Lo studio spagnolo sui geni dell’anoressia si basa sull’analisi di sorelle omozigoti in cui una soffre del disturbo alimentare e l’altra no. I geni identificati sarebbero correlati al diabete di tipo 2 e ad altre malattie psichiatriche. Analizziamo insieme questa importante scoperta.
I 5 geni dell’anoressia nervosa
La ricerca sui geni dell’anoressia, volta ad approfondire la conoscenza di un problema di salute pubblica che colpisce prevalentemente le ragazze e gli adolescenti in tutto il globo, si basa sullo studio di campioni di coppie di gemelli omozigoti -cioè identici- in cui uno di loro soffre di anoressia nervosa e l’altro no.
Questo studio ha stabilito per la prima volta una base epigenetica della malattia, al di là dei criteri clinici con cui è stata finora diagnosticata. Sono stati identificati ben 5 geni correlati allo sviluppo dell’anoressia nervosa.
Il team di ricerca, guidato dall’Università di Valencia e dall’Istituto di ricerca sanitaria La Fe, è fiducioso che i risultati aiuteranno a lanciare “strategie terapeutiche, di prevenzione e di intervento precoce”, come sostiene il professore Luis Rojo, uno dei principali autori dell’articolo pubblicato sulla rivista internazionale Translational Psychiatry.
Lo studio spagnolo
Come spiegato dall’IIS La Fe in un comunicato stampa, sono stati identificati cinque geni dell’anoressia coinvolti nello sviluppo possibile della malattia: PPP2R2C, CHST1, SYNJ2, JAM3 e UBAP2L.
I primi due sono associati al diabete di tipo 2, ad anomalie nella secrezione di insulina e nei livelli di glucosio nel sangue, che in precedenza erano stati collegati al DCA dell’anoressia.
I secondi due, invece, sono collegati rispettivamente al disturbo bipolare e all’inizio del consumo di cannabis. Questi tipi di comorbidità psichiatriche sono molto comuni nell’anoressia nervosa e includono disturbi come ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi della personalità o da abuso di sostanze.
L’anoressia è “scritta” nei geni?
Nel caso dello studio delle gemelle omozigoti, è stato possibile studiare un tipo comune di modificazione epigenetica nota come metilazione del DNA.
Con questo risultato in mano è stato possibile vedere che, in definitiva, come con differenze epigenetiche si possano incontrare diverse malattie per tutta la vita. Dunque, avere anche maggiori probabilità genetiche di sviluppare o meno l’anoressia.
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Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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