Quali sono i sintomi della Fame Nervosa e come riconoscerli? Nell’articolo una panoramica dei principali comportamenti, delle sensazioni e anche delle cause della Fame Nervosa.

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Fame nervosa: conosci i tuoi sintomi?

Se soffri di fame nervosa, sai già molto bene quello di cui stiamo parlando; ma i sintomi, spesso e volentieri, possono essere molto ben celati dietro un’apparente normalità. Il primo passo da fare è proprio accorgersene e riconoscerli tutti.

In questo articolo andiamo a farlo, proprio per gettare ancora di più una luce su tutto quello che devi conoscere circa i sintomi della tua fame nervosa.


Fame fisica o fame nervosa?

Prima di ogni cosa, è importante fare una distinzione tra fame fisica e fame nervosa. 

La prima, è quella fisiologica, ovvero quella che insorge con il passare del tempo tra un pasto e l’altro, dopo aver mangiato quantità ed alimenti equilibrati per il nostro benessere psico fisico. 

La fame fisica, risalta in maniera graduale e porta con sé una serie di stimoli fisici che culminano con il bisogno dell’introduzione del cibo fine al benessere del corpo. 

La seconda, la fame nervosa o fame compulsiva, ha come sintomo principale l’estremo bisogno di cibo per placare stati emotivi che ci affliggono e che non ci permettono di vivere una vita tranquilla. 

A differenza della fame fisica, la fame nervosa insorge in maniera immediata,  ed è percepito come un bisogno impellente, un impulso incontrollato, quasi come fosse distinto da noi stessi, che va necessariamente ed immediatamente placato, pena l’aumento dello stato di ansia e conseguentemente della fame nervosa e compulsiva. 

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Il bisogno di conforto

Il secondo sintomo è il bisogno, anzi, una vera e propria necessità del proprio “comfort food”. In tal caso, il cibo viene visto come un momento nel quale ci coccoliamo, come un “amico” che ci dà pace e che non ci lascia mai soli. Proprio come il conforto che cerchiamo negli altri esseri umani.

Non bisogna però fossilizzarsi sull’errata convinzione e sul preconcetto che il comfort food significhi solo ingurgitare junk food fino oltre in senso di sazietà; molto spesso, infatti, il cibo comfort rappresenta ciò che ci fa stare bene, quello per cui c’è sempre un po di spazio anche dopo aver appena mangiato!

Per qualcuno può essere un panino di Mc Donald’s, oppure le patine fritte, i biscotti al cioccolato, la Nutella, così come un panino con il prosciutto crudo o salame, la pasta all’uovo o le lasagne.

La responsabilità della serotonina

Cosa accomuna i cibi precedenti?

Solitamente – questo va precisato – sono quasi sempre cibi ipercalorici con un altro contenuto in grassi, proteine e carboidrati, con la caratteristica indiscutibile di essere confortanti. E non è un caso.

La principale responsabile, infatti, è la serotonina, il cosiddetto neurotrasmettitore del “buonumore”. La serotonina, infatti, è proprio la componente di conforto che da quel tipo di cibo arriva al cervello, quando a quest’ultimo manca per diverse ragioni mediche.

Fatto sta che, nel momento nel quale avvertiamo questo irrefrenabile impulso di mangiare e di seguire i dettami della fame nervosa, non riusciamo a non cedere proprio per colpa della serotonina mancante nel nostro corpo, che gli alimenti elencati sopra contengono naturalmente.

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Mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte

Il terzo sintomo della fame nervosa e compulsiva è quello di sentirne la necessità in qualunque momento della giornata o della notte. Indipendentemente da quanto tempo sia passato da un pasto e l’altro, infatti, il martellante desiderio di mangiare non abbandona mai chi soffre di fame nervosa. Anzi, non è affatto legato alle normali abitudini di isolarsi dal cibo per diverse ore quando si è sazi o quando si termina il momento del pasto (colazione, pranzo o cena). 

Ci si ritrova, così, ad abbuffarsi ogni momento della giornata e anche di finire in 5 minuti un’intera scatola di biscotti anche nel cuore della notte, o farsi un panino con 400 gr di affettato salato subito dopo pranzo. 


Il cibo come reazioni alle nostre emozioni

Il quarto sintomo, ma assolutamente non per importanza, è quello di percepire il cibo e l’azione di mangiare e sgranocchiare continuamente come unico modo per fronteggiare un’emozione o una sensazione o anche un evento traumatico (dove per traumatico non si pensi ad un evento catastrofico nella vita di una persona ma anche una semplice consegna lavorativa inaspettata). 

Mi soffermo proprio su quest’ultimo punto per dettagliare meglio quali possono essere le cause collegate ai sintomi della fame nervosa e compulsiva. 


Lo stress della vita quotidiana

La causa scatenate principale di questo disturbo, che in inglese viene denominato “emotional eating”, il mangiare emozionale, è esattamente quello che ho appena citato: le emozioni. 

Se ci fermiamo a pensare in maniera completamente onesta, ci rendiamo conto di quanto le emozioni, gli stati d’animo e le sensazioni influenzano in maniera diversa e pervasiva tutti gli aspetti della nostra vita e le nostre piccole battaglie quotidiane. 

Ci basti pensare quando, per esempio, la mattina appena svegli ci cade la spazzola e si rompe lo specchietto che si trovava incastrato dietro, oppure quando scopriamo che il gatto ha vomitato sul tappeto, o ancora ci dimentichiamo la caffettiera sul fuoco per ritrovare la cucina immacolata dalla sera precedente, tutta macchiata di caffè. 

E poi ce ne andiamo in giro, a scuola o a lavoro o anche a fare la spesa, con l’umore completamente influenzato da quella spazzola o dal caffé. Ergo, le emozioni negative della mattinata hanno condizionato in maniera involontaria tutti gli avvenimenti della giornata. 

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Emotional eating, stress e abbuffate

Esattamente come l’andamento della nostra giornata, il nostro comportamento alimentare viene fortemente influenzato dalle emozioni. Si evince quindi, che le cause della fame nervosa e compulsiva siano principalmente psicologiche. Cause che scatenano altrettanti sintomi ai quali è quasi matematicamente impossibile resistere

Una delle cause psicologiche più comuni è lo stato di ansia perenne nel quale viviamo. L’ansia, infatti, trova una strettissima correlazione e terreno fertile dove attecchire nell’alimentazione incontrollata derivante dalla fame nervosa. 

Trovarsi in uno stato di ansia può portare ad una sensazione di aumento dell’appetito, quindi stimolare la fame nervosa poiché la persona vive costantemente alla ricerca di qualcosa di confrontate che “dia da mangiare” alla sua stessa ansia e ne plachi i capricci.

Un’altra causa della fame nervosa e compulsiva, inoltre, possono essere gli eventi stressanti e lo stress del corpo in generale. Recenti studi hanno evidenziato come il comportamento alimentare venga influenzato dallo stress attraverso dei meccanismi biologici verificabili. 


Gli studi scientifici: stress e i sintomi della fame nervosa

“Lo stress cronico, infatti, provoca un cambiamento nella regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Negli studi sugli animali è stato dimostrato che l’attivazione dell’asse HPA influenza il comportamento alimentare (e quindi inducendo fame nervosa) attraverso il rilascio di CRH (ormone di rilascio della corticotropina) e dell’urocortina che sopprime la secrezione di ghrelin (conosciuto come “ormone della fame”) e agisce su alcuni recettori dell’ipotalamo che insieme, riducono l’assunzione di cibo.

Negli umani, in pratica, il rilascio di cortisolo aumenta l’appetito e modifica il comportamento nutrizionale guidando la persona a scegliere dei cibi ricchi di grassi oppure dolci che riducono nel breve tempo la percezione dello stress e dei biomarcatori dello stress. Si ipotizza così che l’esposizione prolungata allo stresspotrebbe causare la fame nervosa, non correlata alle risposte di fame o di sazietà , ma innescata da segnali emotivi. Tuttavia sono ancora pochi gli studi che hanno indagato la relazione tra emotional eating e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene”  (Fonte: Ipsico)


Il cibo come consolazione fin da bambini 

Altre cause che possono scatenare i sintomi della fame nervosa si possono trovare, scavando a fondo nel proprio passato, nella cultura alimentare inculcata dalla propria famiglia e dalla risposta ai bisogni che dall’adulto passa al bambino. 

In molte famiglie, dunque, si tende ancora troppo spesso ad appagare ed accontentare i bambini – che si impegnano all’ormai sdoganato capriccio – proprio con il cibo. 

Questo meccanismo innesca proprio la relazione: stato di ansia ———-> mangio ————-> sono appagato. 

Quando invece si utilizza il cibo come consolazione, (es. il bimbo piange perché la mamma va al lavoro e viene consolato con l’ovetto di cioccolato) si innesca il meccanismo di soddisfare carenze affettive o stati di mancanza affettiva con il comportamento alimentare sostitutivo. 


Sintomi della fame nervosa: un lascito del nostro passato

Tutti questi comportamenti, che si instaurano e radicalizzano nella mente del bambino, si traducono in vita adulta proprio nell’attuare l’azione dell’alimentazione incontrollata come appagamento a fronte di uno stato di ansia, di insoddisfazione, di perdita carenza o disturbo emotivo con partner/amici ecc. Il che porta inevitabilmente ad attacchi di fame nervosa e compulsiva come risposta a qualsiasi stress o mancanza. 

I meccanismi sopra citati fanno entrare, poi, la persona in uno stato di agitazione ansia e sensi di colpa in cui l’abbuffata post fame nervosa produce ulteriori sentimenti negativi, che portano nuovamente alla necessità di essere placati con il cibo e quindi a ulteriori attacchi di fame nervosa e compulsiva, in una spirale infinita e senza tregua.


Soffri di fame nervosa? 

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