Mangiare con consapevolezza è un concetto che, negli ultimi tempi, sta prendendo sempre più piede, spesso opposto all’idea della dieta restrittiva. Scopriamo insieme perché il mangiare consapevole significa ascoltare il corpo e diventare liberi dall’ossessione del cibo… e anche come può rappresentare una alternativa per la cura dei disturbi alimentari.


INDICE:


Il concetto di mangiare con consapevolezza

Mangiare in maniera consapevole, sapere quello che si sta mangiando, scegliere quando e come mangiare, ascoltare i segnali del corpo… espressioni che spesso nascondono una paura che è di molte persone: 

“Come faccio ad abbandonare la dieta e controllarmi con il cibo?”

In realtà, mangiare con consapevolezza significa proprio questo: gestire la routine alimentare senza ansie e ascoltare i segnali di fame, per non essere più controllati dal cibo. In una parola sola = LIBERTÀ. 

D’altra parte, il Mindful Eating è proprio la capacità innata e intuitiva del nostro organismo di sapere quello che ci fa stare bene e quello di cui abbiamo bisogno o voglia di mangiare; lasciare, dunque, spazio alla nostra consapevolezza interiore che è capace di fare e di fare anche bene per la nostra salute! 

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Addio Dieta Restrittiva

Diete troppo restrittive, l’eliminazione di determinati alimenti o regimi alimentari che prevedono solo alcuni tipi di cibi e preparazioni, del resto, portano il nostro corpo e la nostra mente a pensare di non sapersi più regolare se non restando imbrigliati dentro le regole di una rigorosissima dieta. Senza contare, poi, i danni che tali discipline ferree e spesso sbilanciate arrecano ad una persona che soffre di comportamenti alimentari disordinati! 

Eppure, non è così. Anzi, è vero il contrario. Il nostro corpo e la nostra mente sono assolutamente in grado di sapere cosa, come e quanto mangiare… basta appunto entrare in un rapporto di comunicazione proficua con esso!

Lo scopo del Mindful Eating è quello di connettersi profondamente con l’esperienza del mangiare a 360°, prestando totale attenzione e dedizione al nostro corpo e ai suoi bisogni, al momento del pasto, a cosa si sta mangiando e perché lo si sta mangiando… e anche a quando siamo sazi e ci possiamo fermare. 

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Un’alternativa per curare i disturbi alimentari 

Nella cura dei disturbi alimentari sta prendendo sempre più piede un approccio totale e “olistico” alla persona, implicata completamente in ogni sua particolarità ed esigenza. E qui entra in gioco, appunto, il mangiare in consapevolezza. 

La persona che soffre di disturbi alimentari andrà inizialmente seguita passo passo nella sua gestione quotidiana del disturbo alimentare che vive (quelli “classici”, oppure quelli sotto soglia o NAS), proprio per evitare di ricadere in comportamenti alimentari scorretti e dannosi. Successivamente, però, lo scopo finale dell’alimentazione consapevole sarà quello di portare la persona a conoscersi profondamente, accettare il proprio corpo e le sue richieste così com’è, senza giudicarlo e ripudiarlo. 

Le emozioni legate al cibo, inoltre, vengono scoperte, analizzate, affrontate e gestite, e non respinte o compensate attraverso i meccanismi di compensazione cronici dei DCA

Mangiare in consapevolezza è una tecnica assolutamente complementare per la cura dei disturbi alimentari che aiuta in maniera pratica e illuminante tutte le persone che ne soffrono per sempre, evitando di conseguenza le ricadute.


Mindful eating nei bambini 

I disturbi alimentari nei bambini, ahimè, sono una realtà del quale stiamo prendendo sempre più atto negli ultimi tempi. 

D’altra parte, il rapporto che si ha con il cibo può influenzare tutta la vita: è quantomai fondamentale, quindi, impostare un rapporto più sano ed equilibrato possibile con il cibo e le sue emozioni già dalla prima infanzia. Le tecniche di Mindful Eating nei bambini, infatti, rispecchiano bene la giusta attenzione rivolta ai piccoli in fase di crescita fisica ed emotiva. 

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Già da piccolissimo, comunque, il bambino è assolutamente in grado di sapere cosa, come e in quali quantità magiare il cibo; sa quando è sazio e quando ha fame di nuovo. 

Molto importante è, in primis, aiutare il piccolo nel corretto svezzamento, senza però ignorare le sue richieste. 

Altrettanto fondamentale, poi, è lasciare il bambino concentrato su ciò che sta facendo, ovvero l’atto del mangiare, senza distrazioni che lo distoglierebbero inconsciamente dalle emozioni che il cibo suscita nel suo corpo. 

Infine, il bambino dovrebbe poter assaggiare e provare un numero maggiore di cibi possibili, in modo da abituare il suo palato a tutti i tipi di sapori, gusti, odori, consistenze e non prediligerne solo alcuni

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