questo!
  • Sentito il Csm di Latina, che finalmente mi dà una possibilità: mi farà una visita psichiatrica per poi rilasciarmi una relazione certificata che invieranno a Villa Armonia Nuova (Roma), che è una clinica privata convenzionata. Da lì loro possono finalmente seguirmi anche per un percorso di guarigione
  • Torno dal medico di base: con questo certificato del Csm di Latina alla mano, mi conferma che potrà farmi l’impegnativa per la visita psichiatrica. Evviva!
  • 28 Giugno: prossimi passi. Finalmente avrò la vista psichiatrica alla Asl, che mi darà una relazione che poi invierà ad un centro convenzionato con la Asl stessa (a Roma), per iniziare un percorso di guarigione. Questa stessa relazione, poi, la presenterò all’INPS assieme al medico quando mi chiamerà per la visita. Dita incrociate!
  • 29 Giugno: e niente, per la ASL non sono un caso grave, ma comunque necessito di un ricovero nelle strutture convenzionate. Su Latina, non essendoci un reparto dedicato ai disturbi alimentari, mi possono solo offrire il servizio di psicoterapia individuale.
  • 12 Luglio: prossimo appuntamento con la ASL (di nuovo) per capire se esistono nuove soluzioni e per sottopormi a nuovi test specifici.
  • 19 Agosto: appuntamento con la psichiatra della ASL per la relazione da presentare al centro di cura.
  • 7 Settembre: appuntamento con il medico di base per il certificato SS3 da presentare al CAF.
  • 29 Settembre: ho avuto la comunicazione da parte dell’INPS che avrò visita il 4/10, per quanto riguarda la parte contributiva. Mentre il 15 marzo 2023 (!!!) avrò la visita per l’invalidità.
  • Sul CAF: hanno fatto tutto loro. Mi devo solo presentare all’INPS e portare la documentazione che attesta la bulimia. Quindi porterò la relazione della psichiatra della ASL e quella della mia nutrizionista (che è anche psichiatra). 
  • Sulla visita: non so che dire alla visita*! Ho un po’ d’ansia! Ho paura delle domanda che potrebbero farmi!
  • 4 Ottobre: *Le suggerisco di essere 100 % onesta, senza negare nulla ma al contrario, raccontando tutto ciò che le succede. D’altra parte, sono lì per aiutarla! Di fatti, poi mi racconta del medico: scrupoloso e attento a capire come Monica abbia sviluppato la bulimia e cosa le comporta a livello fisico e mentale. Bene così (n.d.r.)
  • 29 Ottobre: ricevo la lettera dell’INPS. Purtroppo, dato il riconoscimento di invalidità di meno di un terzo, VIENE RESPINTA LA MIA RICHIESTA. Potrei fare ricorso, ma ho deciso di non farlo. Ecco la risposta scritta:
lettera-inps-invalidita-disturbi-alimentari

—-> La battaglia di Monica non è andata a buon fine 🙁

Se vuoi provarci anche tu, ecco come ricevere l’invalidità civile per i disturbi alimentari!


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