Poco tempo fa ricevo questo libro per essere recensito e, come sempre, lo faccio molto molto volentieri. Ecco la recensione di “Lei era niente, lei era tutto” di Stefano Agosto.
INDICE:
- Una storia d’amore e di apocalisse
- Equazione di un amore: l’amore che toglie, l’amore che dà
- La scrittura di Stefano Agosto
- Greta: molto più di una musa
- Lei era niente, lei era tutto
Una storia d’amore e di apocalisse
Ha il cognome che ricorda il mare, il caldo, ma la sua scrittura ha tratti del crepuscolo. Forse perché, mentre ci racconta la sua storia d’amore, ci fa entrare pian piano nei meandri della sua psiche tossica, dei suoi sogni infranti, del suo cuore spezzato.
“Hai presente quando i Cancelli dell’Inferno si apriranno per lasciare che i Malvagi Demoni si lancino contro i Fieri Arcangeli, in quella battaglia chiamata Apocalisse?
Ebbene fu quella la sensazione che esplose dentro me, un turbinio di emozioni che potrebbero essere riassunte con l’utilizzo di una unica parola …Amore.”
Che l’amore possa essere associato all’Apocalisse, non ci avevo mai pensato. Eppure, se scavo dentro di me e durante la lettura del libro mi addentro nell’esperienza del protagonista Stephane, questo pensiero un senso ce l’ha davvero.
La parola “apocalisse” viene dal termine greco apocalupsis e significa “rivelare, svelare o togliere la copertura”. E che cos’è l’amore, in fondo, se non il ritrovarsi disarmati, senza scudi, svelando completamente se stessi e il proprio cuore? Un apocalisse dell’anima e dei sentimenti. Che fa veramente paura.
Continua con la recensione… come per tutte le altre non ci sono spoiler, promesso!

Equazione di un amore: l’amore che toglie, l’amore che dà
Dalla penna delicata e “antica” di Stefano Agosto, ci avviciniamo all’esperienza d’amore di Stephane vivendo due realtà antitetiche ma pur sempre intrecciate: l’amore che toglie e l’amore che dà.
L’amore che toglie è quello per la sua attuale compagna, Nicole. Una persona “rinunciataria”, che ha smesso di credere ma soprattutto di fare. Nicole si lascia andare, vive la vita alla giornata, è non curante di ciò che accade dentro e fuori di lei. Specie empaticamente. E il suo atteggiamento, per riflesso, toglie vitalità e voglia di credere che le cose possano funzionare anche a Stephane. Del resto, la vita di lui procede senza reali emozioni: se la sua situazione privata cammina per inerzia senza senso, il suo lavoro è tutto ciò che occupa le sue giornate. Ma non con la passione necessaria. D’altra parte, dall’altro lato non ha una controparte forte, che sa animare, per la quale vale la pena lottare.
“In questi mesi che sembrano anni, ho perso l’io, non mi riconosco più. Ma cosa devo fare? Come posso fare? Sia nella vita che nel lavoro mi sento un fallito, non mi pongo più obbiettivi e tantomeno penso di raggiungerli.”
L’amore che dà è quello che, durante un colloquio, travolge Stephane quando incontra Greta per la prima volta. All’improvviso, e senza avvisare, il mondo di lui non sarà mai più lo stesso. All’improvviso, basta uno sguardo e un odore che Nicole diventa insignificante. Senza nemmeno accorgersene, Stephane si ritrova incastrato in una relazione, mentre sogna di costruirne un’altra con una persona che, almeno all’inizio, a malapena sa che esiste.
Cosa fare? Ignorare tutto, cercando di insabbiarlo a metri di profonda disperazione e infelicità, oppure ricacciare tutto in superficie, dichiarandosi al mondo, a Nicole, a Greta, a se stesso?

La scrittura di Stefano Agosto
Mi colpisce molto la scrittura di Stefano Agosto. È giovane, ma allo stesso tempo “antica”, come succede spesso nei romanzi sentimentali che disvelano i misteri del cuore umano. Scrivere è il modo che l’autore utilizza per riprendersi, per fare chiarezza, per affrontare il dolore. E le parole riflettono in maniera fluida perfettamente il ritmo della passione che riverbera.
Crepuscolare, occlusa, che infonde un senso di nausea e di mancanza di appeal del mondo quando ci racconta la distanza con Nicole e con una vita alla quale il protagonista non sente di appartenere davvero. Colorata, limpida, allegorica e primaverile quando entra in scena Greta, la “donna della vita”.
“La sua speciale fragranza, un mix di cielo e primavera mi conquista”.
E che conquista anche noi.
Greta: molto più di una musa
Al contrario della canzone dei Negrita, per la quale il mondo di Greta “non ha gravità”, la mente, il corpo, l’anima e il cuore di Stephane trovano proprio in Greta il centro di gravità permanente che mancava. Greta non rappresenta solo una conquista d’amore, se non una vera e propria metafora della vita che il protagonista sente di meritare, che sente di voler afferrare. Una vita piena, in prospettiva, capace di far trattenere il respiro. Una vita che trasuda famiglia, bambini, impegno, costruzione e, in primis, AMORE.
In questo caso, un amore che non ci siamo scelti all’inizio – proprio come succede con i colpi di fulmine – ma che di certo continuiamo a scegliere giorno dopo giorno, anche quando le cose si complicano.
Una delle caratteristiche che ho apprezzato maggiormente nel libro di Stefano Agosto, infatti, è proprio la verità dei passi dell’amore. Che non è mai perfetto, edulcorato, ma anche crudele, fatto di urla (intense le litigate tra il Stephane e Greta, un ulteriore monito dell’incapacità di separare l’amore con il dolore… e con l’apocalisse, appunto) e di momenti di chiusura. Poco prima della fioritura.
Greta è una musa, e anche se fa male non ci si allontana mai dall’ispirazione che emana. Anche se a volte sa essere più un caterpillar pronto a travolgere che un giramento di testa in creatività.

Lei era niente, lei era tutto
“L’amore non ha mica bisogno del trucco, delle scarpe con i tacchi o delle minigonne, quelle così corte che ti fanno girare la testa. L’amore non ha nemmeno bisogno della perfezione, perché se fosse perfetto allora non si potrebbe definire amore. A dirla tutta, ora che ci penso, l’amore non ha bisogno di niente, ma ha bisogno di tutto. Colpisce e basta: lo fa con un ricciolo moro, come quello di Greta, con una risata diversa da tutte le altre, con quel modo tutto particolare di gesticolare, con i suoi piedi nudi che camminano per casa, con i respiri del cuore di notte. È fatto di piccolezze, l’amore.”
A partire dalla scelta del titolo, in definitiva, Stefano Agosto ci ricorda come in amore si possa passare dal niente al tutto e di nuovo al niente e di nuovo al tutto nel giro di pochi istanti.
Perché è proprio questa la capacità principale del vero amore: ti lascia senza fiato, ti sprofonda metri e metri sotto il mare, ti fa quasi morire, e poi ti trascina fuori dalla tempesta donandoti aria, vista, olfatto, e speranza in un cortocircuito emozionale senza pari. E lo fa anche con dei passi minuscoli, senza ecatombi, senza sensazionalismi. Tipico delle cose importanti: che fanno un fracasso assurdo dentro l’anima, ma senza emettere un suono. E senza che se ne accorga nessuno. Nessuno, tranne noi che ne veniamo travolti.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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