Arriva il momento più temuto dell’anno: la prova costume! Soprattutto adesso, e non solo, tutti hanno un solo argomento che li tormenta ovvero correre ai ripari con la tanto odiata dieta. Solo il nome mette ansia, ma funzionerà? Nell’articolo ti spieghiamo perché la dieta NON SERVE per dimagrire, e introduciamo anche alcuni input che approfondiremo nel corso della rubrica “Diete e Promesse Pericolose”.


INDICE:


Da lunedì dieta: lo stato di “regime” alimentare

“No time no Space” cantava il compianto Battiato, anche se il titolo dell’articolo ricorda meglio il nuovo attesissimo capitolo della saga 007, “No time to Die”. Che “piacevoli” coincidenze!

Tutto il mondo parla di cibo, continuamente ad ogni ora del giorno. Tanti esperti che ti dicono cosa devi mangiare e cosa no per avere il corpo perfetto. 

“Da lunedì mi metto a dieta, basta!”.

Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase? Che suona sempre come una grossa punizione, un modo per espiare i propri peccati per la colpa di esseri golosi. Non per niente si chiama “regime alimentare”, perché è come essere un militare che risponde ai comandi, segue “gli ordini superiori” di quello che impone la dieta. Senza sgarri, solo rinunce, unici ammessi i brontolii allo stomaco.

L’urgenza vitale di avere un corpo “accettabile” agli occhi della società e perfettamente calzante nelle taglie stereotipate. Signorsì!

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Tante diete poca felicità: parliamo di Nutrizione

C’è una lista infinita di diete e l’elenco diventa sempre più corposo con aggiornamenti e new entry che promettono la felicità! Uno stato apparente di euforia e appagamento: no pane, no pasta, no zuccheri, no grassi. Ma vuoi mettere poi la bilancia che ci sorride?

C’è la dieta delle star, la dieta a zona, la dissociata, la chetogenica, la Dukan, la Lemme, la plank, la fruttariana e quella del gruppo sanguigno. Non finiscono qui, l’elenco continua e si rinnova.

Lo sconforto arriva dopo, quando si riprendono i chili persi e anche con gli interessi. E cosa resta? L’amarezza di aver fatto tanti sacrifici inutilmente, di basare continuamente la propria felicità sulla taglia dei sogni o sul numero che vorremmo segnasse la bilancia.

La maggior parte di queste diete stanno sotto un unico grande cappello che le comprende e si chiama digiuno perenne o qualcosa che gli assomiglia tanto. Del resto, le diete miracolose non esistono. Come non esistono cibi in assoluto benefici o malefici. Come non esiste l’elisir di lunga vita. Come ogni consiglio alimentare che viene venduto come la soluzione di tutti i mali. Tutto falso!

La “corte dei miracoli”

Il più delle volte ne siamo consapevoli ma non riusciamo a resistere alla tentazione di indugiare su quei richiami accattivanti che promettono grande resa con il minimo sforzo.

Non mangiare pasta o mangiarla tutti i giorni, non mangiare i carboidrati, alzare le proteine, fare solo un pasto al giorno, non mangiare la carne o eliminare le uova e i latticini. Ce n’è per tutti i gusti!

Il bello è che ogni dieta dice il contrario dell’altra, mentre il brutto è che queste bugie spacciate per vere non hanno nessuna base scientifica e spesso sono dannose per il nostro organismo. Trattasi di annunci civetta ma ci caschiamo perché siamo ossessionati dal cibo e dalle mode.

La conquista della Nutrizione

La dieta, nell’accezione più comune, è uno stato temporaneo di controllo sul cibo, generalmente con poche calorie. O meglio, è la dieta che controlla noi. 

Nell’ottica di vivere meglio e avere un rapporto un po’ più sano col nostro corpo, dunque, dovremmo smettere di parlare di dieta e iniziare a parlare di nutrizione.

La nutrizione è la ricerca di un regime alimentare ottimale da seguire per sempre. Che conquista! Ripartiamo allora dalla terminologia.

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Prova costume: devo dimagrire!!!

Gennaio insieme a maggio e giugno sono tipicamente i mesi in cui la dieta è la regina degli argomenti e dei palinsesti tv e social: fa ascolto, è tra i trend topic sui social e nelle ricerche di Google.

Va bene avere un obiettivo – non diciamo il contrario – semmai il problema nasce quando questo diventa il pensiero fisso delle nostre giornate o conditio sine qua non per cui ci sentiamo dei falliti.

Isolamento volontario

Certo, con la teoria siamo tutti bravi e il bombardamento pubblicitario e mediatico non aiuta a sentirsi bene con le forme del corpo accentuate, ma lo stato di grazia e la riconoscenza verso il proprio corpo è il più importante traguardo da raggiungere.

Essere a dieta, invece, vuol dire accettare uno stile di vita che porta isolamento dagli altri, visto che le uscite sono da evitare per la paura di mangiare sbagliato. Lo stato d’animo è sempre un po’ in down perché ci priviamo sempre di quei cibi che ci piacciono di più ma che consideriamo demoni da tenere lontani.

Il dimagrimento è, quindi, conseguenza di un atteggiamento super critico in cui tutti i cibi passano in rassegna e vengono etichettati con un sì e un no. Il risultato è che le tentazioni ce le sogniamo pure di notte e non vediamo l’ora di ricongiungerci con l’oggetto del peccato.

Collaborare con il nostro corpo

La verità è che sono due le vie principali per dimagrire: mangiare meglio e praticare attività fisica. E soprattutto darsi tempo, non avere fretta ed essere indulgenti verso sé stessi imparando ad ascoltare il corpo.

Il dimagrimento, d’altra parte, è parte di un percorso di testa e cuore, dopo di corpo.

È la volontà di migliorarsi rimanendo fedeli a se stessi, amandosi in egual modo. È come una mamma che ama il proprio figlio sempre e comunque, sia che porti a casa un 10 al compito di matematica sia che preferisca lasciare gli studi per lavorare.

Dimagrire è possibile, dunque, anche seguendo una via diversa, costruendo una nuova routine alimentare, uno stile di vita sano e uno sguardo diverso ai cibi. Nessuno escluso.


Sudditi delle calorie: no time to “sgarro”

Quello che accomuna un po’ tutte le diete in circolazione è la sudditanza di attenersi in modo scrupoloso alle calorie, al momento in cui mangiare anche se non si ha fame, ai cibi da evitare e quelli assolutamente da eliminare. Nessuna concessione, solo rinunce, frigo vuoto, tristezza nel piatto.

Perché in qualche modo “ce lo meritiamo”, pensiamo, e nella nostra testa ci convinciamo che solo togliendo e privandoci il più possibile di determinati cibi possiamo perdere peso e sentirci bene.

Lo sgarro non è concesso e quando succede è vissuto come una tragedia, con grande senso di colpa per aver ceduto a quell’irresistibile bignè al cioccolato o alla pizza con gli amici. Praticare lo sgarro consapevole e le coccole alimentari, invece, è la vera conquista!

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Abbracciare il Mangiare Consapevole

Conoscere i cibi, la provenienza, le proprietà con fare curioso e senza ossessioni; dedicare al momento dei pasti un’attenzione particolare che va dalla cura del piatto alla composizione di colori, consistenze e diversità degli alimenti; mangiare con lentezza e senza distrazioni, seduti a tavola, giocando con il cibo e gratificandoci. 

Scopriremo, così, quanto è divertente l’esperienza con il cibo. E riscopriremo delle funzioni sconosciute del nostro corpo che agisce attraverso mille recettori sensoriali. 


Dieta e Disturbi alimentari

L’argomento va preso con le pinze se abbiamo un disturbo alimentare. E chi legge questo blog lo sa bene.

Malgrado gli appelli all’accettazione della diversità e la lotta agli stereotipi, tra l’altro, notiamo che nei fatti non è così inclusivo il nostro mondo.

Assistiamo alla vendita spietata in rete, da parte di promoter senza competenze, di prodotti che promettono un dimagrimento in tempi rapidissimi con zero sforzi grazie all’assunzione di pillole brucia grassi, gocce, bibitoni e pasti sostitutivi. Niente di più dannoso per chi lotta con l’accettazione del proprio corpo e cerca di imparare ad avere un rapporto sano con il cibo. Modelle 38, bikini sgambatissimi per poche elette, taglie falsate. Un disastro!

Rifuggire da questi messaggi è difficile, la pandemia non ha fatto che accentuare questa aggressività: vendere a tutti i costi, facendo leva sulle debolezze umane. Triste sapere che non viene messo un freno a questo inquinamento online, a messaggi che creano illusioni e sconforto.

Per chi soffre di DCA è un’ennesima ferita a cuore aperto, perché persiste l’ossessione e la mancanza di controllo verso il cibo e, dunque, le emozioni e le aspettative sono più alte e difficili da gestire.

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Equilibrio, consapevolezza, accettazione

Lavorare su un cambiamento è difficile ma non impossibile. Decidere di volersi bene è una promessa che va fatta per la vita cercando un equilibrio interiore, che è la chiave di volta per essere sereni. Dopo c’è la consapevolezza di sé e del posto che occupiamo nel mondo.

Tendiamo troppo spesso a vedere il peggio di noi senza concentrarci, invece, su quelli aspetti vincenti che ci rendono unici. E far emergere questi elementi è il risultato di un percorso che necessariamente deve toccare diversi aspetti della nostra vita, in cui il corpo ha una centralità positiva inaspettata.

Un lavoro su Corpo, Mente e Anima

Solo grazie a un approfondimento multidisciplinare che coinvolga corpo, mente e anima si può arrivare ad un’accettazione di quello che si è. Esattamente il motivo per il quale, come abbiamo visto fino ad ora, la dieta non serve per raggiungere l’obiettivo più nobile di tutti: amarsi.

Riappropriarsi della gioia di una vita vissuta a pieno, superando le proprie paure è il desiderio. Il prezzo da pagare, però, non può essere la rinuncia a sé stessi ma una strada da percorrere con entusiasmo e fiducia nelle proprie potenzialità.

Impegno, fiducia, entusiasmo, accettazione, amore: basta spostare il baricentro delle priorità, riportarlo su quello che conta davvero ed essere disposti a migliorare nonostante le avversità e con la giusta resilienza

Volersi bene deve essere la più importante missione di vita, considerando il corpo come il nostro tempio da contemplare e riverire. Lo spirito guida lo troveremo e, con stupore, non sarà poi così lontano.

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