Quando mangiamo tanto e in maniera compulsiva e incontrollata, stiamo in realtà dando da mangiare alle emozioni sepolte dentro di noi e mai veramente espresse. Ecco le principali emozioni trigger che scatenano le abbuffate compulsive.
INDICE:
- Nutrire le emozioni
- Timidezza
- Solitudine
- Insicurezza del proprio corpo
- Rapporto con i ragazzi
- Commenti degli altri
- Social e “controllo della perfezione sociale”
Nutrire le emozioni
Il disturbo da alimentazione incontrollata, ma anche i disturbi alimentari nel complesso, sono dinamiche strettamente e indissolubilmente collegate alle emozioni di chi le vive.
Volendo estremizzare la semplificazione: quando mangiamo tanto e in maniera compulsiva e incontrollata, stiamo in realtà dando da mangiare alle emozioni sepolte dentro di noi e mai veramente espresse.
Vale sempre e per ogni singolo DCA, ma vale ancora di più nel caso del Binge Eating Disorder.
Controllare le emozioni
Le persone che soffrono di alimentazione inontrollata, oltre al cibo, non riescono a controllare ed elaborazione correttamente i sentimenti negativi o le situazioni difficili della vita, scaricando ansia e frustrazione proprio nel modo di alimentarsi.
Il cibo, pur essendo un nemico, diventa contemporaneamente l’unico “simulacro” di scelta e controllo nel preciso momento dell’abbuffata.
Quali sono, dunque, gli stati d’animo e le emozioni che potrebbero scatenare episodi di compulsività alimentare? Vediamoli insieme.
Timidezza
La timidezza è un tratto caratteriale comune a molte persone, assolutamente non sbagliato e da non reprimere o modificare in alcun modo.
Ciò nonostante, quando la timidezza nasconde una incapacità di vivere in maniera serena i rapporti sociali, facendo chiudere in se stessa la persona isolandola, può rappresentare un grande ostacolo alla costruzione di rapporti d’amore o d’amicizia.
In tal caso, rifugiarsi nel cibo può diventare l’unico appiglio utile per sentirsi “in compagnia” di un qualcosa che mai ci tradirà. I dolci, per esempio.
Solitudine
Se vivere soli o scegliere di prendersi del tempo per se stessi è un bene e contribuisce al rafforzamento della persona, la solitudine è una emozione ben diversa e più radicata.
Se la persona che sceglie di isolarsi prova anche un senso di abbandono da parte del mondo circostante, infatti, può cominciare a scatenare dei comportamenti che trovano conforto e compagnia solo nel cibo, come l’unico in grado di starci vicino e di farci stare bene.


Insicurezza del proprio corpo
L’insicurezza verso il proprio corpo è purtroppo una sensazione diffusa in moltissime persone, a partire dall’adolescenza (negli ultimi tempi anche dall’infanzia).
Piccoli difetti che ai nostri occhi appaiono enormi, i segni visibili del tempo che passa, un peso che non ci sembra “giusto” o “accettabile”, l’arrivo della stagione estiva… sono tutte sensazioni che provocano una grande insicurezza verso il corpo. E che, se non correttamente indirizzata, può tramutarsi in odio e rifiuto del cibo, e anche in disturbi dell’immagine corporea.
Non essere sicuri di esseri belli nella propria unicità, quindi, può sfociare in episodi di alimentazione incontrollata proprio per far fronte alle emozioni negative della non accettazione di sé stessi, causando così il BED e le abbuffate.
Rapporto con i ragazzi
Il rapporto con i ragazzi è sicuramente un altro tasto molto dolente nella vita di ogni ragazza a partire dall’adolescenza, il momento in cui si inizia a formare anche un’identità sessuale e personale.
Il rifiuto da parte di un ragazzo perché “non sei bella abbastanza” o “non sei abbastanza magra”, può andare oltre le parole sgarbate e innescare dei meccanismi mentali e comportamentali estremamente profondi e segnanti; Il risultato drammatico è una persona che si confronta in diversi modi con il cibo per riuscire a soffocare le emozioni negative derivanti da commenti, rifiuti e inadeguatezza sociale.
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Commenti degli altri
I commenti degli altri, per quanto a volte privi di intenzione (ma MAI INNOCUI, ricordalo), possono ferire così profondamente una persona da minarne il suo stato emotivo e la sua fragilità.
Basti pensare a quante volte capita, in un pranzo in famiglia, che ci facciano notare un qualunque cambiamento corporeo:
“Sei troppo magro. Ma mangi?”
“Hai messo su qualche chilo?!”
“Hai proprio le cosce della zia”
“È ora di pensare un pò di più al tuo aspetto, non credi?!”
Questi apparentemente innocui commenti, in realtà, possono creare delle voragini e gettare le basi perfette per lo scatenarsi di seri e gravi problemi alimentari.
Social e “controllo della perfezione sociale”
I social, l’immagine e le ragazze copertina, infine, sono un problema che affligge generazioni di uomini e donne dall’avvento della mercificazione del corpo fino ad Instagram e alla body positive.
Ogni epoca storica ha avuto la sua icona di stile, oppure chi detta ciò che è bello e ciò che è “normale”; ebbene, più ci si avvicina a quel prototipo più si è considerati belli, mentre chi non rientra in quel determinato standard non è perfetto.
Nonostante qualcosa stia cambiando, ancora oggi le immagini social e i corpi femminili e maschili che vengono proposti dai media sono dei modelli di perfezione inarrivabile.
E cosa fanno le persone che vivono i DCA ogni giorno? So convincono spesso e volentieri che se non si raggiunge quel livello di perfezione corporea ad ogni costo non si potrà mai essere felici.
Questa pressione al “controllo della perfezione sociale” che abbatte la diversità e amplifica il conformismo, forse più di ogni altra emozione, secondo la mia esperienza di coach è la principale causa scatenate dei disturbi alimentari in donne e uomini negli ultimi anni e in ogni età.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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