Che cos’è la Resilienza e perché è utile per combattere i disturbi alimentari? Le caratteristiche delle persone resilienti e i metodi per svilupparla contro i DCA.
INDICE:
- Il significato della parola resilienza
- Caratteristiche delle persone resilienti
- Resilienza, resistenza e tenacia
- La forza della resilienza: la persistenza
- Alleati della resilienza: la motivazione al cambiamento
- Resilienza: come svilupparla per combattere i DCA
- Le 7 frasi sulla resilienza da rileggere ogni giorno
Il significato della parola resilienza
“Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi. Resto qui nel fitto di un bosco, e il tuo vento non mi piegherà” (Resilienza 74 – Rita Pavone)
L’abbiamo sentita nominare spesso ultimamente, specie in riferimento all’atteggiamento vincente per uscire dalla quarantena da Covid 19, ma la resilienza ha origini antichissime e illuminanti.
Che significa resilienza? Letteralmente, l’etimologia della parola deriva dal latino “resilire” e significa “rimbalzare”, “saltare indietro”.
Anche se tale termine è stato spesso utilizzato in chimica per riferirsi alla capacità di un metallo di resistere agli urti, comunque, va da sé che un concetto così bello e profondo potesse essere applicato anche in altri ambiti. Uno tra tutti, il suo significato psicologico.
Il legame tra psicologia e resilienza, infatti, è oggi più che mai forte nel delineare una persona capace di affrontare i piccoli e grandi traumi della vita con l’atteggiamento giusto. Essere resilienti, in pratica, è uno stato mentale essenziale per vivere bene, saper gestire i momenti di stress e – nel mio e nel tuo caso – anche per combattere i disturbi alimentari.
Cosa c’entra la resilienza con i disturbi alimentari? Moltissimo! E lo dice una persona che ha fatto di questa qualità la bandiera più importante da sventolare per la lotta al Binge Eating Disorder. Mi sono perfino regalata un tatuaggio con la parola resilienza sulla pelle, per non dimenticarla mai!
Tornando all’articolo, andiamo a scoprire insieme tutto ciò che dobbiamo sapere per sviluppare la resilienza come arma per la cura delle abbuffate compulsive!

Caratteristiche delle persone resilienti
“Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento” (Proverbio cinese)
Come abbiamo appena visto, analizzerò la parola resilienza ovviamente dal punto di vista psicologico, proprio perché è stato l’atteggiamento giusto che mi ha consentito di combattere le abbuffate e avere la meglio! E cosa c’è di meglio che farlo analizzando in primis le caratteristiche principali delle persone resilienti?
Essere resilienti – lo vedremo più avanti nell’articolo – più che una dote innata, è una conseguenza della nostra capacità di conoscere a fondo noi stessi e di mettere in atto delle strategie vincenti per fare della nostra vita la nostra magnifica creazione. Dove si trova la resilienza, dunque? In questi tratti essenziali dell’essere umano!
Allenare la mente
L’ho già detto più volte, ma voglio ripetermi: la nostra mente non solo a volte non ci dice la verità (è un caso paradossale che “mente” abbia proprio la stessa radice del verbo “mentire”?), ma è un muscolo che possiamo allenare. In altre parole: possiamo guidare la nostra mente a pensare ciò che decidiamo noi! E questo non è affatto scontato.
Facci caso: quante volte ti sei trovato in preda al panico, inerme, e con i pensieri che si accavallano in un circuito di negatività sempre più agghiacciante? In realtà, ciò che succede è che la mente è “abituata” a ragionare in negativo, a pensare, quindi, che il peggio sia dietro l’angolo.
Essere resilienti, al contrario, significa pensare che ciò che ci aspetta è il meglio che ci possa capitare e, soprattutto, che possiamo raggiungere tutto quello che vogliamo. Possiamo chiamarla “legge di attrazione” o di “risonanza”: ciò che conta è che la mente può e deve essere allenata proprio come facciamo quando andiamo in palestra o seguiamo le direttive di un personal trainer.
Pensare positivo
Le persone resilienti sono abituati a pensare in positivo. Ciò non significa che sono su di giri tutto il tempo o che guardano sempre il bicchiere mezzo pieno, anzi. Pensare positivo per una persona resiliente significa riuscire a trovare il lato positivo anche di esperienze negative. Il famoso “mi piego ma non mi spezzo”.
Se sei resiliente, in pratica, riuscirai a considerare le persone che ti fanno del male o le situazioni che ti fanno soffrire come dei “maestri” in grado di insegnarti qualcosa su di te e sulla vita in generale. La prossima volta che ti succede qualcosa che ti rende scomodo, dunque, pensa a cosa puoi imparare da questa determinata circostanza: ti si aprirà un mondo di possibilità che – lo vedrai – non lascia spazio a pensieri negativi o tossici.
Responsabilità
I coach motivazionali americani la chiamano “accountability”, ovvero la capacità di una persona di prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Soprattutto se stiamo cercando di applicare la resilienza ai disturbi alimentari, ciò potrebbe sembrare molto complicato, anche perché spesso la confondiamo con un altro concetto, quello di “colpa”. Quando siamo vittima delle abbuffate compulsive, infatti, pur sentendoci i principali responsabili, non facciamo a meno di prendercela con qualcun altro.
“Mia madre è invidiosa di me”
“Il mio ragazzo mi vuole più magra”
“Non riuscirò mai a guarire”
In realtà, in ognuna di queste situazioni mettiamo in atto il sottile meccanismo dello “scaricare la responsabilità”.
Essere resilienti, invece, implica comprendere che, pur non avendo colpe, la guarigione spetta SOLO A NOI!

Lavorare sodo
Nel mio percorso per combattere il Binge Eating e le abbuffate, molto spesso le persone che seguo pensano di non farcela. Le capisco: il lavoro è complesso, difficile e a volte anche molto doloroso. Eppure, come dico sempre io, bisogna creare l’abitudine a lavorare sodo.
Insieme alla caratteristica della responsabilità appena descritta, infatti, la resilienza presuppone la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di continuare a lavorare. Nella lotta contro un disordine alimentare, del resto, non sono ammessi cedimenti di motivazione, anche se possono capitare delle ricadute. L’importante è rialzarsi e riprendere a lavorare. Proprio come fa una persona resiliente.
Non avere paura di decidere
Si chiama “l’arte del procrastinare”: rimandare continuamente le decisioni per paura di fallire. Se stai lavorando per allenare la resilienza, dunque, imparerai anche a scegliere in fretta. Anche se non conosci il risultato di una tua scelta, infatti, non scegliere equivale alla morte della tua autostima.
Liberando la mente dall’ansia del fallimento – dal momento che ogni caduta è da considerarsi più un piccolo intoppo che un fallimento vero e proprio – al contrario, sarai in grado di prendere decisioni con più scioltezza e senza temere conseguenze indesiderate.
Diventare consapevoli
Aveva ragione Socrate: “conosci te stesso”. Dal momento che non si diventa resilienti dall’oggi al domani, chi sta cercando di cambiare atteggiamento ha dalla sua parte la capacità di auto-analisi e di auto-disciplina. Lavorando dentro te stesso, infatti, sarai in grado di ascoltarti di più e di diventare maggiormente consapevole di come lavora la tua mente e di come neutralizzarla in senso positivo.
La strada della felicità, d’altra parte, passa proprio per la consapevolezza, una caratteristica capace di generare resilienza anche solo per il fatto di contribuire ad espandere la tua emotività.

Cercare aiuto
Una persona resiliente, nonostante si possa pensare il contrario, non è una persona testarda e non ha paura di chiedere aiuto. Altrimenti non esisterebbero dei percorsi di coaching famosi in tutto il mondo.
Cercare negli altri una spinta al cambiamento, lavorare a stretto contatto con un coach motivazionale per diventare la nostra migliore versione, è un atto che afferma la nostra resilienza e la nostra volontà di lavorare e di risolvere i problemi agendo in prima persona. E che ci permette, in definitiva, di accelerare la nostra capacità di rispondere in maniera brillante alle sfide che la vita ci sottopone ogni singolo giorno.
VUOI SCOPRIRE COSA TI STA BLOCCANDO DAL GUARIRE DALLE TUE ABBUFFATE? GUARDA LA VIDEO LEZIONE GRATUITA!
Mettere in moto la creatività
Quando sei resiliente, non sei disposto a sprecare il tuo tempo un secondo in più. Non hai più paura di sfidare la vita, perché sai che qualsiasi cosa ti tornerà indietro saprai gestirla. Ecco perché le persone resilienti sono capaci di mollare tutto e cambiare vita, proprio come è successo a me!
Non hanno paura di cambiare e, aspetto di non poco conto, riprendono in mano la propria creatività. Anche se non ce ne rendiamo conto, siamo tutti un po’ creativi. Alcuni sviluppano questa propensione più di altri, è vero, ma molti dimenticano semplicemente i propri sogni. La persona resiliente sa mettere la vita al servizio dei propri sogni, trovando sempre soluzioni creative e alternative alle battaglie quotidiane.
Resilienza, resistenza e tenacia
Adesso che sappiamo quali sono le caratteristiche di una persona resiliente, prendiamo le distanze da alcune parole che vengono spesso sovrapposte alla parola “resilienza”.
Anche se spesso vengono usati come sinonimi, infatti, le parole “resilienza”, “resistenza” e “tenacia” non sono completamente sovrapponibili.
In primis, le parole resilienza e resistenza non sono sinonimi. La resistenza è la capacità di un ecosistema di rimanere invariato quando viene sottoposto a un disturbo. Alcune persone sono più brave a resistere al cambiamento rispetto ad altre, e quindi hanno un’alta resistenza.
La resilienza, come abbiamo visto, è la capacità e la velocità di un ecosistema di riprendersi da un disturbo e tornare al suo stato pre-disturbato. Alcune persone, in pratica, possono spostarsi notevolmente dal loro stato di equilibro – immaginiamo un lutto di un figlio o di un genitore – e tornare alla condizione di serenità che precedeva il trauma, ma sempre dopo un lavoro prezioso e duro sulla propria emotività.
Così come “resistenza” e “resilienza”, anche la parola “tenacia” ha altre sfumature rispetto alla resilienza, ed è più legata al concetto di “persistenza”, che analizzerò nel prossimo paragrafo. Senza la persistenza, infatti, l’efficacia della resilienza sarebbe molto più debole.

La resilienza fa breccia nel linguaggio artistico: la scultura di Christian Balzano, “Io siamo Resilienza”, collocata nel centro di Milano.
La forza della resilienza: la persistenza
Quando i miei corsisti mi chiedono cosa significa la parola “persistenza” io faccio sempre l’esempio di Thomas Edison, ovvero colui che per 999 volte fallì nel suo tentativo di inventare la lampadina. Che ne sarebbe stato di Tommy se non avesse tentato la volta buona, la millesima?
La persistenza è la capacità di aspettare e avere fede, di insistere e di sviluppare una disciplina vincente quando siamo sicuri della bontà di un progetto.
Immaginiamo di essere sulla strada giusta per realizzare un nostro sogno, ma non lo sappiamo ancora: la persistenza è quella sottile sensazione di dover insistere, perché il nostro istinto ci sta dicendo che alla fine avremo ragione. Laddove non arriva la resilienza, dunque, la persistenza è colei che ci dà la forza per andare avanti, per rialzarci e lottare ancora 1000 ma anche 1 milione di volte.
Attenzione: un conto è essere persistenti e un conto è non saper capire quando è il momento di fermarsi. In questo caso, come distinguere le due realtà? Con il nostro istinto. Seguendo la nostra pancia, il nostro secondo cervello, in pratica, difficilmente possiamo sbagliare!

Alleati della resilienza: la motivazione al cambiamento
Anni fa, quando non ero sicura di percorrere la strada che mi avrebbe condotta alla vittoria, un freddo giorno di Novembre ho incontrato il mio coach personale. All’epoca ancora non ne avevo idea, ma le sue parole mi hanno spinta a continuare la mia battaglia e a cambiare la percezione di me stessa per gli anni a venire!
L’ho detto qualche paragrafo fa: a volte un aiuto esterno può fare la differenza nel ravvivare in noi la motivazione al cambiamento. Nel mio caso, trovare la motivazione in quel momento mi ha aperto gli occhi su ciò che stavo facendo e su quello che invece potevo fare. In pratica, ho capito che motivazione e personalità sono molto connesse.
Sono sempre stata una personalità forte e combattente, ma è stata la motivazione che mi ha poi permesso di vincere la guerra contro la fame nervosa e, in maniera inaspettata, diventare io stessa coach motivazionale per le persone con il mio stesso problema alimentare!
Ecco perché consiglio a tutti un coach alimentare: per far rinascere in te non solo la motivazione alla dieta o a fare palestra, ma anche e soprattuto il desiderio di lavorare per diventare una persona migliore… e più resiliente!
Resilienza: come svilupparla per combattere i DCA
Finalmente siamo arrivati al cuore caldo di questo articolo: come sviluppare la resilienza per combattere i disordini alimentari?
Ecco le 5 regole magiche (+ 1 bonus) per aumentare la tua resilienza!
1. Ascoltarsi
Da domani affronta le tue giornate con la curiosità di un bambino piccolo. Compra un diario, o utilizza anche le note del cellulare: prendi appunti su tutto ciò che ti succede a livello emotivo, a livello fisico e in relazione al cibo. Per quanto riguarda l’ascolto del corpo, è utile servirti di un diario del ciclo mestruale per comprendere in quale giorno del mese il tuo corpo si trova (e anche di quanto è gonfio e perché).
A livello emotivo e in relazione al cibo, invece, il tuo principale alleato è il diario alimentare, nel quale annoterai tutto quello che mangi e come ti senti prima, durante e dopo il pasto.
Tornando mese dopo mese a monitorare e confrontare i risultati, saprai imparare ad ascoltarti nel migliore dei modi, sapendo in quali giorni hai più bisogno di tirare fuori la tua resilienza!
2. Riscrivere la propria storia
Ti sembrerà un aspetto insormontabile: eppure, essere in grado di ripartire da zero è una delle gioie della resilienza. Per capire di cosa sto parlando facciamo l’esempio di quando iniziamo a frequentare una persona nuova per la prima volta. Ci hai fatto caso a come ti senti? In quel momento potresti essere chi vuoi e, in effetti, il modo in cui racconti la tua storia è determinante affinché l’altra persona si faccia un’impressione di te. Non si tratta di fare storytelling e “inventarsi” un personaggio inesistente, attenzione, quanto di ripartire da zero quando l’immagine che abbiamo di noi non la sentiamo più nostra.
Quando ho perso 30 kg, anche io non mi ritrovavo nei miei panni: passare da quasi 80 a 50 kg mi ha improvvisamente gettata nella gioia ma anche nello sconforto più totale. Chi ero davvero io? Solo con il tempo ho capito che la vera me – quella socievole, quella gioiosa, quella combattente – era sempre stata lì, seppure sepolta sotto i chili di troppo! Riscrivere la mia storia, ripartendo dalla mia rinascita dalle abbuffate, dunque, mi ha permesso di raccontarne un’altra molto molto più avvincente!
3. Lavorare da soli
Due dei tratti delle persone resilienti – lo abbiamo visto nei paragrafi precedenti – sono il diventare responsabili e il lavorare sodo. Entrambe queste qualità, dunque, possono essere racchiudere in una espressione a me molto cara: lavorare da soli.
Nonostante io abbia incontrato nella mia vita dietologi, psicologi e coach (l’ho appena raccontato), uno dei tratti caratteriali che mi ha aiutata tanto per la mia rinascita fisica e spirituale è stata la mia abitudine alla solitudine. Nel corso della mia adolescenza, infatti, sono sempre rimasta chiusa in camera a “fare le mie cose”. E anche se lo facevo per nascondermi da un mondo che mi sembrava impossible da affrontare, questo mio modo di saper restare sola mi ha permesso di realizzare una serie di successi:
- ho scritto e pubblicato i miei libri;
- ho imparato l’inglese con le canzoni e i film (di Leonardo Di Caprio);
- ho letto centinaia di libri (molti di crescita personale);
- ho imparato a fare tutto da sola per la mia cura personale (fattore da non sottovalutare in vista di una quarantena da pandemia :D);
- sono guarita dalle abbuffate compulsive sbattendoci la testa in casa;
- ho coltivato solo le amicizie che valevano davvero la pena.
E ho fatto tutto da sola. Non ho avuto mai paura di chiedere aiuto, questo sì, ma ho imparato a riportare dentro la mia esperienza i consigli preziosi che leggevo sui libri e online, per poter costruire la mia disciplina, la mia routine personale e la mia resilienza.

4. Ripetere il percorso
Quante volte terminiamo un compito e ci rendiamo conto che non ci abbiamo capito granché? Come dico sempre io: l’arte dell’imparare sta nella ripetizione. E questo vale soprattutto per i lavori mentali. Allenare la mente e la resilienza, in entrambi i casi, significa essere disposti a ripetere i nostri sforzi per non permettere che qualcosa di importante ci sfugga.
- Se non capisci qualcosa, torna indietro.
- Se quando hai finito hai ampliato la tua conoscenza, rileggi bene.
- Se è passato qualche anno dall’ultima volta, scorri di nuovo quel passaggio o riguarda quel video che ti era piaciuto così tanto.
Scoprirai quanto sei cresciuto nel frattempo, divenendo più consapevole e imparando anche che alcune cose che avevi tralasciato prima sono oggi più importanti che mai.
5. Rimanere aggiornati
Anche se hai creato il tuo panorama di risorse “must have”, ovvero di personaggi, luminari, testi e concetti che funzionano come tua bussola personale, non avere paura di ampliare lo sguardo. Cerca sempre di studiare qualcosa di nuovo, di acquisire una nuova competenza o di seguire un corso online su un argomento che rimandi sempre di approfondire. Non porre mai dei limiti alla tua conoscenza!
A proposito, ecco qui 3 libri sulla resilienza che ti possono far comodo:
“Resilienza: La scienza di adattarsi ai cambiamenti”, di Andrew Zolli;
“La forza della resilienza: i 12 segreti per essere felici, appagati e calmi”, di Rick Hanson;
“Resisto, dunque sono” di Pietro Trabucchi.
Bonus: il coach alimentare
VUOI SCOPRIRE COSA TI STA BLOCCANDO DAL GUARIRE DALLE TUE ABBUFFATE? GUARDA LA VIDEO LEZIONE GRATUITA!
L’ho appena detto: a volte per migliorare la nostra resilienza abbiamo bisogno di affidarci ad una persona più esperta. E ciò è vero soprattutto nelle fasi iniziali del nostro lavoro alla riscoperta di noi stessi e della nostra emotività. Un life coach è una persona che può donarti la motivazione quando ti manca e che può darti una mano nell’impostare una strategia che ti porti ad aumentare la resilienza nella tua vita e anche la rabbia giusta per la tua lotta contro i disordini alimentari.
Non c’è niente di male a chiedere aiuto, anzi; servirsi di un coach motivazionale è come mettere un motore più potente alla tua auto: è sempre tua, ma va molto più veloce!
Vuoi sviluppare la resilienza e ritrovare il tuo equilibro nella vita e nel lavoro? Scrivimi qui per dare il via alla tua rinascita oggi stesso!
Le 7 frasi sulla resilienza da rileggere ogni giorno
Le ho cercate apposta per te… e alcune sono proprio quelle che uso io per caricarmi quando mi sento un po’ con le pile scariche! Stampale, scrivile, rileggile quando ne senti il bisogno!









Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
Scopri di più su Melania!