Da circa 1 anno dal lancio del percorso BED LIONS contro i disturbi alimentari ricevo centinaia di richieste a settimana di persone che, dopo tantissimi anni di lavoro con diversi professionisti, sono ricadute nelle abbuffate e nei problemi alimentari. Perché succede e cosa fare quando capita?
INDICE:
- Cosa sono le ricadute nei disturbi alimentari?
- Perché sono ricaduta nelle abbuffate?
- I campanelli d’allarme di una ricaduta
- Lockdown e DCA: un problema sempre più grave?
- Le ricadute fanno parte del percorso di guarigione?
Cosa sono le ricadute nei disturbi alimentari?
“Sono ricaduta nel mio DCA: aiuto”.
Quante volte abbiamo sentito il grido d’aiuto nascosto dietro questa espressione? E perché, quando la diciamo ad alta voce, fa tanto paura? Per rispondere a tali interrogativi, nell’articolo cercherò di spiegare cos’è una ricaduta nei disturbi alimentari e cosa possiamo fare per porvi rimedio.
Una ricaduta nel recupero dei disturbi alimentari si verifica quando qualcuno, a seguito di un duro lavoro di controllo che può avere una durata temporale variabile, torna alle sue abitudini disordinate con il cibo.
La persona che subisce la ricaduta, dunque, da uno “stato di grazia” che pensava finalmente duraturo torna ad essere eccessivamente ossessionato dal proprio peso, ha continui pensieri negativi riguardo alle dimensioni del corpo e al cibo in generale, oltre anche a vivere una terribile paura di tornare nella spirale negativa iniziale. Una semplice parola: terrore.
Perché sono ricaduta nelle abbuffate?
“Non ce la farai mai a mantenere questo risultato. Sei un’illusa”
Perché, quindi, succede che ricadiamo nei disordini alimentari quando tutto sembrava andare per il verso giusto?
Prima di tutto bisogna dire che le ricadute hanno dei comportamenti prevedibili che, per tale motivo, possono essere conosciuti, evitati e, di conseguenza, fare meno paura.
Una parte vitale del recupero, infatti, è riconoscere le “bandiere rosse” di una potenziale ricaduta. Ricadere nell’anoressia, nella bulimia o nel binge eating (e in tutti i disordini alimentari in generale), del resto, non accade dall’oggi al domani. E io lo so per esperienza personale.
Dal momento che tali comportamenti – e l’ho capito dopo quando ho iniziato a guarire davvero – non avevano il sostegno di una strategia a lungo termine, infatti, mi hanno riportata pian piano ai pensieri negativi dettati da una reale mancanza di fiducia in me stessa: “Non ce la farai mai a mantenere questo risultato. Sei un’illusa”. E così ricadevo.


I campanelli d’allarme di una ricaduta
Mi ci sono voluti molti anni – insieme a tentativi ed errori per sconfiggere il mio DCA – per essere in grado davvero di rendermi conto di quando stavo per tornare di nuovo nella spirale del “mostro”. E mi succedeva tutte le volte che nella mia testa, raggiungevo un “determinato obiettivo”, anche stupendo sulla carta.
Ecco, quindi, i principali campanelli d’allarme di una ricaduta:
- Raggiungere il peso forma che hai lottato duramente per avere, dopo una lunga dieta ferrea;
- Onorare il fioretto di non mangiare dolci per 1 anno (sì, mi è successo: 365 giorni senza toccare zuccheri, neppure quelli della frutta);
- Conquistare il ragazzo o la ragazza dei tuoi sogni con la tua nuova “figura”;
- “Concederti” quei giorni di sgarro dopo tantissima disciplina… per poi volerti rimettere in carreggiata dal Lunedì successivo;
- Avvertire una leggera ansia dentro di te per non avere più scuse (= “se ricado adesso, la colpa è solo mia”);
- L’“altro Te” che non accetta una vita senza abbuffate e con la prospettiva di tanti sacrifici da fare, specie nel lavoro emotivo dentro te stesso (sembra incredibile, ma io mi sentivo proprio così in certi momenti);
- Il non avere una reale speranza di essere finalmente come vorresti essere, soprattutto fisicamente;
- Il terrore di fallire di nuovo;
- La mancanza di fiducia nel poter essere davvero felice e di meritare amore da te stesso;
Lockdown e DCA: un problema sempre più grave?
Senti che durante la quarantena il tuo disturbo alimentare si è aggravato? Ancora una volta, non sei affatto solo.
Secondo i dati del Centro Disturbi Alimentari dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, infatti, nel 2020 si è verificato una grandissimo aumento di richieste di aiuto per ricadute e aggravamento delle condizioni delle problematiche alimentari, specie legato al periodo difficile del lockdown.
Anna Ogliari, psicologa clinica esperta in disturbi alimentari dell’età evolutiva, del resto, lo afferma con vigore al fattoquotidiano.it:
“Durante i primi mesi di pandemia e, in particolare, durante il lockdown l’attenzione clinica verso questi disturbi è cresciuta e dal nostro osservatorio (ambulatoriale e ospedaliero) abbiamo assistito a un importante incremento di richiesta di aiuto […]. La pandemia sembra non solo aver esacerbato alcuni casi già noti, ma anche aver messo in luce una ‘epidemia’ di disturbi alimentari, in particolare nei bambini e negli adolescenti”.
Secondo le stime non confermate dell’articolo, comunque, si parla addirittura di un incremento del 20% delle nuove diagnosi.
Gli studi sul legame tra quarantena e disturbi alimentari
Un altro studio pubblicato a Luglio 2020 sull’International Journal of Eating Disorders ha rivelato che, durante i primi mesi della pandemia, molte persone con anoressia nervosa hanno riferito di limitare maggiormente il loro mangiare. Nel frattempo altre persone sofferenti di bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata hanno riferito di più episodi ed impulsi all’abbuffata più violenti.
Gli intervistati dello studio, inoltre, hanno anche notato una maggiore ansia e preoccupazione per l’impatto del COVID-19 sulla loro salute mentale in generale. Più di un terzo dei 1.021 partecipanti (511 negli Stati Uniti e 510 nei Paesi Bassi) ha affermato che il disturbo alimentare era peggiorato e ha attribuito questo cambiamento a problemi come la mancanza di strutture, un ambiente “tossico” scatenante, l’assenza di supporto sociale e l’incapacità di avere in casa quei cibi che si adattavano ai propri programmi alimentari.
L’autrice senior del documento, Cynthia M. Bulik dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill (UNC), infine, osserva come l’ansia e la depressione siano in aumento costante per molti proprio a causa della pandemia, e questo aumento possa presentare fattori scatenanti specifici per coloro che soffrono di disturbi alimentari.
Le ricadute fanno parte del percorso di guarigione?
Qualunque sia il punto in cui ti trovi in questo momento, se stai pensando al recupero, hai appena iniziato il lavoro o se continui a lottare senza una destinazione precisa, le ricadute si verificheranno. Tuttavia, le ricadute inizieranno ad accadere sempre meno, ma ciò richiede che tu continui a combattere e ad intraprendere un lavoro di consapevolezza su Corpo, Mente e Anima (guarda gli step per evitare le ricadute).
La forza, il coraggio e la grinta mentale positiva per svegliarti ogni giorno e combattere per la tua vita contro la tua stessa mente “tossica” sono straordinari. È qualcosa che la maggior parte di noi non capirà mai, ma è anche qualcosa di cui dovresti sentirti orgoglioso quando lo fai! Richiede la tua instancabile dedizione e scavare in profondità. Più in profondità di quanto pensi di poter mai fare, ma lo fai.
Il recupero non è facile, ma è possibile e ne vale davvero la pena. Ci meritiamo tutti una vita felice e sana. I nostri corpi sono i nostri templi e meritano amore e rispetto, proprio come te li meriti tu!
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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