Mi sono abbuffata di nuovo, cosa faccio? Ci sono dei comportamenti da NON attuare per non rischiare di peggiorare la situazione o che l’episodio disordinato si ripeta. Ecco 5 cose da NON fare dopo un’abbuffata.
INDICE
1. Non ti colpevolizzare
“Mi sono abbuffata di nuovo e ora? Sono una debole e una fallita, non riuscirò mai ad uscire da questa dipendenza e schiavitù dal cibo”. Queste sono alcune delle frasi, le più soft, che si ripete chi è vittima di una o più abbuffate compulsive.
La sensazione è quella di essere incapace, una fallita che non riesce a resistere alle tentazioni e che, come un tossicodipendente, ha bisogno della sua “dose giornaliera” di cibo per sentirsi meglio. No, non è un estremismo, è proprio quello che accade nella mente dopo l’abbuffata da cibo.
Eppure, questo è proprio ciò che NON VUOI FARE per non ricadere: il senso di colpa a posteriori non aiuta, anzi, agevola quel circolo vizioso che inevitabilmente porterà a reiterare quel comportamento e ad avere un’altra e più violenta abbuffata, con una conseguente e spiacevole sensazione d’impotenza.
2. Non ti punire
Molto frequente dopo un’abbuffata è la volontà di correre ai ripari in modo tempestivo e nel minor tempo possibile. Quasi a voler spazzar via dalla mente quello che è successo, come se non fosse mai esistito. Ecco, quindi, che si ricorre a diete lampo fortemente restrittive, alla pratica del digiuno o ad altre tecniche di compensazione come l’utilizzo di lassativi e diuretici, il vomito autoindotto o un’esagerata attività fisica.
Eppure, attuare tali comportamenti è solo un modo per sentirci ancora peggio con noi stessi, una sensazione fatale per chi vuole evitare di ricadere.


3. Non ti buttare giù
Rimanere lucidi dopo un’abbuffata è il modo migliore per non avere un crollo psicologico e sentirsi dei falliti. L’autostima è in serio pericolo quando si ha la sensazione di non riuscire a fermarsi davanti alla tentazione del cibo. Essenziale, dunque, è ricorrere alla tecnica di allenare la mente con pensieri di resilienza e con attività che spostano l’attenzione dal cibo ad immagini di riequilibrio interiore: la lettura di un buon libro, una tisana calda, praticare yoga/meditazione, circondasi di persone positive.
Inoltre, è importante evitare quei comportamenti quali il mangiare sul divano, o troppo velocemente, o stare troppe ore sui social. Essere presenti nel momento del pasto ed evitare quelle situazioni di mancata lucidità o di solitudine, in particolare durante le ore serali, infatti, può salvarti davvero.
4. Non rimandare
È normale, quando il peggio sembra passato, tornare a ripetersi “me ne occuperò domani” o “rimando a un altro giorno”. Al contrario, è salvifico proprio il prendere le redini della situazione senza indugi o rimandi: si tratta di un problema che compromette la quotidianità ed è giusto cercare una soluzione nell’immediato. Non siamo vittime sacrificali e irrecuperabili: abbiamo una situazione scomoda da risolvere. Punto.
L’assunzione incontrollata di cibo, se praticata in modo sporadico, inoltre, è un campanello d’allarme nello sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare. Agire per tempo è fondamentale per evitare il ripetersi futuro e comprendere le cause alla base del mangiare compulsivo.
5. Non far vincere l’orgoglio
“Mi sono abbuffata di nuovo, ma ho vergogna a chiedere aiuto”.
Niente di più sbagliato! Rivolgersi a professionisti e a persone competenti è necessario come primo passo sulla strada della vittoria. La forza di volontà interiore è al primo posto, ovvio, ma cercare il giusto aiuto per comprendere la strada per uscire dal circolo dell’abbuffata e spezzare la catena non è superfluo. Soprattutto, non è “da deboli”: diventa, al contrario, la decisone di chi ha nelle proprie mani le redini di una vita felice.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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