Viaggiare in Van in giro per l’Italia per riprendersi il tempo e la libertà di una vita fuori dall’ordinario. La storia (e l’intervista) di Alessandro e Irene.
INDICE:
- Riprendersi il proprio tempo
- Liberi di essere
- Viaggiare in Van con Alessandro e Irene
- La filosofia “Take back time”: l’intervista
- La vita con il vento in faccia
Riprendersi il proprio tempo
“Se non arrivi a piedi dove vuoi andare, non vedrai quello che vuoi trovare.” (Tiziano Terzani, “La fine è il mio inizio”)
Lo abbiamo visto e vissuto in quarantena sulla nostra pelle a scapito dei nostri animi: il tempo – e poterne godere a nostro piacimento – è davvero il bene più prezioso del quale una persona possa godere oggi.
E questo è ancora più vero in estate, quando le giornate calde e assolate richiamano vita al di fuori delle nostre “prigioni dorate”: la casa con le sue regole e i suoi ritmi, il lavoro con i suoi “slot” e i suoi cartellini d’ingresso e d’uscita, le ferie con le sue “finestre temporali” decise a tavolino tra gli incastri con i colleghi.
Eppure, per essere davvero felici, dovremmo lottare per ribaltare proprio tali regole.
Dovremmo poter disporre del tempo lavorativo e di qualità quando e come vogliamo, senza aspettare che ci sia concesso da chissà chi e a suo piacimento.
Dovremmo potercelo riprendere il tempo, insomma, e strapparlo dalle mani di chi ce lo sta rubando. E con esso, riprenderci anche la nostra libertà.
“Take back Time”, riprenditi il tuo tempo, del resto, è proprio l’idea che nutre i protagonisti di questo articolo – che ti presenterò tra poco – non prima di inserire un altro tassello a questa storia avvincente: la libertà di movimento.

Liberi di essere
Come ben sappiamo, durante i 3 mesi estivi non si parla altro che di ferie. Eppure, le estati non sono uguali per tutti. C’è chi non aspetta altro per riposare e chi, come i protagonisti della storia che sto per raccontarvi sotto forma di intervista, non vede l’ora di “ammazzarsi” di lavoro per costruire – letteralmente – il sogno di una vita.
Il sogno di muoversi senza chiedere, senza aspettare permessi, senza scendere a compromessi. La libertà unica di essere ciò che si è nel profondo, di ritornare alla propria “autenticità” senza vergognarsi di vivere diversamente (e in maniera amplificata, come piace dire a me).
Una libertà che, non ha caso, può essere riassunta in un unico, mitico, inimitabile mezzo di trasporto: il Van.
Il Van come stile di vita “free”, libero dai condizionamenti della società, ma anche dei propri limiti e delle proprie paure.
Il Van, in definitiva, come strumento potente, agile ed efficace per riprendersi il proprio tempo, per viaggiare in assoluta libertà e svegliarsi all’alba di un paesaggio mozzafiato che solo tu, con la tua resilienza, puoi regalare a te stesso e alle persone che ami.

Viaggiare in Van con Alessandro e Irene
Conosco per caso Alessandro su un sito online di viaggiatori, mentre promuove con un enorme sorriso la sua prossima avventura con Irene, sua musa e compagna di viaggio da anni. Ora, io di solito seguo con attenzione tantissimi blog e gruppi Facebook di wanderluster e appassionati di viaggi, anche estremi o in solitaria, ma difficilmente mi lascio trasportare dalle storie di ognuno di loro, seppur belle ed emozionanti (come i paesaggi che ci regalano nei loro scatti).
Inutile dire che con Alessandro è stato diverso. Fin da subito mi ha colpito la sua profonda sensibilità, che traspare dalle sue parole eleganti messe in fila ad esprimere emozioni, concetti, e anche prospettive di vita “alternative”, proprio quelle che piacciono a me.
Alessandro è un viaggiatore, sì, ma è anche uno scrittore e un visionario.
Ed è proprio per questo che ho deciso di lasciare a lui la parola per raccontare la sua prossima avventura con “l’Irene” (come dicono in Toscana, sua patria natia e ispiratrice): viaggiare in van in giro per l’Italia, senza regole o tappe fisse, per riprendersi il tempo e la libertà.
Ecco la storia di Alessandro ed Irene, direttamente dalle parole di Ale (perché in profondità, sembra davvero un amico che conosci da sempre).
Siete pronti per viaggiare in van in giro per l’Italia del cuore con Alessandro e Irene 😀

La filosofia “Take back time”: l’intervista
D: In partenza con il van. Quali sono le tappe in previsione?
R: In linea di massima andremo in direzione della costa adriatica, dove ci sono le Regioni che meno conosciamo. Quindi direi Marche scendendo poi verso sud. La parola d’ordine sarà “libertà estrema”. La destinazione successiva la decideremo di mattina appena svegli, con l’odore di caffè che avvolge “casa nostra” (un Westfalia Lt28 bianco e romanticamente vintage, che i ragazzi hanno “creato” e rigenerato per l’occasione da una vecchia carcassa, ndr).
D: In quale momento vi siete guardati negli occhi e vi siete detti: “È ora di partire”?
R: È successo il 3 Luglio dell’anno scorso in Olanda, dove vivevamo. Stesi sul letto, fissavamo il soffitto. Poi Irene si è voltata di scatto dicendo “Perché non ripartiamo?”. Nelle nostre menti erano ancora vividi i ricordi del meraviglioso viaggio di 3 mesi in Asia, perciò quella necessità di risentire sulle pelle quelle sensazioni ci ha spinto a realizzare questo ennesimo sogno. Di lì poi è nato tutto.
D: Il Van come compagno di viaggio. Perché questa scelta?
R: Perché il van è libertà.Ti fermi dove vuoi, dormi ovunque.”Amore, guarda che bel paesaggio, dormiamo qui?”: questo è il Van.
D: Avete ristrutturato il Van da soli e da zero:come è andata?
R: È stato un percorso estremamente complesso perché non avevamo nessuna idea di come si facessero queste cose. Per scherzare, ma nemmeno troppo, possiamo affermare che prima di questa esperienza non avevamo mai preso un cacciavite in mano! Ci sono stati molti momenti duri, giornate in cui credevamo di non farcela, qualche pianto, due litigi, per il resto è stata una bella esperienza (ridendo mentre lo scrivo).

D: La sfida più difficile che avete dovuto affrontare?
R: Il giorno in cui, dopo un violento temporale, ci siamo resi conto che c’erano tantissime infiltrazioni d’acqua nel Van. Di lì il soprannome “lo scolapasta”. Le due ore dopo il temporale avevamo il van mezzo allagato, con l’acqua che entrava ovunque. Ci siamo guardati negli occhi, poi abbracciati abbiamo sussurrato: “Non possiamo mollare”. La mattina ci siamo svegliati all’alba e abbiamo riparato tutto. Quel giorno la mia forza è stata Irene, la sua io.
D: Umore e paure pre partenze?
R: Paure zero, siamo abituati a viaggiare scarichi dai pregiudizi e dalle paure dell’ignoto. Queste esperienze sono adrenalina pura, gioia che ti s’appiccica addosso ogni secondo. Non vediamo l’ora di aprire il portellone davanti ad un tramonto, stappare una bottiglia e capire il senso di tutta la fatica che abbiamo fatto in questi mesi.
D: Cosa portate con voi?
R: Porteremo il minimo indispensabile, che è tendenzialmente la nostra filosofia di vita. Possiedi il necessario, ad eccezione del tempo, quello non basta mai per vivere felice (se volete seguire le tappe di Ale e Irene, non perdetevi il racconto di viaggio sul loro profilo Instagram, che si chiama, appunto, “Take back Time”, riprenditi il tempo, ndr).
D: Cosa avete appreso l’uno dell’altra nel viaggio?
R: Che siamo due persone complementari. Irene è la mia spalla, io sono la sua. Nel gioco, nei momenti difficili, nella vita quotidiana. Il viaggio amplifica questa nostra capacità di essere in perfetta simbiosi emotiva e razionale.

D: Quali sono le aspettative per questa avventura?
R: Quella di risentire sotto pelle la sensazione di gioia incontrollabile che solo un lungo viaggio può darti.
D: Dove vorreste vedere l’alba domani?
R: Ci vengono i brividi soltanto a pensare che a breve ci troveremo a fare colazione ogni giorno di fronte ad uno scenario nuovo, che sia il mare, una vigna, una montagna, con un vecchio furgoncino come casa. D’altronde la qualità della vita si misura nelle albe che non riesci a dimenticare, e noi abbiamo intenzione di viverne il più possibile.
D: Il luogo del cuore in viaggio?
R: Beh, la Cina senza dubbio. Un Paese a tratti controverso ma affascinante, una storia millenaria e dei luoghi di una bellezza sconvolgente. Quando siamo usciti dal paese dopo un mese di viaggio per raggiungere il Laos piangevamo come bambini. Quel viaggio in Asia è stata una rinascita per noi perché avevamo necessità di riappropriarsi del tempo che i nostri lavori stavano prosciugando (di lì nasce il nome della nostra pagina Instagram, “Take back time”, riprenditi il tempo).
Eravamo profondamente insoddisfatti nonostante due ottimi lavori e un futuro già ben definito, proprio perché ci mancava il tempo per vivere! Siamo letteralmente fuggiti alla ricerca di noi stessi, mano per la mano e con la testa alta, senza voltarci indietro a guardare cosa stavamo lasciando. A qualche anno di distanza mi viene da dire che sia stata la miglior decisione incosciente della nostra esistenza.
D: Cosa diresti al te stesso di qualche anno fa?
R: Guardo con estrema tenerezza l’Alessandro di allora. Non posso rimpiangere affatto l’impiegato col ciuffo sempre ordinato che ero. Però, quel periodo di vita mi ha portato ad essere l’uomo di adesso, ovvero una persona che sta vivendo come desidera. Quindi gli direi: “Bravo Alessandrino, hai fatto bene a seguire ciò che sentivi”!
D: Un consiglio di lettura ad un viaggiatore?
R: Impossibile non leggere “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani. Un libro di una densità emotiva quasi terrificante. Fa sognare luoghi e culture a noi estranee e venir voglia di essere persone migliori. Quando si finisce l’ultima pagina ci si sente in pace col mondo. Chiunque lo legga, poi parte.
D: Una parola per la vostra avventura?
R: Densa, proprio come il suo libro.

La vita con il vento in faccia
Alessandro ed Irene, due persone che posseggono il loro tempo, due anime viaggiatrici che hanno deciso di mollare tutto, soprattutto le proprie certezze, e imparare a vivere in maniera densa dentro sabbie mobili fisiche ed emozionali. Un regalo che il viaggiare in Van, in pura libertà, puoi donarti in maniera generosa e mitica.
Vuoi seguire l’avventura di Alessandro e Irene in giro per l’Italia in Van?
Sintonizzati sul profilo Instagram di “Take back Time” da Agosto e vivi l’emozione della libertà con il vento sulla pelle aprendo il portellone!



Mi chiamo Melania Romanelli e sono una Coach alimentare. Dopo 20 anni di lotta contro il mio disordine alimentare ho vinto la mia battaglia, e oggi aiuto le persone con le problematiche alimentari a vincere questa sfida.
Dal 2019 ho creato il PERCORSO BED LIONS, la prima piattaforma online per combattere le problematiche alimentari con il supporto del coaching e del mentoring, che sta già aiutando centinaia di persone in Italia.
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